Ciclismo

Ciclismo femminile, Olimpiadi Rio 2016: Elisa Longo Borghini, dura tra le dure

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Gli ultimi due chilometri della prova in linea di ciclismo femminile alle Olimpiadi di Rio 2016 sono stati un quadro. Sofferente, coraggioso, lucido. Autrice, Elisa Longo Borghini. L’azzurra ha confezionato un vero e proprio capolavoro, ha sfruttato il proprio punto debole in volata per farne un punto di forza.

È andata a conquistarsi una medaglia olimpica su un percorso che ha premiato solo atlete vere. Ed Elisa fa parte di questo ristretto gruppo: ha coraggiosamente iniziato un inseguimento sfrenato a Mara Abbott, solitaria al comando, trascinando con sé le più veloci Johansson e Van Der Breggen, rispettivamente argento e oro sul traguardo. L’azzurra, conscia di non avere chance in una volata per gli ultimi due posti sul podio ha preferito aumentare le proprie possibilità di medaglia, riprendendo e superando in gran carriera la Abbott a 300 metri dalla conclusione ma inficiando le possibilità di produrre uno sforzo sufficiente in volata per arrivare all’oro.

Sorella d’arte dell’ex professionista Paolo Longo Borghini, corridore vecchio stampo e gregario con 4 Giri, 3 Tour e due Vuelta all’attivo, è cresciuta a pane e ciclismo. In carriera aveva già conquistato una medaglia di bronzo nel Mondiale di Valkenburg 2012 che, a soli 21 anni, l’aveva proiettata tra le grandi del ciclismo. Da quel momento tanti piazzamenti importanti e la vittoria nel Giro delle Fiandre femminile 2015, quando arrivò in solitaria sul traguardo dopo aver staccato tutte le avversarie con una splendida azione personale.

La sua vita è passata anche da un maledetto campionato italiano nel 2013, quando una caduta le ha provocato una grave ferita all’addome e la frattura della cresta iliaca a seguito di uno scivolone a 3 chilometri dal traguardo quando era in piena lotta per il titolo nazionale, vinto da Dalia Muccioli. Da lì una convalescenza prepotente, senza mai perdere il sorriso e la voglia di fare. Il suo avvicinamento a Rio 2016 e non solo è passato anche da qui, traendone ulteriore forza.

Elisa partiva con la consapevolezza di potersi giocare le proprie carte, pur senza essere accreditata tra le favorite. Ha gestito ogni pedalata, ogni scatto sulla salita finale. È sempre rimasta nelle prime posizioni con le compagne, che hanno svolto un ottimo lavoro nelle fasi precedenti di gara con Giorgia Bronzini ed Elena Cecchini che sono entrate nei diversi tentativi, mentre Tatiana Guderzo ha provato a rimanere con le migliori fino in fondo.

Il capolavoro, poi, è il prodotto dell’intelletto prima che delle gambe. Dell’ambizione e della consapevolezza, del calcolo e della sfrontatezza. Di un’atleta dura, che non ha mollato e ha trovato la soluzione perfetta anche quando sembrava spalle al muro. A 24 anni, Elisa Longo Borghini è salita sul tetto del mondo con il bronzo olimpico di Rio 2016. 

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gianluca.santo@oasport.it

Twitter: Santo_Gianluca

Foto: Pier Colombo

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