Nuoto
Nuoto, Olimpiadi Rio 2016: l’83% degli atleti azzurri in vasca ha peggiorato il tempo di iscrizione. Le ragioni del disastro
L’oro ed i due bronzi che la coppia Gregorio Paltrinieri-Gabriele Detti ha conquistato nell’Olympic Aquatics Stadium di Rio de Janeiro rappresenta un risultato importante dopo lo zero di Londra 2012, per il nuoto azzurro, ed è la dimostrazione che il movimento ha tra le sue fila due atleti in grado di vincere ed essere competitivi a livello internazionale. Tuttavia, analizzando i riscontri della spedizione nella piscina carioca emergono dati piuttosto preoccupanti relativi alle prestazioni di tutto il gruppo.
Prima giornata
400 misti maschili: Marin 4.17.88 (tempo di iscrizione 4.14.65), Turrini 4.18.39 (tempo di iscrizione 4.11.95).
100 delfino femminili: Bianchi 58.48 (tempo di iscrizione 57.47).
400 sl maschile: Detti 3.43.95 e poi 3.43.49 in finale (tempo di iscrizione 3.43.97).
100 rana maschili: Toniato 1.00.45 (tempo di iscrizione 1.00.41).
400 misti femminili: Trombetti 4.45.52 (tempo di iscrizione 4.38.54), Franceschi 4.48.48 (tempo di iscrizione 4.40.03).
4x100sl femminile: 3.35.90 RI e poi 3.36.78 in finale (tempo di iscrizione 3.37.16).
Seconda giornata
200sl maschili: D’Arrigo 1.47.46 (tempo di iscrizione 1.47.56), Belotti 1.48.71 (tempo di iscrizione 1.47.81).
100 rana femminili: Carraro 1.07.56 (tempo di iscrizione 1.06.41), Castiglioni 1.07.32 (tempo di iscrizione 1.06.95).
100 dorso maschili: Sabbioni 54.91 (tempo di iscrizione 53.34).
800sl femminili: Mizzau 4.14.20 (tempo di iscrizione 4.06.22), Carli 4.17.15 (tempo di iscrizione 4.05.49).
4x100sl maschile: 3.14.22 (tempo di iscrizione 3.12.53).
Terza giornata
200sl femminili: Pellegrini 1.56.37, poi 1.55.42 in semifinale, poi 1.55.18 in finale (tempo di iscrizione il recente 1.54.55 fatto al Sette Colli), Mizzau 1.59.16 (tempo di iscrizione 1.57.37)
200 misti femminili: Trombetti 2.14.66 (tempo di iscrizione 2.12.95), Franceschi 2.15.61 (tempo di iscrizione 2.12.59)
Quarta giornata
100sl maschili: Dotto 48.47 e poi 48.49 in semifinale (tempo di iscrizione 47.96), Magnini 49.40 (tempo di iscrizione 48.79)
200 delfino femminili: Polieri 2.08.95 e poi 2.09.35 in semifinale (tempo di iscrizione il 2.07.49 degli Europei di maggio), Pirozzi 2.09.40 (tempo di iscrizione 2.08.98)
200 rana maschili: Pizzini 2.11.26 e poi 2.11.51 in semifinale (tempo di iscrizione 2.10.39)
4x200sl maschile: 7.09.20 (tempo di iscrizione 7.08.30, sempre degli Europei).
Quinta giornata
100sl femminili: Ferraioli 55.00 (tempo di iscrizione 54.31)
4x200sl femminile: 7.57.74 (tempo di iscrizione il 7.48.41 degli scorsi Mondiali)
Sesta giornata
50sl maschili: Dotto 21.87 PB, poi 21.84 altro PB in semifinale (tempo di iscrizione 21.91), Bocchia 22.54 (tempo di iscrizione 22.06)
100 delfino maschili: Codia 51.71, poi 51.82 in semifinale (tempo di iscrizione 51.42), Rivolta 52.67
200 dorso femminili: Panziera 2.10.92 (tempo di iscrizione 2.09.54).
Settima giornata
50sl femminili: Di Pietro 24.89 (tempo di iscrizione 24.93), Ferraioli 25.40 (tempo di iscrizione 25.16)
1500sl maschili: Paltrinieri 14.44.51, poi 14.34.57 in finale (tempo di iscrizione il 14.34.04 nuotato agli Europei), Detti 14.48.68, poi 14.40.86 PB in finale (tempo di iscrizione 14.46.48).
4×100 mista femminile: 3.59.09 RI (precedente il 3.59.62 degli Europei 2014)
4×100 mista maschile: 3.34.85 (3.32.80 il RI nuotato agli Europei 2012)
Dunque, ben l’83% degli atleti presenti in vasca ha peggiorato il proprio tempo di iscrizione o il proprio best time stagionale, anche sensibilmente come si può notare. Quali sono dunque i motivi di questa debacle?
Le chiavi di lettura sono diverse. Una di queste ha provato a fornirle il ct Cesare Butini il quale (fonte Gazzetta) ha parlato di questioni psicologiche: “Credo che siamo arrivati qui con atleti che si sentono di serie B e mi dispiace, perché non abbiamo nulla da invidiare rispetto agli altri, né come atleti né come formazione. Abbiamo una Federazione che ci supporta, abbiamo delle società che si impegnano molto e con la Federazione condividono progetti importanti. Dal punto di vista della preparazione tutti hanno dato il massimo, non dobbiamo crocifiggerci, ma dobbiamo capire bene cosa non funziona dal punto di vista dell’approccio. A differenza di Europei e Mondiali, qui bisogna entrare ragionando che la prima gara è quella della vita. Gli americani approcciano tutto l’anno in maniera diversa, fanno il Mondiale l’anno prima in modo più tranquillo in vista dell’Olimpiade. I nostri atleti sembrano sentirsi invece un po’ inadeguati e invece è tutto il contrario. Bisogna cominciare a imparare che la gara è una cosa fondamentale, che va gestita in modo corretto, con le giuste pressioni, senza avere timori riverenziali. Non dobbiamo essere presuntuosi ma consapevoli dei propri mezzi, di quello che si è fatto e di quello che si è venuto a fare. Potevamo avere due atlete nella finale dei 100 rana donne o dei 100 delfino uomini, significa che il nostro movimento c’è. Bisogna insomma lavorare sulla testa e per questo, in fase di preparazione sarebbe importante avere come compagni chi condivide gli stessi obiettivi, la stessa mentalità”. Un’argomentazione che ha un fondamento ma non certo nuova. Perchè non si è fatto nulla per trovare delle soluzioni? Prender parte alle gare internazionali di Coppa del Mondo non aiuterebbe? Eppure di ragioni ve ne sono altre, esplicate in un intervento sul podcast del forum “Corsia 4”, noto agli appassionati di nuoto, da Mirko Nozzolillo, allenatore di Matteo Rivolta, Silvia Di Pietro ed Erika Ferraioli (tra gli altri). Nozzolillo ha parlato di “sovrallenamento” ovvero di una preparazione troppo esasperata dal punto di vista fisico. Pertanto, la stanchezza denunciata da molti nuotatori sarebbe giustificata da ciò. Un’altra chiave di lettura interessante che però mette in luce un altro problema: una preparazione troppo quantitativa senza tener conto delle specifiche caratteristiche degli atleti. Se ci pensiamo, lo stesso Stefano Morini, allenatore di Paltrinieri e Detti, ha fallito con Stefania Pirozzi, prima, e Diletta Carli, poi, in termini prestazionali. Ci sono dunque dei limiti su un programma di lavoro basato quasi esclusivamente sul chilometraggio?
Altre perplessità riguardano una squadra troppo allargata o le modalità di selezione. Di fatto, ci troviamo, allo stato attuale, a tracciare un bilancio scadente le cui cause sono ricorrenti. L’ultima domanda, non meno importante, é: si vuole davvero cambiare o basta che uno/due atleti portino a casa il metallo per centrare i nostri obiettivi?
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giandomenico.tiseo@oasport.it
Immagine: fonte Len