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Judo, Olimpiadi: a Rio 2016 si è aperto un nuovo ciclo

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I Giochi Olimpici rappresentano quasi sempre il completamento di un ciclo di un quadriennio, a volte anche di una carriera. A sfuggire a questa logica è invece l’Italia del judo, che a Rio 2016 potrebbe aver aperto un nuovo ciclo di successi per gli anni a venire, con l’obiettivo di brillare ancora di più in vista di Tokyo 2020.

Come abbiamo già avuto modo di sottolineare, non è assolutamente da banalizzare il dato anagrafico riguardante i due medagliati azzurri di Rio 2016, Fabio Basile, nuovo campione olimpico della categoria 66 kg, ed Odette Giuffrida, medagliata d’argento della categoria 52 kg: entrambi classe 1994, i due atleti sono la punta dell’iceberg di una generazione che si sta facendo largo e che potrebbe raggiungere il proprio apice esattamente in occasione dei Giochi che avranno luogo in Giappone tra quattro anni.

Dei due medagliati si è già detto molto, mentre meno si è parlato di Elios Manzi, il più giovane judoka azzurro presente in Brasile, con i suoi vent’anni, che nella categoria 60 kg ha avuto il difficile compito di affrontare subito il numero uno del seeding, il sudcoreano Kim Won-Jin. Medagliato di bronzo ai Campionati Europei, il siciliano ha vissuto un’esperienza importante ad un’età molto precoce, non a caso dei ventenni che si impongano nel settore maschile sono una merce rara nella storia olimpica.

Considerando che anche Matteo Marconcini (81 kg) ed Edwige Gwend (63 kg) avrebbero tutte le carte in regola per affrontare un nuovo quadriennio olimpico, alle spalle degli atleti che abbiamo visto all’opera a Rio 2016 ce ne sono molti altri che spingono e che avranno quattro anni per imporsi. Della stessa classe ’94 alla quale appartengono Basile e Giuffrida, ad esempio, sono anche Antonio Esposito e Maria Centracchio. Il primo, che nel proprio palmarès vanta un titolo mondiale junior ed un titolo europeo Under 23, dovrebbe abbandonare la categoria 73 kg per passare a quella superiore, dove però dovrà fare i conti con un Marconcini che negli ultimi messi si è affermato come punto fisso della nazionale. La seconda dovrà raccogliere il testimone nella categoria 57 kg che le è oramai stato ceduto da Giulia Quintavalle, la campionessa olimpica di Pechino 2008.

Da valutare, poi, quali saranno i destini di coloro che sono rimasti esclusi dall’avventura olimpica per varie ragioni (da Carmine Di Loreto ad Andrea Regis, passando per Enrico Parlati, Domenico Di Guida o ancora Elisa Marchiò, ma anche altri atleti più esperti come Walter Facente o Alessio Mascetti, se vorranno proseguire fino a Tokyo), con possibili cambiamenti di categoria da parte di alcuni, ma saranno da considerare anche tutti i giovani judoka che per il momento sono ancora impegnati nelle categorie junior e cadetti, ma che hanno già dimostrato un grande talento collezionando medaglie nelle sedi più prestigiose.

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Immagine: IJF

giulio.chinappi@oasport.it

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