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Ciclismo
Ciclismo, Olimpiadi Rio 2016: Nibali, il sogno finisce in discesa. Van Avermaet è oro!
La speranza dell’Italia di vincere una medaglia, magari anche del metallo più pregiato, nella prova in linea di ciclismo su strada si è infranta con Vincenzo NIbali nella discesa da Vista Chinesa verso il traguardo di Copacabana. Ha un sapore amaro la corsa in linea delle Olimpiadi di Rio 2016 per i colori azzurri, con lo Squalo e l’intera squadra che sono stati perfetti fino alla sbavatura che gli è costata la possibilità di giocarsi il podio fino in fondo. Medaglia d’oro, a sorpresa ma non troppo, per un Greg Van Avermaet straordinario nel resistere in salita per poi scatenarsi negli ultimi 10 chilometri e in volata: Jakob Fuglsang e Rafal Majka hanno completato il podio.
Dopo una partenza al rallentatore, sulle prime difficoltà altimetriche si è formata la fuga giusta. Subito nomi importanti impegnati in un tentativo a sei che ha trovato l’approvazione del gruppo: Simon Geschke (Germania), Michal Kwiatkowski (Polonia), Jarlinson Pantano (Colombia), Michael Albasini (Svizzera), Pavel Kochetkov (Russia) e Sven Erik Bystrøm (Norvegia). Il loro vantaggio, nel giro di una manciata di chilometri, è salito fino a 8′: Italia e Spagna, squadre dei principali favoriti della vigilia, hanno iniziato a lavorare per limitare i danni e tenere sotto controllo la situazione.
Il grande lavoro, quantomeno inizialmente, l’hanno svolto Imanol Erviti e Alessandro De Marchi, che hanno riportato il gap nell’ordine dei 5′. Per il resto, la prima parte di gara è stata caratterizzata principalmente da problemi meccanici, derivanti anche dal tratto in pavé presente nel circuito di Grumari e dalle sollecitazioni derivanti dal passaggio sul ciottolato. In gruppo, sostanzialmente, non ci sono stati scossoni fino a 110 chilometri dalla conclusione: sfruttando anche un momento di vento, prima la Repubblica Ceca e poi la Gran Bretagna hanno rotto il gruppo in più tronconi. Nonostante alcuni chilometri di confusione e un ulteriore attacco promosso da un gruppetto di circa 15 atleti con al suo interno anche Fabian Cancellara e Philippe Gilbert, a 100 chilometri dall’arrivo il plotone si è ricompattato a 2′ di distacco dai fuggitivi.
La situazione è cambiata in maniera definitiva sul circuito di Vista Chinesa, con la salita più impegnativa di giornata da affrontare tre volte. Già al primo passaggio il gruppetto dei fuggitivi ha perso nell’ordine Bystrøm, Albasini, Pantano e Geschke, riassorbiti dal gruppo. Alle loro spalle, Damiano Caruso ha sfruttato un lungo lavoro di Steve Cummings della Gran Bretagna per portare un primo attacco. Sulla ruota dell’azzurro si sono prontamente riportati Geraint Thomas (Gran Bretagna) e Greg Van Avermaet (Belgio). A seguire, sono riusciti a rientrare anche Sergio Henao (Colombia) e Rein Taaramae (Estonia). Esclusa da questa azione, la Spagna è stata costretta a prendere controllo della testa del gruppo per non consentire a questi contrattaccanti di prendere troppo vantaggio. Tanti uomini importanti in difficoltà sin da questo prima passaggio per a salita: da Wout Poels (Olanda) a Philippe Gilbert, attivo poco prima e a lungo nelle prime posizioni del gruppo.
Al secondo passaggio sulla salita è cambiata la composizione del gruppo di testa: Andrey Zeits (Kazakistan) è riuscito a riportarsi sulla testa del gruppo con un’azione molto agile e brillante. Damiano Caruso, in leggera difficoltà, è riuscito a tenere duro e rimanere agganciato alla fuga buona. Il gruppo, alle loro spalle, è di fasto rimasto compatto, senza attacchi da parte dei big fino allo scollinamento.
Gli affondi, però, sono arrivati eccome: in discesa Fabio Aru e Vincenzo Nibali hanno letteralmente seminato il panico, portando via di forza un gruppetto comprendente Adam Yates (Gran Bretagna), Rafal Majka (Polonia) e Jakob Fuglsang (Danimarca) che si è riportato sulla testa della corsa proprio a fine discesa. Grazie al lavoro di Caruso, Aru e Nibali hanno attaccato la salita finale con oltre 40” di vantaggio sul resto del gruppo. Il sardo si è sacrificato lo Squalo una volta esaurito il lavoro di Caruso e a 21 chilometri dall’arrivo Nibali ha portato un primo attacco: sulla sua ruota sono rimasti Majka, Thomas ed Henao. Poco dopo è rientrato anche lo spauracchio Van Avermaet, seguito a metà salita da Zeits e Aru, al gancio ma ancora attaccato. Gli unici in grado di rientrare dal gruppo principale sono stati Joaquim Rodriguez (Spagna) e Louis Meintjes (Sud Africa). A 18 chilometri dall’arrivo, Nibali ha attaccato una seconda volta e con lui ha aumentato l’andatura Sergio Henao: rientrato Majka qualche centinaio di metri dopo Nibali è scattato ancora riuscendo a fare in un primo tempo la differenza.
Il colombiano e il polacco sono riusciti a chiudere sull’azzurro, che si è lanciato in discesa con i due avversari a ruota. Il siciliano ha provato a fare la differenza per difendersi dagli inseguitori, transitati in vetta con una ventina di secondi di ritardo, ma in una curva insidiosa verso sinistra è caduto trascinando con sé anche Henao, mentre Majka è riuscito a passare indenne, ritrovandosi solitario in testa alla corsa dopo aver faticato a tenere la ruota di Nibali ed Henao in salita.
Sul tratto in pianura finale Van Avermaet e Fuglsang sono riusciti a liberarsi della compagnia degli altri inseguitori e a portarsi in caccia di Majka, sfinito. Il ricongiungimento è avvenuto a 1 chilometro e 500 metri dalla fine: da lì in avanti, Fuglsang ha praticamente tirato la volata agi due contendenti con Van Avermaet che si è imposto senza particolari problemi sfruttando le proprie doti di uomo veloce. Fuglsang ha conquistato l’argento, mentre Majka si è rialzato accontentandosi della terza piazza. La volata dei battuti è stata vinta dal francese Alaphilippe davanti a Rodriguez e Aru, sesto.
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gianluca.santo@oasport.it
Foto: Pier Colombo