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Atletica, Olimpiadi Rio 2016 – Salto in alto, progressione folle e troppi errori. Vince Ruth Beitia a 197, Alessia Trost quinta

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La Finale del salto in alto alle Olimpiadi di Rio 2016 è stata la sagra dell’errore. Non per colpa delle ragazze ma di chi ha preconfezionato una progressione davvero esagerata: 1.88, 1.93, 1.97, 2.00. Il risultato è che a 197cm ci sono arrivate solo quattro atlete, che nessuna è riuscita a superare la fatidica barriera dei 2 metri e che si sono visti 16 salti riusciti e 63 errori dalle ragazze rimaste in gara dopo la prima misura.

La gara andava certamente strutturata in modo migliore ma chi vince ha sempre ragione. E questa volta è Ruth Beitia! A 37 anni l’eterna spagnola, dopo una carriera esplosa ai massimi livelli solo nelle ultime stagioni (è reduce da tre titoli europei consecutivi), si consacra definitivamente e si laurea Campionessa Olimpica con pieno merito: 1.97 al primo tentativo in un percorso immacolato. Sono bastati tre salti all’atleta di Sander per mettersi al collo la medaglia d’oro, sempre con la sua tecnica proverbiale e quella rincorsa tutto storta che è il suo marchio di fabbrica. Non si vinceva l’oro olimpico con questa misura addirittura da Mosca 1980: ci riuscì Sara Simeoni.

Medaglia d’argento alla sorprendente bulgara Mirela Demireva (1.97 del suo personale al primo tentativo ma letale l’errore a 1.88), bronzo alla croata Blanka Vlasic (1.97 alla seconda prova) che piazza il colpo di coda in una stagione poco esaltante per l’ex Campionessa del Mondo capace di tornare sul podio a cinque cerchi otto anni dopo l’argento di Pechino 2008. La statunitense Chaunte Lowe aveva superato 1.97 alla terza prova e quindi si è dovuta accontentare del quarto posto.

C’è aria di occasione sciupata per Alessia Trost. L’azzurra ha indubbiamente nelle gambe le potenzialità di saltare 1.97 ma invece ha commesso tre errori alla quota medaglia dopo aver superato indenne 188 e 193. La friulana chiude così al quinto posto la sua prima esperienza Olimpiade ma sarà ben conscia che sarà difficile ritrovare un’occasione del genere. Desiree Rossit ha terminato in 16esima posizione: 1.88 all’ultima prova, poi errori a 193. L’altra friulana in gara merita comunque un grosso applauso per essersi qualificata alla finale.

 

1 Commento

  1. ale sandro

    21 Agosto 2016 at 08:52

    Sinceramente l’unica possibilità per vedere lottare Trost per il podio , si sarebbe verificata con tre errori a 1.97 di Vlasic e Lowe, cosa assai difficile.
    Non riesco a vederci occasione svanita per un’atleta che continua ad avere all’aperto, dove l’atletica conta di più, prestazioni tutte non superiori a 1.94 , escludendo l’1.98 di tre anni fa a Tampere, mai neanche avvicinato.
    Ci sono stati infortuni, cambiamenti tecnici con la rincorsa, ma la sensazione è che all’aperto sia rimasta sempre uguale. Questo è ormai il suo standard, spero nel prossimo quadriennio possa finalmente fare un salto di qualità vero , per poter essere più continua a livelli ben superiori.
    Pure Rossit, con zero esperienza di gare importanti, ha in stagione un risultato migliore del suo.
    E ha decisamente fatto meglio di lei in stagione anche la Demireva, che dopo aver saltato 1.96 all’europeo un mese fa, vincendo l’argento, sale ancora di personale e si prende il secondo posto, in una gara complessivamente modesta.
    Mi fa specie vedere vincere Beitia a 1.97, in una rassegna che ha visto varie meraviglie da un fenomeno come Van Niekerk, dalla Wlodarczyk alla Ayana, oltre a grandi prestazioni di Rudisha, le triplette di Bolt e le doppiette di Farah,Eaton nel decathlon,una gran gara di lungo femminile, e proprio la Thiam nell’eptathlon che guarda caso nell’alto assieme alla Johnson – Thompson ha vinto la gara con 1.98.
    E’ incredibile come una federazione stia facendo di tutto per azzoppare il proprio sport, con regolamenti rigidi quando non servono, che squalificano atleti danneggiati costretti a mettere involontariamente un piede fuori per non cadere e senza guadagnare nulla, mentre riabilita atlete che si sono danneggiate tra loro , con la storiella da libro cuore da due soldi, facendole passare il turno. Federazione incapace di capire anche come valorizzare i concorsi, che si ostina a mettere progressioni senza logica, quasi come volesse far finire subito la gara. E in altri settori sembra vigere un regolamento tutto personale a uso e consumo di come tira il vento, dove quasi si decide chi deve arrivare al traguardo e chi deve essere fermato prima, per fare la classifica preferita.
    Dovevano esserci grandi cambiamenti con Coe, vedremo se nel prossimo quadriennio miglioreranno le cose, per ora ho seri dubbi.

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