Canottaggio
Canottaggio, Olimpiadi Rio 2016: Italia meglio di quattro anni fa grazie al settore di punta
Da due a quattro finali, da un argento a due bronzi. L’Italia esce sicuramente meglio dalle Olimpiadi di Rio rispetto a quanto visto quattro anni fa a Londra. Lo ha fatto grazie allo splendido lavoro del settore di punta senior, capace di ritornare sul podio a cinque cerchi dopo 12 anni. E lo ha fatto rischiando. Il cambio Marco Di Costanzo-Domenico Montrone ha permesso all’Italia di costruirsi un’altra carta da medaglia in una disciplina, il due senza, che pochi mesi fa aveva dovuto fare i conti con la squalifica per doping di Niccolò Mornati. Proprio lui che insieme a Vincenzo Capelli aveva permesso all’Italia di essere a Rio.
SINTONIA IMMEDIATA Sono così saliti a inizio luglio Marco Di Costanzo e Giovanni Abagnale, il primo campione del mondo in carica del quattro senza e il secondo reduce dal mancato pass dell’otto (poi ripescato). Il connubio campano nonostante i pochi giorni di allenamento si è tuttavia rivelato sin da subito competitivo, riportando lo Stivale sul podio 68 anni dopo Felice Fanetti e Bruno Boni (sempre bronzo a Londra 1948). Tutto questo senza compromettere il cammino del quattro senza. Difficilmente infatti il quartetto iridato 2015 avrebbe potuto competere con Australia e sopratutto Gran Bretagna, nazione ininterrottamente d’oro da Sydney 2000. Bravi quindi il direttore tecnico Giuseppe La Mura e il caposettore Andrea Coppola ad affiancare Domenico Montrone a Giuseppe Vicino, Matteo Lodo e Matteo Castaldo.
GLI ALTRI SETTORI A rimanere a bocca asciutta sono pesi leggeri e coppia, con quest’ultimo che rompe una tradizione che durava da Seoul 1988. L’obiettivo medaglie era tuttavia davvero difficile per Francesco Fossi e Romano Battisti, quarti e giustamente soddisfatti per aver trovato la miglior gara nell’appuntamento clou della stagione. Un pizzico di amaro in bocca rimane invece per il quattro senza pesi leggeri, equipaggio come il due senza formato poco prima delle Olimpiadi ma subito competitivo. Aver messo in riga tra batterie e semifinali nazioni che sino a qualche mese prima gli azzurri vedevano da lontano aveva fatto sognare. Alla fine per Stefano Oppo, Martino Goretti, Livio La Padula e Pietro Ruta è arrivato un quarto posto che chiude l’avventura di un armo che non rivedremo a Tokyo 2020. Peccato per Marcello Miani e Andrea Micheletti, gli unici sotto le attese con una gara anonima nel doppio pl. Senza infamia e senza lode infine il settore femminile, per il quale si auspica un deciso passo in avanti per le Olimpiadi giapponesi, quando ci saranno sette barche al via. Trovarsi senza carte da medaglia sarebbe un gran peccato.
francesco.drago@oasport.it
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Foto Mimmo Perna