Tuffi
Tuffi, Olimpiadi Rio 2016: Tania Cagnotto a caccia di due medaglie
Di attesa ce n’è tanta, lei cerca di non sentirla anche se ha già detto che, negli ultimi giorni prima delle gare, sarà impossibile non farsi prendere dalla tensione. Anche se l’Olimpiade cui parteciperà sarà la quinta della carriera. Perché Tania Cagnotto, 31 anni, 29 medaglie europee (20 d’oro) e 10 mondiali, su un podio a cinque cerchi non c’è mai salita e se non lo farà a Rio 2016 avrà mancato per sempre l’ultimo gradino verso l’Olimpo. La ricorderemo comunque come la più grande fuoriclasse della storia italiana, certamente, ma chiudere in bellezza darebbe ancor più lustro alla leggenda. E allora giù la maschera: le ambizioni brasiliane della bolzanina parlano di due medaglie. E lei ha un “buon presentimento”.
IL PARADOSSO DEL BIS – Due medaglie, si diceva, come le due gare in cui Tania Cagnotto sarà impegnata a Rio 2016. Prima il sincro da 3 metri con Francesca Dallapè, il 7 agosto alle 21 italiane, poi esattamente una settimana dopo alla stessa ora l’eventuale finale individuale. Il paradosso di cui sopra è semplice: aprire con la finale secca (otto nazioni, senza eliminatorie, cinque tuffi per la corsa alla gloria) della prova di coppia in cui le previsioni stagionali vedono l’Italia seconda forza dietro alla Cina e comunque iper competitiva per i primi tre posti insieme al Canada (con Pamela Ware mai del tutto convincente al fianco di Jennifer Abel) e all’Australia (con un nuovo duo, Maddison Keeney e Annabelle Smith) significa giocarsi già quasi il tutto per tutto. Perché con una medaglia, come spesso accaduto in passato, Tania Cagnotto affronterebbe con molta più serenità la gara individuale, consapevole di aver già fatto il suo, mentre senza l’azzurra si ritroverebbe a dover andare all-in, per usare un termine del poker, in una gara in cui le cinesi saranno due e il posto vacante sul podio, dunque, realisticamente solo uno.
IL TESTA A TESTA CON LA ABEL – Impossibile, ora come ora, fare previsioni su come andrà la gara sincro. I numeri stagionali sorridono all’Italia, ma sarà come al solito il trampolino a emettere il suo verdetto definitivo. A Londra 2012 Cagnotto-Dallapè non furono precisissime e persero per 2.60 punti la medaglia dal Canada, superate anche dagli Stati Uniti ora addirittura assenti. Si può abbozzare, invece, l’andamento del duello con Jennifer Abel, sulla carta la rivale più quotata per la medaglia individuale al netto delle sicure ripercussioni morali dopo la finale del 7 agosto. Il quadro è semplice, quasi matematico: grazie al coefficiente 3.4 del doppio e mezzo avanti carpiato con due avvitamenti (tuffo che esegue anche l’australiana Maddison Keeney, tanto potenzialmente pericolosa quanto ancora acerba), se la nordamericana dovesse volare sulle vette già raggiunte negli ultimi due anni – parliamo per esempio dei 386.55 della tappa delle World Series 2016 di Windsor, in casa – per Tania Cagnotto ci sarebbero pochissime speranze, perché raramente le cinesi sbaglieranno. Ma la forza della bolzanina sta soprattutto a livello mentale: gli stessi discorsi si facevano ai Mondiali di Kazan dello scorso agosto e, proprio all’ultimo tuffo, il doppio e mezzo rovesciato carpiato, Abel sbagliò regalando il podio all’Italia. Le dimensioni della fuoriclasse azzurra? 366.90 il recente record personale ottenuto agli Assoluti di Roma, 355.60 ma con un triplo e mezzo avanti carpiato da 49.60 l’ultimo rilevamento al Grand Prix di Bolzano che significa 375 punti in canna. Poi i tuffi non sono matematica e specialmente in un’Olimpiade tutto può succedere, ma se la gara dovesse mantenersi su questi ultimi standard ecco che Tania Cagnotto sarà sicura protagonista per il podio.
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francesco.caligaris@oasport.it
Foto da: DeepBlueMedia/comunicato Len