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Canottaggio, Olimpiadi Rio 2016: le speranze di medaglia dell’Italia, quattro senza e doppio pl le più ghiotte

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Dall’Algeria allo Zimbabwe. Sono 69 le nazioni rappresentate nel canottaggio alle Olimpiadi di Rio. Tra queste naturalmente anche l’Italia che negli ultimi giorni ha potuto aumentare il proprio contingente grazie al ciclone doping che si sta abbattendo sulla Russia. Quante medaglie potrà sperare di vincere lo Stivale in una specialità da sempre ricca di soddisfazioni per lo sport tricolore? Sulla carta le barche con maggiori possibilità sono il quattro senza e il doppio pesi leggeri.

QUATTRO SENZA

Vedremo se pagherà in casa Italia il cambio dell’ultima ora con Domenico Montrone schierato al posto di Marco Di Costanzo. Nelle ultime settimane il direttore tecnico Giuseppe La Mura ha infatti deciso di modificare il quartetto medaglia d’oro ai Mondiali dello scorso anno con l’innesto del pugliese insieme a Giuseppe Vicino, Matteo Lodo e Matteo Castaldo. Un cambio inatteso con il quale l’Italia cercherà di contrastare il 2016 fino a questo momento perfetto della Gran Bretagna. I sudditi di Sua Maestà Alex Gregory, Mohamed Sbihi, George Nash e Costantine Louloudis nei pronostici partono infatti leggermente avanti rispetto agli azzurri e all’Australia argento ad Aguilebette 2015 di William Lockwood, Joshua Dunkley Smith, Joshua Booth e Alexander Hill. Il sogno per gli azzurri  è ripetere l’impresa delle aquile d’oro a Londra 1948, quando gli operai di Moto Guzzi Giuseppe Moioli, Elio Morille, Giovanni Invernizzi e Franco Faggidei salirono sul gradino più alto del podio.

DOPPIO PESI LEGGERI

Otto anni dopo Marcello Miani ha un’altra occasione olimpica nella barca che ama di più, quella in cui si sente più a suo agio. La rincorsa è stata lunga e faticosa, ma alla fine il faentino che a Pechino 2008 finì quarto insieme a Elia Luini, è riuscito nell’impresa. Schierato al posto di Pietro Ruta (a Rio nel quattro senza pesi leggeri) il faentino non si è lasciato sfuggire l’occasione cogliendo con Andrea Micheletti la medaglia di bronzo a Poznan.

“Abbiamo preso parte alla tappa di Coppa del Mondo in Polonia con pochi allenamenti insieme, ora è un mese che lavoriamo sulla stessa formazione e questo ci sta permettendo di trovare sempre maggior feeling tra di noi – ha dichiarato sul sito federale Miani – Sicuramente gli avversari sono tanti e forti, ma noi abbiamo fatto un buon lavoro e cercheremo di tornare a casa soddisfatti”. A proposito di rivali, quelli più pericolosi sembrano essere i francesi Jérémie Azou e Pierre Houin, sodalizio come quello azzurro nato nel 2016 ma supercompetitivo sin dalle prime uscite.

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francesco.drago@oasport.it

Foto di Mimmo Perna

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