Pallavolo
Volley, Olimpiadi Rio 2016 – Cosa cambierà senza i time-out: partite più veloci, il gioco sarà davvero rivoluzionato?
Alle Olimpiadi di Rio 2016 si giocherà senza time out tecnici. Un’autentica rivoluzione per il volley con le partite che cambieranno in maniera sensibile il proprio corso. Analizziamo nel dettaglio quali saranno le modifiche sostanziali al match:
- Non si tirerà praticamente mai il fiato durante il set. Sono stati tolti due minuti importanti che permettevano ai giocatori di riprendere le forze in vista degli scambi successivi
- Annullato il vantaggio psicologico della squadra in testa al 16esimo punto: spesso era una spinta verso il rush finale che portava alla chiusura del set, soprattutto in una lotta punto a punto
- I CT dovranno prestare la massima attenzione nel chiamare i time out discrezionali perché avranno a disposizione solo quei due stop per chiamare a raccolta la propria squadra. Solo per due volte in un set il sestetto si ritroverà accanto alla propria panchina
- Poca possibilità di aggiustare quello che non va, affidata solo ai discrezionali. Chi è in serie non viene fermato dalla campanella e può andare avanti a infierire, chi è alle corde non potrà contrare sul tecnico previsto dal regolamento
- La riduzione dei time-out diminuirà anche i consueti falli di rientro: quelle palle post 16 non ci saranno verosimilmente più
- Le due chiamate per il video-check assumeranno ancora di più importanza sotto il profilo della gestione del gruppo. Saranno due occasioni in cui davvero chiamare a sé il gruppo, sfruttando l’attesa della moviola. Succede già adesso, a Rio varrà ancora di più.
Queste le negatività che ci sembrano maggiori in prima battuta, poi potremo fare ulteriori valutazioni dopo aver visto i primi set con questo sistema.
È comunque scorretto che un cambiamento di regolamento così importante venga comunicato a sole due settimane dall’inizio delle Olimpiadi!
È irrispettoso nei confronti di giocatori, squadre e appassionati. La motivazione, inoltre, è anche poco apprezzata: per ridurre i tempi. In una partita con 3 set si risparmiano sei minuti, che diventano otto in caso di quarto set. Insomma non è quello che può fare la differenza tra il guardare o non guardare una partita per il non appassionato che per caso sarà davanti al televisore durante i Giochi. Come non ha senso la ricerca spasmodica che si sta facendo per ridurre il tempo delle partite: le proposte fallimentari dell’ultimo periodo (emblematica quella dei tre tempi testata in Olanda) dovrebbero aver già dato una risposta ai vertici della FIVB.
stefano.villa@oasport.it
Nany74
22 Luglio 2016 at 17:22
Sono d’accordo con Ste86. Non condivido le critiche mosse a questa decisione, se non solo il fatto di aver aspettato tanto a prenderla! Magari si poteva iniziare già dalla Champions di quest’anno, ma sappiamo che ai vertici piace fare i protagonisti con queste “sorprese” no? Come detto nell’articolo, si tratta di sei minuti di pausa in meno: se questo mette fisicamente a sedere una squadra beh, allora forse i problemi sono altri. Per quanto riguarda interrompere chi è in serie, dico una volta in più “finalmente”!!! Sono problemi di chi subisce tirare su la testa e reagire, non cose da gestire “ai box”…ed il riferimento è puramente voluto! Coraggio su, maniche belle alte e via….altro che pensare alle pause: pensiamo a giocare!! 🙂
ste86
22 Luglio 2016 at 10:13
Non capisco proprio queste critiche a una delle migliori decisioni prese dal mondo della pallavolo negli ultimi anni.
Sei time out per set erano francamente eccessivi (già in Italia sono stati ridotti da due a uno i time out tecnici) e credo un unicum rispetto ad altri sport. Previsti più per esigenze pubblicitarie che per altro.
Inoltre con l’introduzione del video check si sono aggiunte ulteriori pause durante il gioco (pause che vengono sfruttate dai ct per dare informazioni alla squadra): il gioco risulta ormai troppo spezzettato e con troppe interruzioni.
Parlare di rivoluzione e stravolgimento del gioco è assolutamente fuori luogo ed eccessivo…