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Artistica
FOTO – Ginnastica, Olimpiadi Rio 2016 – Il pianto cieco della piccola Shang, il sorriso tenebroso di Mustafina: bronzo di un decimo
Non solo Simone Biles. La Finale All-Around ha incoronato la Reginetta della Polvere di Magnesio ma alle sue spalle è andata in scena una gara bellissima che metteva in palio le altre medaglie.
Diamo uno sguardo al duello per il bronzo, sostanzialmente il duello più aperto visto che anche l’argento è finito abbastanza agevolmente al collo dell’altra statunitense Aly Raisman.
Aliya Mustafina è stata Campionessa del Mondo 2010, è la Campionessa Olimpica in carica alle parallele, nel circuito è universalmente riconosciuta come la Zarina, una delle ginnaste più forti, temute ed eleganti, sulla cresta dell’onda da un lustro. Indistruttibile. Un brutto infortunio non le ha impedito di tornare in gara e di brillare a Londra 2012, conquistando anche il bronzo nell’all-around. In sostanza: una che non molla mai e che, gira che ti rigira, la ritrovi sempre ad alti livelli quando conta.
Shang Chunsong è invece una piccola ginnasta cinese, purtroppo conosciuta e criticata perché dimostra molto meno dei suoi 20 anni. Il suo Paese ha spesso falsificato i passaporti (tanto da perdere il bronzo conquistato alle Olimpiadi di Sydney 2000) ma questo non significa che si sia imbrogliato anche sulla capitana dello squadrone asiatico. Shang è sulla cresta dell’onda da tre anni, ha un fisico davvero minuto ed esile (34kg x 140cm) e i lineamenti del viso da bambina. Lei è venuta ai Giochi Olimpici per mantenere una promessa fatta anni fa al fratello cieco: diventerò la nuova Campionessa così ti guarirò (clicca qui per conoscere tutta la storia).
In sostanza da una parte c’era una ginnasta fatta e finita, già vincente e conosciuta. Dall’altra un’atleta che cercava la rivalsa dopo aver concluso l’all-around al quarto posto nelle ultime tre grandi uscite internazionali, Mondiali compresi. Tutto per colpa del volteggio: il suo fisico non le permette di andare oltre a un semplicemente avvitamento, costringendola a grandissime prestazioni tra staggi e trave per recuperare il ritardo.
Rimonta che però non si è concretizzata per un solo decimo di punto. Le lacrime sono inevitabili per chi ci teneva così tanto a salire sul podio a cinque cerchi, per chi ha fatto una promessa e non è riuscita a mantenerla (comunque la casa per il fratello l’ha comprata grazie ai soldi guadagnati agli ultimi Giochi Cinesi). Mentre Aliya sorrideva in maniera sobria, elegante e tenebrosa anche in quel gesto di gioia che fatica a far trasparire. Alle spalle dei 32 denti mostrati da Simone Biles e Aly Raisman. Tre emozioni differenti: è il bello dello sport.