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Triathlon, Olimpiadi Rio 2016: le speranze dell’Italia. Medaglie fuori dalla nostra portata…

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Domani a Caorle (VE) andrà in scena il Campionato Italiano di triathlon olimpico assoluto e U23. Per la sola Anna Maria Mazzetti si tratterà dell’ultimo test agonistico prima delle Olimpiadi di Rio. L’attuale regina del triathlon azzurro cercherà di riconfermare il titolo nazionale vinto a Farra d’Alpago nel 2015; la pluricampionessa italiana è ala ricerca di importanti risposte in vista della prova brasiliana, a maggior ragione dopo i problemi fisici che ne hanno a tratti ostacolato l’avvicinamento. Hanno invece rinunciato alla kermesse tricolore per concentrarsi esclusivamente sull’appuntamento a Cinque Cerchi Alessandro Fabian, Davide Uccellari e Charlotte Bonin.

Ma quali saranno le speranze dei nostri quattro portacolori a Rio de Janeiro? Non vogliamo alimentare inutili, anzi, controproducenti aspettative: entrare nelle prime venti al femminile e (come minimo!) nei primi dieci, con Fabian, sarebbe un buon risultato.

La lombarda Anna Maria Mazzetti (solo quattro tappe di World Series all’attivo nel 2016, ndr) e la valdostana Charlotte Bonin sono rispettivamente 30^ e 44^ nel ranking mondiale stagionale, hanno entrambe vissuto un’altra esperienza olimpica (Londra, 2012 la prima, Pechino 2008, la seconda), ma senza centrare addirittura la top-40… Certo, una partecipazione olimpica non può essere assolutamente paragonata ad un’altra, ma sono soprattutto i risultati di quest’anno a non lasciare grandi speranze alle nostre due triatlete. Statunitensi, britanniche, australiane, la bermudiana Duffy e la neozelandese Hewitt, su tutte, paiono oggettivamente inarrivabili, ergo, la speranza dev’essere quella di vedere Mazzetti e Bonin nel gruppo delle migliori il più a lungo possibile (d’altronde nella prima frazione a nuoto possono senz’altro ben figurare) per non perdere contatto dalla top-20 in dirittura d’arrivo.

Gara maschile. Davide Uccellari e Alessandro Fabian occupano attualmente la 45^ e 29^ piazza del ranking ITU, avendo preso parte rispettivamente a quattro e cinque tappe su sette delle World Series 2016. Ma se i risultati e il palmarès del primo non fanno sperare a nulla più di una top-20 a Rio, il carabiniere padovano è atteso, per sua stessa ammissione (clicca qui per leggere la nostra intervista ad Alessandro Fabian), a migliorare lo splendido 10° posto conquistato a Londra quattro anni fa.

In questo quadriennio, Fabian ha dimostrato di valere i primi dieci/quindici al Mondo, talvolta interpretando gare dagli alti contenuti tecnico-agonistici con l’esperienza e l’intelligenza dei big. Certo, gli spagnoli Mola-Alarza e i soliti, fantastici fratelli Alistair e Jonathan Brownlee vanno sistemati una spanna sopra a tutto il resto della compagnia, ma la scalata alla top-5 olimpica non può essere considerata già in partenza una mission impossible per il nostro triatleta-simbolo. Oltre alla maturità e alla scaltrezza, però, serviranno gambe, braccia e polmoni in quel di Copacabana, proverbiale location da sogni. A Cinque Cerchi colorati…

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giuseppe.urbano@oasport.it

Foto: Viviano Fabian

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