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Nuoto Olimpiadi Rio 2016. Il pagellone: Detti strepitoso, Pellegrini c’è. Troppi bocciati

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GABRIELE DETTI 9: un capolavoro di tattica. Nervi saldi, come solo chi ha visto prima la gara puòà tenere. Per 300 metri staziona nelle retrovie anche se non perde troppo contatto dai primi. Sembra quasi gareggiare su Sun che aspetta e poi prova l’attacco nel finale trovando il “muro” Horton davanti a sé. Detti, invece, approfitta del crollo di Dwyer ma ha il merito di tenere le energie da spendere al momento giusto. Chiude con 3’43”49, un tempo in linea con quelli nuotati quest’anno. Si mette la prima medaglia olimpica al collo e guarda con fiducia ai 1500 metri dove potrebbe essere ancora protagonista.

ANDREA TONIATO 6: esce di scena subito in una gara stratosferica come i 100 rana. Lui il suo lo fa, a differenza di qualche compagno, nuotando sui suoi livelli migliori dell’ultima stagione e combattendo strenuamente per tre quarti di gara. Peccato per un finale poco brillante ma evidentemente i suoi limiti attuali sono questi.

LUISA TROMBETTI 4: mai in gara nei 400 misti che l’avevano rivelata al grande pubblico a Riccione. Naufraga con un tempo lontano dai suoi migliori palesando una condizione atletica e una resistenza lontani da quelli mostrati durante quasi tutta la stagione. Occasione persa.

SARA FRANCESCHI 5.5: che ci sia qualcosa che non ha funzionato nella preparazione dell’evento per gran parte dei nostri è palese. Franceschi paga anche un po’ di emozione perché, giovanissima, si affaccia sul palcoscenico più importante. Chiude a 8 secondi dal personale, lontana dal tempo che sarebbe servito per la finale ma almeno dà l’impressione di volerci provare che, nel giorno del mezzo disastro azzurro, è già una nota di merito.

ILARIA BIANCHI 4: lei, che non aveva mai sbagliato a un’Olimpiade, disputa la sua peggior gara della stagione nell’occasione più importante. Nella prima vasca è la Bianchi di sempre, un po’ pigra al mattino. Tocca a due decimi dall’obiettivo fissato ma le mancano le forze per rimettere a posto le cose nel ritorno. Niente cambio di marcia che le aveva fruttato il bronzo a Londra. Niente: naufraga e sa spiegarsi solo in parte questo 58”4 che avrebbe fatto arricciare il naso in un allenamento, figurarsi ad un’Olimpiade.

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FEDERICO TURRINI 4: sembrava aver superato la fase della incapacità di affrontare con la giusta determinazione le gare che contano. La medaglia di Londra sembrava un segnale inequivocabile e invece il toscano ci dovrà ancora lavorare su perché, in un 400 misto dove, pur senza dover gareggiare sui suoi limiti, la finale era alla portata, affonda senza reagire e perde una grande occasione per impreziosire la carriera.

LUCA MARIN 4.5: è arrivato a Rio senza troppe aspettative, lascia la sua terza Olimpiade senza lasciare il segno. Gara di retrovia, come è abituato a fare, la sua ma quando c’è da cambiare passo il siciliano si trova senza energie e molla la presa. Eliminazione inevitabile, tempo al di sotto delle attese.

ERIKA FERRAIOLI 6: apre le due staffette e al mattino ottiene un discreto risultato (54”91) che lancia la staffetta che sarà da record, al pomeriggio crolla negli ultimi 20 metri e mette nelle condizioni le compagne di dover risalire la china, operazione impossibile quando ci sono fiopr fiore di campionesse nelle altre corsie.

SILVIA DI PIETRO 7.5: è tornata la Di Pietro di dicembre e dello scorso anno. Brillante, pimpante, come mai in questa stagione. 53”92 lanciato al mattino, 53”69 al pomeriggio: sono tempi di tutto rispetto. Decisiva la sua condizione per il ritocco del record italiano e se in finale le azzurre non affondano è soprattutto per merito suo.

 

AGLAIA PEZZATO 7: svolge alla perfezione il suo compito. In mattinata fa 53”86 lanciato e riporta sotto l’Italia nella sfida con l’Olanda. In finale peggiora leggermente ma deve fare i conti con le onde perché è staccata di oltre una lunghezza dalle prime della classe. Si batte con tenacia ed è una sorpresa positiva.

FEDERICA PELLEGRINI 8: conferma quanto di buono aveva mostrato a Roma. Era il segnale che si attendeva per capire lo stato di forma della Divina che è buono. Piazza un 53”17 lanciato in mattinata che permette all’Italia di battere l’Olanda e di conquistare record nazionale e finale. Poi nel pomeriggio si limita a difendere il sesto posto visto che più non potrebbe fare ma l’impressione è ottima.

Foto da: DeepBlueMedia/comunicato Len

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