Artistica
Ginnastica, Olimpiadi Rio 2016 – Simone Biles, scettro da Cannibale! Dominio spaziale, la Campionessa sorride d’oro. Doppietta USA con Raisman
Simone Biles ha per l’ennesima volta catapultato la ginnastica artistica nel futuro e con una prestazione sbalorditiva, eccezionale, encomiabile e tecnicamente incredibile lascia a bocca aperta tutti gli appassionati, laureandosi meritatamente Campionessa Olimpica nel concorso generale con l’esorbitante punteggio di 62.198.
Quello conquistato oggi dalla 19enne di Columbus era uno dei titoli più scontati di tutte le Olimpiadi di Rio 2016, già assegnato alla viglia dell’evento e che andava semplicemente afferrato dalla legittima proprietaria. Questo autentico fenomeno che sta mettendo a soqquadro l’artistica non ha deluso le aspettative e ha certificato il suo comprovato dominio che tutti le riconoscono: in attività non c’è nessuna atleta che possa pensare di poterla battere e che possa anche solo provare ad avvicinarla. Semplicemente “She is The Greatest”, come stanno affermando negli USA.
Simone Biles è davvero la ginnasta più forte della storia? Sicuramente è la più titolata di sempre ai Mondiali (10 ori) e certamente proverà a chiudere i Giochi Olimpici con il pokerissimo d’oro che la consacrerebbe come donna di Rio 2016. Vale di più dell’artisticità e dell’iconicità di Nadia Comaneci, vale di più del palmares indiscutibile di Larisa Latynina (la donna più medagliata a cinque cerchi, meglio di lei in assoluto solo Michael Phelps), vale di più della sensualità e dell’eleganza di Svetlana Khorkina? Sono queste le domande che gli appassionati si stanno sicuramente ponendo dopo la performance odierna che ha riscritto i confini dell’arte sportiva.
L’allieva di Aimee Boorman ha completato un quadriennio magico, da dominatrice assoluta e leggendaria come mai nessuna era riuscita a fare in passato, vincendo tutti gli all-around a cui ha partecipato dall’aprile 2013 a oggi. Campionessa del Mondo 2013-2014-2015 (tre trionfi iridati consecutivi non si erano mai visti nella storia di questo sport), oggi ha dovuto semplicemente amministrare il pallino di una disciplina di cui possiede lo scettro in solitaria da quattro anni.
Un mostro di bravura, l’incarnazione dell’acrobatica, un marziano che ha squarciato il nostro sport e lo ha portato a livelli di eccellenza inattesi e inimmaginabili solo fino a qualche tempo fa. Simone Biles è stata incoronata Reginetta grazie a degli esercizi eseguiti in maniera splendida, impeccabile ed estremamente precisa: spaziale il suo elevatissimo Amanar al volteggio (15.866, leggermente meno precisa rispetto al 16.000 con 9.7 di esecuzione), la solita strenua “difesa” alle parallele (14.966). A metà gara ha subito il sorpasso da parte di Aliya Mustafina, la quale ha sfruttato la sua super rotazione alle parallele. Un piccolo momento di difficoltà per Simone che ha messo subito in chiaro le cose alla trave stampando un sonoro 15.433 (6.5). Chiude la serata emozionando la torcida brasiliana con il suo caldissimo corpo libero caratterizzato da quattro diagonali di valore esagerato, valutato in un incredibile 15.933 che la fa schizzare a quota 62.198, sfondando così ancora una volta il muro dei 62 punti, unica capace di riuscirci nell’intero quadriennio a livello internazionale.
Simone Biles si è sacrificata tantissimo per arrivare così lontano. Lei fa sembrare tutto facile ma in realtà questi risultati sono sì frutto del talento ma soprattutto di un lavoro spasmodico, ricercato, meticoloso che sfocia in 35 ore di allenamento alla settimana. In quattro anni si è concessa pochissime distrazioni, sempre concentrata sull’obiettivo, divorandosi le tappe intermedie che costituivano solo un passaggio obbligatorio per giungere all’ombra del Cristo Redentore ed ergersi a Statua della Ginnastica.
La sua è una storia di amore, non certamente comune. Come afferma Nadia Comaneci, Campionessa Olimpica a Montreal 1976: “Credete che una ragazza figlia di una madre alcolizzata, cresciuta dai nonni insieme a una sorella e due fratelli, non abbia fame di riscatto per raggiungere questi risultati?”.
Questa è un’analisi che riassume quanto ha dovuto passare questa meravigliosa ragazza di colore che nell’albo d’oro succede alla connazionale Gabby Douglas, Scoiattolo Volante e Venere Nera che trionfò a Londra 2012, anch’ella presente sugli spalti per incoraggiare la compagna dopo che l’altro ieri aveva vinto insieme l’oro dominando la prova a squadre. E pensare che da piccola hanno dovuto convincerla che sarebbe potuta diventare brava in questo sport, proprio come le ginnaste che vedeva in tv… Oggi, sui televisori di tutto il Pianeta, c’è proprio lei.
Da piccola, quando si recava in palestra, in pochi avrebbero immaginato che sarebbe arrivata fino a questo livello. Nelle gare regionali ha spesso perso, durante le competizioni in pochi guardavano i suoi esercizi. Oggi tutti si stanno mangiando le mani e hanno capito di avere sbagliato. Tutti tranne Martha Karolyi, Direttrice Tecnica della Nazionale a stelle e strisce, che ha avuto la fortuna di trovarsi a disposizione questa ginnasta già formata e di lanciarla sui palcoscenici che contano.
Gli USA conquistano il quarto titolo olimpico consecutivo nel concorso individuale: Carly Patterson ad Atene 2004 quando sconfisse Svetlana Khorkina, Nastia Liukin a Pechino 2008, Gabby Douglas a Londra 2012. Si tratta della quinta affermazione assoluta (la prima arrivò grazie a Mary Lou Retton a Los Angeles 1984 quando beneficiò del boicottaggio delle sovietiche).
Gli States festeggiano anche la loro seconda doppietta della storia, otto anni dopo la temibile accoppiata Liukin-Johnson che mise in ginocchio la Cina. Aly Raisman, infatti, dopo aver sconfitto Gabby Douglas nel turno di qualificazione, si mette al collo una meritatissima medaglia d’argento (62.098).
La Campionessa Olimpica al corpo libero, nonché capitana delle Fierce Five a Londra 2012 e numero 1 delle Final Five a Rio 2016, ha fatto gara da sola, a debita distanza dall’inarrivabile Biles ma nettamente in vantaggio su chi ha provato a incalzarla da dietro. Delizioso il suo esercizio finale al quadrato (15.433) ma in precedenza era stata brava al volteggio (15.633 con il suo Amanar), aveva faticato alle parallele (14.166) ma si era ben ripresa alla trave (14.866).
Aliya Mustafina conferma la medaglia di bronzo di Londra 2012 (58.665). L’infinita Zarina è addirittura in testa a metà gara grazie a delle parallele da urlo (15.666) e a un volteggi di qualità (15.200, poi però si spegne tra trave (13.866) e corpo libero (13.933), difendendo il podio per un solo decimo sulla cinese Shang Chunsong (58.549). Per la Campionessa Olimpica alle parallele arriva così la sesta medaglia olimpica della carriera: oro alle parallele, argento con la squadra, bronzo al corpo libero e all-around a Londra 2012; argento con la squadra e bronzo all-around a Rio 2016. Per la prima volta da Simona Amanar, una medagliata all-around ai Giochi sale sul podio dell’edizione successiva.
Splendida gara di Carlotta Ferlito che, dopo la caduta alla trave durante il turno di qualificazione, si riscatta come meglio non potrebbe. Grande caparbietà e prova di carattere per la siciliana, per la seconda volta presente nella Finale all-around delle Olimpiadi dopo il 21esimo posto di Londra 2012. Inizia con un corpo libero meraviglioso e coinvolgente (14.100), prosegue portando il doppio avvitamento al volteggio per la seconda volta in carriera e si migliora di quattro decimi (14.733), esegue le migliori parallele della sua carriera (14.100), purtroppo alla trave paga un passo indietro in uscita dopo un’ottima prova. La siciliana conclude con un più che soddisfacente 12esimo posto (56.958), migliorandosi notevolmente rispetto al turno di qualifica.
Vanessa Ferrari ha disputato il terzo all-around della sua carriera dopo l’undicesimo posto di Pechino 2008 e il settimo di Londra 2012. La Campionessa del Mondo 2006 non aveva alcuna velleità di classifica, il suo obiettivo era quello di provare il corpo libero in vista della Finale di Specialità in cui andrà a caccia della medaglia. Aveva dichiarato che avrebbe provato ad aggiungere delle difficoltà ma ha preferito non farlo. Uscita di pedana sulla prima diagonale, l’esercizio è stato complessivamente meno preciso della qualifica (14.075, 6.2 il D Score, 3 decimi di penalità rispetto al 14.866 di domenica pomeriggio), ma l’importante è aver testato la gamba in vista della sua gara. Prosegue poi la sua avventura con un doppio avvitamento al volteggio (14.633), tranquilla tra parallele (14.033) e trave (13.800, toglie l’elemento da cui è caduta in qualifica) per concludere al 16esimo posto (56.541).
Conquistano il diploma olimpico anche la canadese Ellie Black (58.298), la cinese Yan Wang (58.032), la venezuelana Jessica Lopez (57.966) e la giapponese Asuka Teramoto (57.965).
Giulia Steingruber, Campionessa d’Europa nel giro completo, è solo decima (57.565) ma è la terza europea in gara considerando che nona è arrivata a sorpresa l’olandese Eythora Thorsdottir (57.632). La brasiliana Rebeca Andrade, terza al termine del turno di qualificazione, è sprofondata e ha chiuso all’undicesimo posto (56.965).
Due cadute (una al corpo libero e una alla trave) hanno tagliato fuori dai discorsi per le medaglie la russa Seda Tutkhalyan, Campionessa Olimpica Giovanile relegata al 22esimo posto (54.665). La brasiliana Jade Barbosa, che ha sostituito Flavia Saraiva, si è infortunata al corpo libero e non ha ultimato la prova: fortunatamente nulla di grave.
stefano.villa@oasport.it
foto Jong Cheng