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Nuoto
Nuoto, Olimpiadi Rio 2016: le stelle della manifestazione. La coppia d’oro è americana
Sono tanti, tantissimi i nomi dei fuoriclasse che saranno al via delle prossime Olimpiadi di Rio 2016 nel nuoto. Se proprio si dovesse incoronare una coppia d’oro, re e regina ancor prima che comincino le gare, ecco però che quasi tutti i radar indicherebbero gli Stati Uniti d’America. Da una parte, sul trono, ci sarebbe infatti il rientrante Micheal Phelps, mentre al suo fianco, con 12 anni in meno, ecco Katie Ledecky. I più attesi sono loro.
Lo Squalo di Baltimora è l’atleta più medagliato nell’intera storia delle Olimpiadi moderne: 18 ori su un totale di 22 podi. Fosse una nazione a sé stante, nel medagliere complessivo dei Giochi, sarebbe 43° in classifica. Phelps non nuota in un grande evento internazionale proprio da Londra 2012, ma non ha perso la fame di vittorie e, nonostante un quadriennio tribolato tra picchi di depressione e pure una clinica per disintossicarsi dall’alcool, si presenterà in Brasile con la concreta possibilità di centrare un leggendario poker di successi nei 100 farfalla o nei 200 misti. In entrambe le specialità lo statunitense è secondo al mondo nel ranking stagionale, segnale di competitività elevatissima. Il sudafricano Chad Le Clos, che l’ha battuto in Inghilterra nei 200 farfalla, lo attende invece nelle quattro vasche dove anche un altro veterano, l’ungherese Laszlo Cseh, sogna il colpaccio.
Parlando di Phelps – che per inciso farà pure la 4×100 mista – non si può non citare il suo storico amico-rivale di casa, quel Ryan Lochte che gli farà compagnia nei 200 misti per l’ultimo epico duello di una sfida che va avanti da più di un decennio ma che ai recenti Trials ha fallito nei 400 misti dando forfait anche nei 200 dorso. Ambizioni ridotte, dunque, che invece non fanno parte del vocabolario di Katie Ledecky, attesa dal tris 200-400-800 stile libero con, per lo meno nelle ultime due gare, un probabile ritocco ai record del mondo che già detiene. Se nel mezzofondo l’extraterrestre del nuoto contemporaneo è imbattibile, più faticose si preannunciano invece le quattro vasche contro l’italiana Federica Pellegrini e la svedese Sarah Sjoestroem, recentemente autrice del miglior tempo dell’anno. Come per Phelps-Lochte, anche tra le donne gli Stati Uniti si sono divisi per un gran testa a testa nelle ultime stagioni, ma Missy Franklin (che farà 200 sl e 200 dorso) è apparsa quanto mai involuta dal 2014 in poi.
Eppure non si vive di sola America, comunque favorita per il successo nel medagliere. L’altro grande polo è l’Australia delle sorelle jet Campbell (Cate, da poco autrice del record del mondo nei 100 sl, e la più piccola Bronte), di Emma McKeon e del favorito per la gara regina Cameron McEvoy (47”04 ad aprile), dei dorsisti che sono anche una coppia fuori dall’acqua Emily Seebohm e Mitchell Larkin (entrambi oro nei 100 e 200 a Kazan 2015) e di Mack Horton, amico-rivale di Gregorio Paltrinieri e Gabriele Detti nelle lunghe distanze. Poi viene la Francia di Florent Manaudou e Yannick Agnel che proveranno a difendere i titoli dei 50 e 200 sl, quindi ci sono la rana britannica di Adam Peaty e quella lituana di Ruta Meilutyte e, spostandosi sempre più a est, l’Ungheria della stacanovista Katinka Hosszu (iscritta in cinque gare individuali), la Russia dello scandalo meldonium guidata non a caso da Yulia Efimova (neo graziata dalla Fina), la Cina di Ning Zetao (oro mondiale 100 sl), di Sun Yang (farà o no i 1500 sl?) e dell’oggetto misterioso Ye Shiwen, la Corea del Sud di un altro ex dopato (Park Tae-Hwan) e il Giappone di Kosuke Hagino (a lui l’ingrato compito di provare a battere Phelps nei misti).
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francesco.caligaris@oasport.it
Foto da: pagina Facebook Michael Phelps