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Ginnastica, Jury Chechi: “Italia, settore maschile non degno della tradizione. Bisogna lavorare con le giurie…”. Futuro da Presidente?

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Jury Chechi ha rilasciato un’intervista al quotidiano La Repubblica. Il nostro indimenticato Signore degli Anelli, vincitore di cinque titoli mondiali consecutivi e dell’oro olimpico di Atlanta 1996, è pronto per ritornare alla ribalta candidandosi alla Presidenza della Federginnastica. Il 46enne toscano ha anche analizzato la situazione della ginnastica artistica italiana.

 

Jury Chechi non ha lesinato critiche al settore maschile, ormai ai minimi storici: “Andare male può capitare ma non esiste finire diciannovesimi a squadre nel Mondiale che qualifica alle Olimpiadi. Non è degno della nostra scuola. È triste e non è solo colpa dei ginnasti, ma del modo in cui vengono gestiti. Ormai si è creato un gap che non può essere colmato, nemmeno durante il quadriennio che porta a Tokyo. Non capisco questo clima poco sereno, troppo antagonista, che ho percepito nel nostro ambiente”.

Per quanto riguarda le ragazze, invece, non ha individuato dei problemi: “Al femminile c’è meno da preoccuparsi: due finaliste, una medaglia sfiorata, giovani in arrivo. Bisogna solo rimettere il CT Casella nelle condizioni di dare il massimo”.

 

Il Campione Olimpico di Atlanta 1996 si sofferma anche sulle giurie e sui tanto discussi punteggi: “Esiste un problema giurie, ma fa parte di questo sport. Bisogna lavorare anche su quello. Bisogna essere capaci di fare quel che fanno gli altri, cioè mettere in condizione gli atleti di ottenere il meglio, attraverso la diplomazia che è fondamentale per fare i propri interessi. Non parlo di pagare i giudici. A Rio 2016 l’Italia della ritmica si è dimostrata la seconda più bella e più brava, perché questo lavoro “diplomatico” non è stato fatto?”.

 

La modestia non manca a Chechi il quale analizza oggettivamente il valore tecnico dell’artistica contemporanea: “Nella ginnastica di oggi non so se vincerei. Di sicuro avrei dovuto modificare il mio esercizio, quello di Atlanta non bastava. A Rio si è vista un’Olimpiade bellissima, con un livello altissimo. La ginnastica è arrivata al limite, l’ha sorpassato, è andata oltre”.

“Simone Biles ha doti uniche, elevazione, potenza. Personalmente preferisco l’eleganza della Khorkina, della Comaneci e sono sicuro che in futuro torneranno a prevalere le capacità artistiche sulle acrobazie”.

 

Alla domanda se si stia candidando per la Presidenza della Federginnastica non si nasconde: “Da dodici anni sono fuori dalla Federazione. Il Presidente Agabio in passato ha fatto un buon lavoro e ora sta uscendo di scena. Sì, certo, mi piacerebbe dare il mio contributo, con questo mondo sono in debito”.

 

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