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Artistica
Ginnastica, Olimpiadi Rio 2016 – Giochi senza Romania, dopo 40 anni di medaglie: cosa cambia?
Per la prima volta dopo praticamente mezzo secolo le Olimpiadi dovranno fare a meno della Romania nella ginnastica artistica femminile. Era dal 1968 che a Bucarest e dintorni non si era costretti a guardare la Polvere di Magnesio senza poter fare il tifo per la propria squadra. Sarà davvero tutto anormale per il secondo movimento ginnico più medagliato ai Giochi, inferiore solo all’Unione Sovietica.
Un colpo davvero basso a tutto il circuito della Polvere di Magnesio che ha sempre visto una guida nel Paese capace di dare i natali a ginnaste del calibro di Nadia Comaneci, Simona Amanar, Andreea Raducan, Daniela Silivas, Gina Gogean, Ecaterina Szabo fino a Sandra Izbasa e Catalina Ponor. Per fare un parallelo calcistico è come se il Brasile non si qualificasse ai Mondiali di calcio.
Dopo 48 anni gli appassionati potranno sostenere solo la portabandiera Catalina Ponor (oltre naturalmente agli uomini Dragulescu e Muntean), un pessimo risultato che è la logica conseguenza di un movimento colato a picco nelle ultime stagioni e che ormai si aggrappava solo alla classe di qualche individualista.
Larisa Iordache (argento e bronzo iridato all-around nel 2014 e 2015), Catalina Ponor (pluri Campionessa Olimpica) e Diana Bulimar, però, non sono mai riuscite a gareggiare insieme tra i Mondiali 2015 (13esimo posto, serviva entrare tra le migliori otto per qualificarsi) e il Test Event della passata primavera (ultimi quattro posti a disposizione mancati nettamente), rendendo così praticamente impossibile il salvataggio della barca.
A Rio de Janeiro, tre mesi fa, si è completata un’autentica Caduta degli Dei, un’apocalisse che ha avuto grande eco in Romania e che è stata vista come una disfatta di tutto lo sport nazionale. L’impossibilità di schierare il quintetto rosa non è stata digerita in un Paese che dal 1976 al 2012 è salito ininterrottamente sul podio nel team event e che ha nella ginnastica artistica uno dei suoi sport di riferimento.
40 anni consecutivi con la medaglia al collo nella prova più importante, quella che misura la forza dell’intero movimento: Campionesse Olimpiche a Los Angeles 1984, Sydney 2000 e Atene 2004; argento a Montreal 1976, Mosca 1980, Seoul 1988, Barcellona 1992; bronzo ad Atlanta 1996, Pechino 2008 e Londra 2012.
Quest’assenza sopraggiunge tra l’altro nel quarantennale dei trionfi epocali di Nadia Comaneci che nel 1976 rivoluzionò totalmente la disciplina, mostrandosi al mondo con i suoi 10 perfetti e diventando un’icona conosciuta ancora oggi in ogni angolo del Pianeta.
Tanto caos nella guida tecnica, si è faticato a trovare il timoniere, pochissime giovani pronte per il cambio generazionale, i piani alti che non sono riusciti a capire il rischio a cui andavano incontro, pochi soldi e investimenti scadenti, con strutture non all’altezza della continua evoluzione sportiva. La mancata qualificazione alle Olimpiadi è un danno economico e di immagine, blocca la crescita e lo sviluppo della disciplina, allontana investitori e appassionati.
Come può rinascere la ginnastica in Romania? Servirà una guida tecnica salda, sicura, motivata. Servirà affidarsi a qualche tecnico straniero, soprattutto per le parallele. Bisognerà investire sul settore giovanile, ampliare la base che è troppo ristretta.
Soprattutto non bisognerà nascondersi dietro alle eventuali medaglie che l’infinità Catalina Ponor (29 anni tra tre settimane) potrà conquistare a Rio: un eventuale podio della Reginetta di Constanta tra trave e corpo libero non dovrà oscurare il resto.
stefano.villa@oasport.it