Artistica
Ginnastica, Olimpiadi Rio 2016 – Italia, il podio con la squadra era possibile? Si poteva azzardare, ma senza Finale…
La Finale a Squadre delle Olimpiadi 2016 ha sancito il dominio degli USA che si confermano la Nazione più forte nella ginnastica artistica femminile. Sono il Paese faro dell’intero movimento, c’è davvero poco da fare.
Alle spalle di Biles e compagne, però, si è consumata una bella gara, combattuta e intensa che ha premiato la Russia di Aliya Mustafina, capace di prendersi l’argento sfruttando la caduta finale della Cina. L’Italia purtroppo non ha partecipato alla festa, complici le tre cadute dalla trave maturate nel turno di qualificazione.
Un’eliminazione cocente per una squadra che era sbarcata a Rio de Janeiro con grandi ambizioni, addirittura per provare a conquistare una clamorosa medaglia a squadre ma incapace purtroppo di qualificarsi alla Finale.
Era oggettivamente possibile farlo, considerando la gara che è uscita ieri sera? Probabilmente no: i 176 punti netti conquistati dalle asiatiche, incappate comunque in errori e quindi non in giornata di grazia, sarebbero stati un traguardo probabilmente troppo alto per il nostro quintetto: sommando i migliori punteggi della stagione eravamo in zona 174, alzando l’asticella (com’è stato fatto in qualifica) ci si poteva sicuramente migliorare ulteriormente, ma forse non abbastanza per salire sul podio a cinque cerchi. Si poteva valere un quarto-quinto posto visti gli errori della Gran Bretagna, sorpresa anche da un Giappone ben oltre le aspettative.
È chiaro che con i se e con i ma non si fa la storia. Bisognava esserci in questa Finale. Vanessa Ferrari e compagne sono state brave domenica pomeriggio perché hanno osato parecchio alla trave ma col senno di poi non sarebbe stato forse meglio andare sul sicuro in quella rotazione, strappando così il pass per l’atto conclusivo? È chiaro che poi in Finale si poteva azzardare per puntare in alto.
Il Direttore Tecnico Enrico Casella si è dichiarato contento della prova delle sue ragazze, in allenamento gli esercizi sui 10cm non erano stati sbagliati ma nel momento clou purtroppo è successo il patatrac. Del tutto episodico perché le azzurre valgono molto di più di quanto visto in quei dieci minuti di difficoltà, ma purtroppo sono proprio quei pochi istanti che contano all’interno di un quadriennio e che vengono visti e valutati da milioni di italiani (e possibili avventori…) che seguono questo sport solo ai Giochi Olimpici.
A tutto il gruppo va il merito di averci creduto: non era mai capitato nella nostra storia che si pensasse di poter raggiungere i massimi livelli internazionali. Dei compitini svolti bene eravamo anche stanchi, benvenuta questa nuova mentalità che andava però perseguita con più accortezza. Serviva una qualifica senza strafare, basata sulla sicurezza, per raggiungere i 172 punti che valevano la qualificazione alla Finale (l’Olanda era il punto di riferimento, estremamente pulita in esecuzione). E poi lì, con le medaglie in palio, azzardare il tutto per tutto perché davvero tra ottavo e quinto posto non cambia nulla.
Usciamo senza rimpianti, considerando anche la gara che è venuta fuori ieri sera, con un po’ di amaro in bocca per il risultato ma con la convinzione di avere comunque un’ottima squadra (non c’era certo bisogno di questa Olimpiade per scoprirlo). Soprattutto avremo la carta da medaglia con Vanessa Ferrari, martedì 16 agosto al corpo libero: è lì che la nostra capitana può riuscire nell’impresa, soprattutto perché partirà con il terzo punteggio di qualifica, inferiore solo alle inarrivabili Simone Biles e Aly Raisman. Senza dimenticarci che domani sera avremo la Finale all-around sempre con Ferrari e con Carlotta Ferlito e che all’atto conclusivo al corpo libero prenderà parte anche Erika Fasana.
stefano.villa@oasport.it
(foto Bufolin/Federginnastica)