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Basket, Olimpiadi Rio 2016: la Spagna è tornata, il Brasile è out. Croazia dall’inferno al paradiso!
Si è chiusa oggi la fase a gironi del torneo di basket maschile alle Olimpiadi di Rio 2016. E’ stata un’ultima giornata incandescente, perché nel gruppo B c’erano da emettere ancora dei verdetti definitivi (e da evitare gli USA nel primo match dal non ritorno…). Le sole squadre già certe del pass ai quarti di finale erano Lituania e Argentina. Stanotte le hanno raggiunte Spagna e Croazia. Vediamo come.
Nigeria-Brasile (h 19:15). Come nei precedenti match, il Brasile parte perseverando su un’esagerata ricerca del tiro da 3, con pessimi risultati, ma va grazie ai rimbalzi in attacco di Nené su tutti; è proprio quando l’azione si appoggia sul centro dei Rockets che i sudamericani trovano qualche soluzione. La Nigeria si adegua a zona ma ha a sua volta problemi nella metà campo offensiva. Il tutto si traduce in una partita a punteggio basso. L’unico a centrare il bersaglio grosso per i padroni di casa è il discusso Hettsheimer, la cui pericolosità da oltre l’arco è la motivazione principale della sua presenza in campo (infila tre triple a cavallo fra il primo e il secondo periodo). Uzoh e Akognon forzano diverse situazioni ma sono gli unici a muovere il tabellone per la Nigeria, che stenta a rimanere aggrappata ad una partita confusionaria che vede, però, il Brasile più lucido e finalmente preciso da lontano, in particolar modo con Benite: i suoi 10 punti nel finale di tempo valgono la doppia cifra di vantaggio all’intervallo lungo (42-31). Come a inizio partita, è Aminu a suonare la carica per gli africani, ma il Brasile tiene a distanza gli avversari grazie ad un super Nené, bravo sia a mettersi in proprio che a pescare i tagli dei compagni dopo il post-basso. Coach Voigt trova solo in Umeh un baluardo mentre gli altri, oltre che tecnicamente limitati, sembrano anche piuttosto stanchi. Una doppia stoppata di Ibekwe dona nuova linfa alla Nigeria che entra nell’ultimo periodo sotto di soli 7 punti. Un’altra tripla dell’ex play di Sassari costringe coach Magnano a ricalare il suo jolly Nené che, con due liberi, muove il punteggio dal 61-57 su cui ristagnava da quasi 3 minuti. Huertas riporta i suoi sul +10 a 4:56 dall’ultima sirena; da qui in poi i sudamericani non si guardano più indietro e lasciano in panne i nigeriani che non trovano le risorse per reagire a quest’ultimo allungo brasiliano. I padroni di casa esultano e si apprestano a vivere una serata di passione in cui il proprio destino, purtroppo per loro, sarà deciso dalla sconfitta, stavolta amarissima, degli odiati cugini “argentini”.
Spagna-Argentina (h 24). La Spagna centra la terza vittoria consecutiva e si qualifica da seconda. Ci sarà quindi il derby europeo contro la Francia nei quarti. L’ Argentina invece, in una gara in cui non aveva nulla da chiedere, perde e si metta a guardare la sfida tra Croazia e Lituania per capire chi dovrà affrontare. Lo squadrone ritrovato di Sergio Scariolo, nella gara da dentro o fuori, gioca una partita tenace e dopo lo 0-8 al passivo iniziale, inizia a comandare i ritmi di gioco, archiviando di fatto la contesa nella prima metà di gara. I sudamericani devono così “accontentarsi” della terza (che li porterebbe contro l’Australia) o della quarta posizione (contro Team Usa). L’Argentina parte fortissimo, con due bombe di Ginobili a nobilitare lo 0-8 sul tabellone di gioco. La reazione della Spagna è di quelle importanti: Fernandez ne mette quattro in fila firmando la parità a quota otto, Ginobili replica ancora dall’arco, ma Fernandez va ancora a segno dalla lunga distanza. Il numero cinque iberico è però scatenato, mettendo il suo decimo punto personale che apre il break in cui Mirotic, Gasol e Llull s’iscrivono, allungando fino al 22-11. Acuna sblocca l’Argentina, ma la Spagna amministra e con la tripla di Rodriguez vola sul 25-15 a fine primo quarto. Nel secondo periodo sale in cattedra anche Navarro, trascinando la propria squadra sul 35-21. Ginobili e Nocioni provano a ricucire lo strappa, ma Navarro e Gasol rimettono quindici lunghezze di margine (45-30), dopo diciotto minuti. Campazzo va a bersaglio da tre punti, ma è la formazione iberica a dettare i ritmi di gioco andando negli spogliatoi sul 48-35. Dopo l’intervallo, è la bomba di Gasol a fissare i venti punti di scarto, colpendo per il 55-35. E’ ancora il numero quattro della Spagna a timbrare il più ventidue (62-40 al 25′) in una partita che scorre via rapidamente (71-57 dopo trenta minuti). Nell’ultimo periodo Laprovittola, Mainoldi e Scola ricuciono fino al meno undici (75-64 al 33′), ma bastano un paio di canestri di Gasol per respingere l’attacco sudamericano. Fernandez dall’arco e Reyes da sotto rimettono venti punti di margine a tre minuti dal termine: l’Argentina non preme più, svuota la panchina e va k.o. con il punteggio finale di 92-73.
Lituania-Croazia (h 3:30). La Lituania dura un periodo, la Croazia balza dalle retrovie alla testa del girone. Le premesse facevano immaginare un’ultima giornata “folle”, per quanto riguarda il gruppo B del torneo maschile del basket olimpico, ed il match di chiusura non ha tradito le aspettative. I baltici, dopo una partenza a Cinque Cerchi sprint, si arenano nelle ultime due uscite, cadendo sotto i colpi di Spagna prima e appunto Croazia, poi. Stasera Maciulis (6 punti, ai limiti dell’inguardabile al tiro, ma non solo) e soci chiudono in vantaggio i primi dieci minuti di gioco, dopo crollano quasi di schianto. Alla fine saranno “solo” 9 i punti di distacco, tuttavia, durante i 40 minuti, la squadra di coach Petrovic sfiora anche il +20. Si salva Kalnietis (26 punti, 11 assist), ma non può bastare contro gli indemoniati croati, che hanno le uniche due colpe di non partire né finire bene, dilapidando un vantaggio enorme fino a giungere ad un misero +6 a poco più di un minuto dall’ultima sirena. A livello individuale, grandi performance per Simon, Saric e Bogdanovic: i soliti noti, insomma. Vero Italia?
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giuseppe.urbano@oasport.it
Foto: profilo FB Marcelinho Huertas