Canoa
Storia delle Olimpiadi: Josefa Idem. La donna bionica che visse tre volte
La donna che visse due volte è un film del 1958 diretto da Alfred Hitchcock. Nel 1989, la pellicola è stata inserita fra quelle conservate nel National Film Registry presso la Biblioteca del Congresso degli Stati Uniti. Nel 1998, l’American Film Institute l’ha inserito al sessantunesimo posto della classifica dei migliori cento film statunitensi di tutti i tempi, mentre dieci anni dopo, nella lista aggiornata, è salito al nono posto. Nell’agosto del 2012, secondo il sondaggio della rivista Sight & Sound per conto del British Film Institute, il film di Hitchcock ha scalzato Orson Welles e il suo celeberrimo Quarto potere (che deteneva il primato dal 1962), andando ad occupare il primo posto come migliore film di sempre.
Bene, anche l’Italia ha il suo capolavoro, appartenente all’immarcescibile sfera sportiva, che con il passare del tempo è diventato un “monumento vivente sempre più bello”, come i buoni vini che invecchiano nelle loro botti. Parliamo dell’unica ed inimitabile Josefa Idem, la donna che visse tre volte. E vinse molto di più…
Josefa Idem inizia a praticare la canoa a undici anni, nella natia Germania; all’inizio si tratta principalmente di un divertimento, mentre il suo impegno principale è la scuola di lingue. Infatti, impara perfettamente l’inglese, l’italiano e il tedesco, scolasticamente, il francese. Entra a far parte della nazionale tedesca all’età di vent’anni, ottenendo subito il primo risultato importante a livello internazionale: la medaglia di bronzo ai Giochi della XXIII Olimpiade di Los Angeles 1984, nel K2 500 m, in coppia con Barbara Schuttpelz. L’anno successivo passa al K1, il kayak individuale, la specialità che le donerà il dono dell’immortalità storica. Dal 1985 al 1987 è sempre presente alle finali mondiali nel K1, pur non riuscendo ad andare mai oltre il quinto posto.
Ai Giochi di Seul non conquista nessuna medaglia, finendo nona nel K1 500 m e quinta con la squadra tedesca del K4 500 m. Poche settimane dopo, nel novembre 1988, si trasferisce in Italia, decisa a dare una svolta alla sua carriera. Per amore e per scelta di vita, diventa italiana nel 1990.
Nella sua seconda vita in Italia, si affida ad un nuovo allenatore, Guglielmo Guerrini. Il cambiamento dà subito buoni risultati: due terzi posti ai Mondiali, nel K1 500 m e 5000 m. Il sodalizio Idem-Guerrini andrà ben oltre l’impegno sportivo…ormai coppia affiatata anche nella vita privata, i due si sposano nel 1990. Con il matrimonio, l’atleta tedesca prende residenza in Italia e può così gareggiare per la nazionale azzurra già dai Mondiali di quell’anno, dove vince il suo primo titolo iridato nel K1 500 m, oltre al bronzo nei 5000 m. Piazzamenti invertiti ai Mondiali dell’anno dopo. Nel 1992 diventa cittadina italiana a tutti gli effetti.
I Giochi di Barcellona costituiscono la sua terza partecipazione olimpica, la prima da rappresentante del Bel Paese. Avendo anche vinto il preolimpico dell’anno precedente, è una delle favorite in Catalogna, in realtà dovrà ingoiare un amaro quarto posto. Negli anni seguenti, il suo risultato migliore è il terzo posto ai Mondiali. Ma è sul piano personale che Josefa consegue la vittoria più bella: la nascita di Janek, il suo primogenito, il 30 aprile 1995. Pochi mesi dopo, con il supporto del marito-allenatore, è di nuovo in acqua a gareggiare, ai sentitissimi Mondiali tedeschi, dove arriva quinta.
Nel 1996, ai Giochi della XXVI Olimpiade di Atlanta, vince il bronzo nel K1 500 m, bissando la medaglia vinta 12 anni prima a Los Angeles per la Germania. È solo l’inizio di un’era strabordante di successi. Dal 1997 al 2002 conquista 3 titoli iridati (e altri 10 piazzamenti sul podio!), 5 titoli europei e l’agognata medaglia d’oro nel K1 500 m ai Giochi della XXVII Olimpiade di Sydney del 2000.
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Il trionfo australiano (ottenuto alla non più tenerissima età di 36 anni, esattamente dieci anni dopo il “matrimonio all’italiana”) giunge inatteso e nelle condizioni ambientali peggiori, complice un forte vento trasversale sul campo gara che costringe gli organizzatori a posticipare il via della finale di oltre 5 ore. Nel mezzo chilometro che la consacrerà regina assoluta del kayak universale, Josefa dà vita ad un emozionante testa a testa con la strafavorita della vigilia, la canadese Caroline Brunet, conclusosi con una volata domata per appena 798 millesimi di secondo…
A 38 anni, sospende l’attività agonistica per la seconda maternità. Nel maggio del 2003 nasce Jonas, ma Iron Sefi non intende mica smettere con la canoa e la pagaia così, assieme al marito definisce un impegnativo piano di allenamenti per tornare alle gare ai massimi livelli. Gli sforzi sono ripagati: 15 mesi dopo il parto, quarantenne ed alla sesta partecipazione olimpica consecutiva, vince la medaglia d’argento ai Giochi di Atene, finendo dietro la magiara Natasa Janics per pochi centimetri. Alla veneranda età sportiva di 43 anni riesce ad aggiudicarsi nuovamente la medaglia d’argento ai Giochi della XXIX Olimpiade di Pechino, sempre nell’amato K1 500 m, perdendo l’oro per soli 4 millesimi!
Josefa Idem III. Vincente in acqua, ma anche nelle quotidianità, mai banale. Assessore allo Sport del Comune di Ravenna dal maggio 2001 al giugno 2007, nel luglio 2012, alla vigilia della partenza per i Giochi Olimpici di Londra (ah, arriverà quinta a 3 decimi dal sesto podio a Cinque Cerchi della sua incredibile carriera…), ha accettato di sostenere e rappresentare la propria città nella candidatura a “Capitale europea della cultura 2019”.
A partire dal febbraio 2007 è stata membro della Commissione Scientifica per la vigilanza e il controllo sul doping, per la tutela della salute nelle attività sportive del Ministero della Salute. Impegnata tantissimo anche nel sociale, è testimonial dell’Associazione Italiana Sclerosi Multipla e di Acqua è Vita; nel 2002 è stata il simbolo della campagna a favore della donazione di organi per la regione Emilia-Romagna e di sensibilizzazione a favore di Emergency.
Nella sua ventennale carriera ha vinto: 38 medaglie tra Olimpiadi, Mondiali ed Europei. Ha partecipato ininterrottamente a 8 edizioni dei Giochi, da Los Angeles 1984 a Londra 2012. È l’atleta femminile con più Giochi Olimpici disputati in assoluto ed è la prima italiana di ogni tempo per numero di partecipazioni olimpiche, a pari merito con Piero e Raimondo D’Inzeo. Ambiziosa, poliedrica, dominante, instancabile: Josefa Idem, la donna bionica che visse tre volte. Per il momento…
Storia delle Olimpiadi, prima puntata: Dorando Pietri
Storia delle Olimpiadi, seconda puntata: Ondina Valla
Storia delle Olimpiadi, terza puntata: Gian Giorgio Trissino
Storia delle Olimpiadi, quarta puntata: Pietro Mennea
Storia delle Olimpiadi, quinta puntata: Abebe Bikila
Storia delle Olimpiadi, sesta puntata: il massacro di Monaco 1972
Storia delle Olimpiadi, settima puntata: Jesse Owens
Storia delle Olimpiadi, ottava puntata: Mauro Checcoli
Storia delle Olimpiadi, nona puntata: Antonella Bellutti
Storia delle Olimpiadi, decima puntata: Paola Pezzo
Storia delle Olimpiadi, undicesima puntata: Nino Benvenuti
Storia delle Olimpiadi, dodicesima puntata: Vincenzo Maenza
Storia delle Olimpiadi, tredicesima puntata: l’oro maledetto dell’Italvolley
Storia delle Olimpiadi, quattordicesima puntata: i fratelli Abbagnale
Storia delle Olimpiadi, quindicesima puntata: Clemente Russo
Storia delle Olimpiadi, sedicesima puntata: Sara Simeoni
Storia delle Olimpiadi, diciassettesima puntata: Pino Maddaloni
Storia delle Olimpiadi, diciottesima puntata: Klaus Dibiasi
Storia delle Olimpiadi, diciannovesima puntata: Alberto Cova
Storia delle Olimpiadi, ventesima puntata: Edoardo Mangiarotti
Storia delle Olimpiadi, ventunesima puntata: Daniele Masala
Storia delle Olimpiadi, ventiduesima puntata: Novella Calligaris
Storia delle Olimpiadi, ventitreesima puntata: il Settebello 1992
Storia delle Olimpiadi, ventiquattresima puntata: Giorgio Cagnotto
Storia delle Olimpiadi, venticinquesima puntata: il Setterosa 2004
Storia delle Olimpiadi, ventiseiesima puntata: Nedo Nadi
Storia delle Olimpiadi, ventisettesima puntata: Gelindo Bordin
Storia delle Olimpiadi, ventottesima puntata: Giovanna Trillini
Storia delle Olimpiadi, ventinovesima puntata: la straordinaria pesistica italiana 1924
Storia delle Olimpiadi, trentesima puntata: Roberto Di Donna
Storia delle Olimpiadi, trentunesima puntata: l’Italia dell’hockey pista 1992
Storia delle Olimpiadi, trentaduesima puntata: il “due con” azzurro 1968
Storia delle Olimpiadi, trentatreesima puntata: l’oro della nazionale italiana di calcio 1936
Storia delle Olimpiadi, trentaquattresima puntata: Galliano Rossini
Storia delle Olimpiadi, trentacinquesima puntata: Patrizio Oliva
Storia delle Olimpiadi, trentaseiesima puntata: Giovanni Lombardi
Storia delle Olimpiadi, trentasettesima puntata: Uberto De Morpurgo
Storia delle Olimpiadi, trentottesima puntata: Giulio Gaudini
Storia delle Olimpiadi, trentanovesima puntata: il ciclismo italiano a Tokyo ’64
Storia delle Olimpiadi, quarantesima puntata: Norberto Oberburger
Storia delle Olimpiadi, quarantunesima puntata: Antonio Rossi
Storia delle Olimpiadi, quarantaduesima puntata: la fiamma olimpica
Storia delle Olimpiadi, quarantatreesima puntata: Ulderico Sergo
Storia delle Olimpiadi, quarantaquattresima puntata: Ugo Frigerio
Storia delle Olimpiadi, quarantacinquesima puntata: l’eccezionale ciclismo su pista azzurro ad Atlanta ’96
Storia delle Olimpiadi, quarantaseiesima puntata: i “Tre Moschettieri di Amsterdam”
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Storia delle Olimpiadi, cinquantaduesima puntata: Alberto Braglia
Storia delle Olimpiadi, cinquantatreesima puntata: Riccardi, Ragno, Cornaggia-Medici
Storia delle Olimpiadi, cinquantaquattresima puntata: Helene Mayer
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Storia delle Olimpiadi, cinquantottesima puntata: Ennio Falco
Storia delle Olimpiadi, cinquantanovesima puntata: Abebe Bikila
Storia delle Olimpiadi, sessantesima puntata: l’oro del Settebello 1948
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Storia delle Olimpiadi, settantesima puntata: Jury Chechi
Storia delle Olimpiadi, settantunesima puntata: Luigi Beccali
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giuseppe.urbano@oasport.it
Foto: profilo FB Josefa Idem