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Ciclismo
Fabian Cancellara, un Re senza eredi
Se quella di oggi dovesse rivelarsi l’ultima giornata da corridore di Fabian Cancellara, l’addio dello svizzero al ciclismo pedalato non potrebbe essere più dolce. A 35 anni ha vinto con un colpo di autentica classe la prova a cronometro valida per le Olimpiadi di Rio 2016, dominando in un revival della sua prima parte di carriera.
Di origini italiane, con il padre che si è trasferito in Svizzera per ragioni lavorative, la vita sportiva di Fabian Cancellara è già nella storia del ciclismo del nuovo millennio. Selezionato dalla Mapei per passare professionista 2001 dopo 2 ori Mondiali Juniores a cronometro tra 1998 e 1999, decide di rimanere in Italia anche dopo il 2003 con la Fassa Bortolo. Passista poderoso, si è distinto sin da subito nelle cronometro e nelle Classiche di primavera: tra il 2006 e il 2010 vince quattro volte l’oro iridato contro il tempo, mentre il palmarés nelle Classiche è sconfinato. Una Milano-Sanremo (2008), tre Giri delle Fiandre (2010, 2013 e 2014), tre Parigi-Roubaix (2006, 2010 e 2013). In una volata ristretta, in fuga solitaria, con un attacco da finisser. L’arsenale a sua disposizione per vincere era senza confini.
Nonostante questo, i numeri non riescono a descrivere il carisma di Spartacus in gruppo. Una presenza costante, forte e imperiosa. Fabian Cancellara ha scritto la storia di 15 anni di ciclismo, collezionando quasi 30 giorni in maglia gialla al Tour de France e adesso anche due volte medaglia d’oro olimpica, la prima nel 2008 . Fabü ha deciso con largo anticipo di appendere la bicicletta al chiodo, di godersi con consapevolezza l’ultima stagione in sella per provare a togliersi gli ultimi sfizi.
La vittoria di oggi ha proiettato il Diretto di Berna in una nuova dimensione. Se dopo il 2010 non aveva più vinto un grande evento nella specialità che l’aveva fatto entrare nella cerchia dei grandi del ciclismo, la prova odierna è il ruggito orgoglioso del vecchio leone davanti ai giovani rampanti, pronti a prenderne il posto. La verità è che Cancellara non ha e non può avere eredi. Tony Martin, subentrato come numero uno della specialità, è entrato in una fase involutiva da un paio d’anni a questa parte e l’uscita dal tunnel sembra essere piuttosto lontana. Tom Dumoulin, emergente olandese favorito numero per la medaglia d’oro nella giornata odierna, si è dovuto piegare alla volontà di Cancellara. Più di ogni altra cosa, nessuno può raggiungere la completezza che ha caratterizzato Cancellara in corsa e fuori, la sua applicazione e la voglia di vincere che l’ha spinto a un’ultima impresa che sembrava impossibile da realizzare.
Fabian lascerà, e quella di oggi secondo alcune voci potrebbe essere stata la sua ultima gara, da numero uno. Il modo migliore per far calare il sipario su una carriera dominante, forse meno vincente delle immense possibilità di un corpo perfetto, mix di forza ed eleganza guidato da una grinta eccezionale.
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gianluca.santo@oasport.it
By James Boyes from UK (Fabian_Cancellara_SUIUploaded by Flickrworker) [CC BY 2.0], via Wikimedia Commons