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Nuoto, l’ultima Pellegrini prima di Rio: “A Verona sono rinata. Schwazer? L’ipotesi complotto fa paura”

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VERONA – Una sorta di media day prima della “clausura” olimpica. A Verona, nel centro federale dedicato ad Alberto Castagnetti, un gruppo di nuotatori azzurri ha incontrato oggi la stampa alla vigilia della partenza per il Brasile. La più circondata da microfoni e telecamere, neanche a dirlo, è stata Federica Pellegrini, una delle due maggiori speranze di medaglia insieme a Gregorio Paltrinieri nei 1500 stile libero.

Non escludo sorprese – ha detto – perché quelle alle Olimpiadi ci sono sempre. Ma credo che nei 200 stile libero le prime cinque o sei forze finali saranno quelle che ora occupano il ranking dei migliori tempi“. Anche Sarah Sjoestroem, oggetto misterioso con la rinuncia agli Europei di Londra prima dell’1’54”34 di settimana scorsa in Svezia? “Sì, anche lei, l’ho sempre considerata e contata come una rivale“. La veneta comunque guarda prima di tutto in casa propria: “Vivo il nuoto come una passione e una sfida con me stessa, non come una lotta con le avversarie. Il primo 1’54” in tessuto (al Settecolli di Roma, ndr)? Lo volevo fortemente, è stato importante farlo prima di Rio“.

Verona è anche e soprattutto la (seconda) casa di Federica Pellegrini, che si è trasferita nella città dell’Arena al termine degli Europei 2006 seguendo il suo mentore Castagnetti. “Qui sono rinata – spiega -, uscivo da un Europeo deludente con la spalla a pezzi. Sembrava che a soli 17 anni la mia carriera fosse già finita. Alberto mi ha permesso di crescere ancora“. Una figura, quella del tecnico scomparso nell’ottobre del 2009, ovviamente mai dimenticata dalla Divina: “Lo vedo a ogni vasca – scherza con un po’ di malinconia indicando le fotografie dell’allenatore baffuto che campeggiano in ogni dove nella piscina che porta il suo nome -. Amava questo posto e la struttura è perfetta. L’acqua è della stessa temperatura di quella che troveremo ai Giochi. Mi trovo benissimo qui“.

Rio, Rio e ancora Rio. Manca sempre meno (24 giorni) e non pensarci è impossibile. Eppure la veneta, alla sua quarta partecipazione e con l’orgoglio di poter portare la bandiera, ammette: “Sono tranquilla, non ci penso ancora e spero di non farlo fino alla fine. Non voglio ripetere il 2012. Dopo Londra mi ha aiutato molto staccare gradualmente nel 2013, mi allenavo solo una volta al giorno. Poi il percorso è stato graduale e ora ovviamente stiamo spingendo a tutta. Passeremo 10 giorni a Santos e staremo tranquilli. Comunque c’è fiducia, deciderò là se fare o meno anche i 100 stile libero e in staffetta ci stiamo allenando insieme. Anche una medaglia è molto difficile. Il futuro? Dopo Rio andrò due mesi in vacanza e poi ci penserò“.

Infine c’è tempo per guardare al passato (“Lasciare i 400 sl è stata una scelta giusta, mi sono concentrata sui 200 che mi piacciono di più. Nei 100, invece, mi diverto“) e per sconfinare nello scandalo doping che sembra aver travolto per la seconda volta il marciatore azzurro Alex Schwazer. Adesso, però, il commento di Federica Pellegrini è meno drastico: “Se non si è davvero dopato, l’ipotesi complotto (ieri ha suscitato scalpore l’intervista a La Repubblica di Sandro Donati, ndr) fa paura un po’ a tutti gli atleti. Non abbiamo particolari timori sul cibo, ma i recenti sviluppi sono preoccupanti“.

 

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francesco.caligaris@oasport.it

Twitter: @FCaligaris

Foto da: Francesco Caligaris

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