Seguici su

Artistica

Ginnastica, Olimpiadi Rio 2016 – Che Italia torna dal Brasile? Medaglia stregata, la mancata Finale, note positive e…

Pubblicato

il

L’Italia della ginnastica artistica torna da Rio de Janeiro senza medaglie. Alle Olimpiadi 2016 questo sport non è riuscito a dare il proprio contributo al bottino della grande spedizione azzurra che si sta mettendo in luce in Brasile (23 medaglie e 8 ori al momento della pubblicazione).

È vero che non contano solo i risultati e i podi ma assumono una valenza determinate in una competizione multisportiva, quando si fa anche un confronto con altre discipline e quando soprattutto si è sotto osservazione anche di chi non segue l’artistica durante l’intero quadriennio. I Giochi Olimpici rappresentano la massima cassa di risonanza e le medaglie sono oltremodo importanti.

 

La nostra spedizione era già dimezzata in partenza a causa di un settore maschile assente e in crisi che ha mancato la qualificazione con la squadra a causa di una brutta prestazione ai Mondiali 2015. Alle Olimpiadi gli uomini erano rappresentati dal solo Ludovico Edalli che poco poteva in un contesto così competitivo. È un movimento che va ricreato da zero, lavorando con i giovani: la strada è tutta in salita. I grandi veterani rimarranno ancora nel circuito? La storia di Matteo Morandi e Alberto Busnari potrebbe non essere finita, anzi…

Il femminile partiva invece con grossi ambizioni. Gli obiettivi però non sono stati raggiunti. Enrico Casella aveva alzato l’asticella dichiarando che l’Italia se la voleva giocare addirittura per un podio con la squadra. Una missione oggettivamente impossibile ma il coraggio e l’ambizione sono piaciute. Purtroppo però non ci si è nemmeno qualificati per la Finale, pagando una deludente rotazione alla trave. Si poteva puntare a una Finale di Specialità sui 10cm con Carlotta Ferlito e Vanessa Ferrari ma sono arrivate delle cadute. Si andava a caccia della medaglia con Vanessa al corpo libero, purtroppo sfumata a causa di una sbavatura sull’ultima diagonale che ha privato la più grande ginnasta italiana di un meritato podio a cinque cerchi.

 

La doppia finale al quadrato con Ferrari ed Erika Fasana è però una nota decisamente positiva, anche perché per la prima volta nella storia abbiamo portato due azzurre agli atti conclusivi di specialità. Eccezionale anche la nostra rotazione al corpo libero (secondo miglior punteggio al mondo, inferiore solo gli USA), promosso il riscatto di Carlotta Ferlito nella finale all-around e la novità del doppio avvitamento al volteggio, buono l’atteggiamento di Elisa Meneghini che nel turno di qualificazione ha dato la scossa giusta.

Come si evince è un bilancio che ha note positive e note negative, una via di mezzo che andrà analizzata attentamente da chi di dovere per tracciare poi la strada del futuro. Vanessa probabilmente si ritirerà, attenderemo le decisioni di Erika e Carlotta, alle loro spalle un progetto già disegnato e avviato verso Tokyo 2020: la promessa è quella di avere un sestetto di qualità per i Mondiali 2019 che qualificheranno alle Olimpiadi del prossimo quadriennio. Siamo fiduciosi, c’è fermento, la guida tecnica è importante. Speriamo bene.

 

I numeri, però, sono sempre importanti e dobbiamo elencarli. È vero che conta il lavoro che sta alla spalle ma poi bisogna produrre un frutto in pedana. Chiudiamo con due Finali di Specialità (quarto posto di Ferrari e sesta piazza di Fasana, entrambe al corpo libero), due Finali all-around (dodicesima Ferlito, sedicesima Ferrari), un decimo posto con la squadra femminile, un piazzamento nelle retrovie con Ludovico Edalli (eliminato nel turno di qualificazione).

A Londra 2012 conquistammo la medaglia di bronzo agli anelli con Matteo Morandi, due Finali di Specialità (quarto posto di Busnari al cavallo con maniglie, quarto posto di Ferrari al corpo libero), il settimo posto con la squadra femminile (prima e unica Finale della nostra storia), il settimo posto di Vanessa Ferrari nel concorso generale individuale.

A Pechino 2008 chiudemmo senza medaglie ma portammo tre uomini nelle Finali di Specialità: agli anelli Andrea Coppolino fu letteralmente derubato del bronzo concludendo al quarto posto e precedendo Matteo Morandi di due posizioni, Igor Cassina Campione Olimpico in carica fu quarto alla sbarra. Vanessa Ferrari si presentò invece con un tendine d’Achille a pezzi e fu solo undicesima nel concorso generale ma Carlotta Giovannini conquistò la prima storica finale di specialità per le donne (sesta al volteggio).

Ad Atene 2004 arrivarono addirittura due medaglie per opera di Igor Cassina (Campione Olimpico alla sbarra) e dell’eterno Jury Chechi (bronzo agli anelli).

 

stefano.villa@oasport.it

(foto Federginnastica)

Pubblicità

Dalla Home

Pubblicità

Facebook

Pubblicità