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Basket, Olimpiadi Rio 2016: Stati Uniti-Serbia, la finale in tre chiavi tattiche

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Questa sera ci sarà la finale del torneo di basket delle Olimpiadi di Rio 2016 tra Stati Uniti e Serbia. Qui di seguito l’analisi della sfida in tre punti:

CABINA DI REGIA: il duello in questo caso è tutto tra Milos Teodosic e Kyrie Irving. Entrambi stanno vivendo il miglior momento della loro carriera e sono stati grandi protagonisti con la maglia dei loro club. Da eterno perdente a trascinatore di una nazionale che sogna l’oro olimpico, questa la parabola della carriera di Teodosic, da sempre considerato uno dei migliori play d’Europa e che, dopo numerose delusioni, ha finalmente raggiunto il suo apice vincendo nello stesso anno campionato russo, Eurolega e almeno la medaglia d’argento. Dall’altra parte c’è Irving, reduce dal titolo NBA conquistato con i suoi Cleveland Cavalliers, segnando anche la tripla della vittoria nella decisiva gara 7. Tornando al match di stasera non sarà importante solo l’attacco, ma soprattutto l’atteggiamento difensivo che entrambi mostreranno: soprattutto Teodosic, che non è certamente un grande difensore sarà chiamato ad un lavoro extra su Irving e anche poi sul subentrante Lowry.

 

TIRATORI SCELTI: il tiro da tre punti sarà un altro elemento chiave nella sfida di questa sera. Gli Stati Uniti sono la squadra con la percentuale migliore (37.6%), ma anche la Serbia è subito dietro (35.7). Kevin Durant sta viaggiando ad un irreale 62.5% dall’arco ed è ovviamente la principale arma offensiva di Team USA, ma la squadra di coach K può contare anche su Kyrie Irving, Carmelo Anthony e soprattutto Klay Thompson, che in questa Olimpiade ha faticato a trovare il ritmo giusto, ma che se si dovesse accendere diventerebbe incontenibile per la difesa serba. Anche Djordjevic, però, ha a sua disposizione alcuni grandi tiratori, primo fra tutti Bogdan Bogdanovic, che sta tirando con oltre il 40% dalla linea dei tre punti.

 

SOTTO IL FERRO: lo scontro più accesso ed infuocato sarà quello sotto i tabelloni. DeAndre Jordan e DeMarcus Cousins da una parte, Miroslav Raduljica e Nikola Jokic dall’altra, anche se forse quest’ultimo verrà meno coinvolto dalla battaglia. Soprattutto il nuovo centro dell’Olimpia Milano è il perno fondamentale della squadra di Djordjevic, essendo il miglior marcatore serbo nell’intero torneo (oltre 15 punti di media). Raduljica si troverà a battagliare con i due lunghi americani e il suo lavoro sarà quello di caricare di falli soprattutto Jordan, che ha caratteristiche che nessun lungo della Serbia ha e che già in semifinale con la Spagna ha dominato, stabilendo il record di rimbalzi conquistati (16) per la nazionale americana.

 

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Credit Photo: Fiba Basketball Twitter (Fiba.com)

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