Ciclismo
Ciclismo, Olimpiadi Rio 2016: i possibili scenari tattici della corsa in linea
Con soli 5 uomini a disposizione per le squadre più numerose, la prova in linea di ciclismo su strada alle Olimpiadi di Rio 2016 potrebbe nascondere numerose interpretazione e possibilità tattiche. Il percorso potrebbe fortemente caratterizzare una gara che possiamo provare a dividere in tre tronconi.
I PRIMI 160 CHILOMETRI – Difficili da identificare. Ci sono strappi da ripetere più volte ma nessuna vera salita. In questa fase di gara potrebbe formarsi una fuga, anche corposa, nei primissimi chilometri. In base alla formazione di questo attacco, poi, si potrebbero sviluppare tattiche di gara diverse. Con un tentativo formato da atleti di rango e caratura inferiori, il gruppo potrebbe limitarsi a controllare, attendendo che questo si esaurisca da solo, probabilmente già prima dell’ingresso nel secondo circuito. Se invece dovessero andare all’attacco uomini di seconda fascia (ne sono presenti in diverse nazionali: De Marchi per l’Italia, Izagirre per la Spagna e così via) il plotone non potrebbe concedere troppo spazio e sarebbe costretto già ad inseguire e perdere uomini nella prima fase sulle salitelle di Grumari e Rota Funda.
I PRIMI DUE GIRI DEL CIRCUITO – Questa fase, da 80 a circa 30 chilometri dalla conclusione, potrebbe essere fondamentale per la gara. Il plotone affronterà due volte la salita di Vista Chinesa, quella dove dovrebbe decidersi la corsa. È difficile immaginare i favoriti già all’attacco, ma potrebbero provarci le seconde punte delle squadre più numerose e qualche outsider. Se non al primo passaggio sulla salita, dove la distanza dal traguardo potrebbe placare gli spiriti, al secondo potrebbe già essere il momento buono per un attacco di un corridore come Fabio Aru, per limitarci alla nazionale italiana. I tanti scalatori presenti in gruppo potrebbero rispondere e creare un gruppo numeroso e formato da corridori potenzialmente medagliabili e pericolosi anche per i big.
L’ULTIMO GIRO – Individuare un possibile sviluppo tattico è veramente difficile. Il gruppo sarà ridotto all’osso dalle salite precedenti e di fatto i capitani si troveranno in un lunghissimo testa a testa, influenzato anche dalla possibile presenza di un plotoncino di attaccanti davanti a loro. Gli equilibri interni ai gruppetti che si formeranno, in salita quanto in pianura, potrebbero essere fondamentali nel determinare l’attacco vincente, che potrebbe pervenire in qualsiasi momento. La salita si divide in due parti: la prima, più impegnativa, può risultare perfetta per scavare il primo buco rispetto agli inseguitori, la seconda, più facile, potrebbe invece consentire di coltivare quel piccolo margine di vantaggio fino a renderlo incolmabile. Se nessuno dovesse riuscire a fare la differenza in salita e discesa gli ultimi 10 chilometri pianeggianti si prestano ad attacchi e contrattacchi. Cogliendo il momento giusto e sfruttando un marcamento tra gli avversari si può arrivare fino al traguardo.
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gianluca.santo@oasport.it
Foto: Cometto – Boschetti