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Nuoto
Nuoto, Olimpiadi Rio 2016: le finaliste dei 200 stile libero femminili ai raggi X
Alle ore 03:16 italiane, all’incirca, sapremo il risultato di una gara tanto attesa, quei 200 stile libero femminili sintesi perfetta di talento e fisicità. Andiamo quindi ad analizzare le caratteristiche delle otto finaliste per comprendere quali siano le loro qualità.
SARA SJOESTROEM
Miglior tempo delle semifinaliste, la svedese sembra essere la rivale più qualificata per Katie Ledecky. Su una distanza che non ha mai troppo amato, ricordando le tante defezioni nelle recenti competizioni internazionali, la Sjoestroem si è presentata ai Giochi, col miglior tempo dell’anno in 1’54″34 lasciando intendere che la quattro vasche stanno entrando, come si suol dire, nelle sue corde. Nella finale di domani, dunque, il test supremo che ci dirà se e come Sarah riuscirà a porre fine all’egemonia della Ledecky sulle distanze dello stile libero dai 200 metri in poi.
KATIE LEDECKY
Quel 3’56″46 nei 400 stile libero solo a pronunciarlo fa tremare i polsi alle avversarie. Sono queste le credenziali con le quali la donna bionica stelle e strisce lancia il suo guanto di sfida alle altre concorrenti, convinta più che mai delle sue qualità. L’1’54″81 delle semifinali, alle spalle della Sjoestroem, senza sicuramente impegnarsi più di tanto nello sprint fa capire quali siano le reali intenzioni e potenzialità della statunitense. Per quello che ha mostrato in Brasile, l’atleta americana è la favorita numero 1, in grado di abbattere la barriera del 1’54” e, perchè no, migliorare il record olimpico di Allison Schmitt (1’53″61), datato Londra 2012. La capacità aerobica che la nuotatrice degli States esibisce notoriamente è fuori portata per le altre e sulla base di ciò, attendiamoci qualcosa di incredibile.
FEDERICA PELLEGRINI
Eccoci a lei, la nostra campionessa dei 200 stile libero, alla quarta finale consecutiva su questa distanza griffata Cinque Cerchi. Una Pellegrini, fino ad ora, brillante nel suo incedere in acqua e sempre in gestione dello sforzo. L’1’55″42, valso il terzo tempo di ingresso in finale, è la prova di un controllo della specialità incredibile, mostrando chiaramente di avere un discreto margine in vista della grande finale. Il target è il podio, inutile legarlo, mentre la vittoria è più un sogno. Per quanto mostrato, infatti, in stagione Federica non sembra avere le possibilità di scendere sotto il limite del 1’54”. L’1’54″55 siglato al Settecolli è la rappresentazione del suo standard e grazie a ciò può lottare con le altre.
DUO SHEN
Accreditata in stagione della quinta prestazione in 1’55″82 la Shen, come tutti gli atleti cinesi, è da prendere sempre in grande considerazione. Un po’ come avviene per gli americani, l’esaltazione nel contesto a Cinque Cerchi è più una certezza che una previsione per i rappresentanti della Cina. Pertanto, pur se, sulla carta, la competizione per il podio sembra essere ristretta ad altre, la nuotatrice orientale potrebbe davvero essere una delle mine vaganti della finale per la consistenza del suo gesto, molto ben distribuito nelle quattro vasche.
MICHELLE COLEMAN
Molto migliorata in questa stagione nei 200 metri, abbassando il proprio limite a 1’55″88, la svedese non sembra essere tra le papabili al podio ma più realisticamente ad un piazzamento prestigioso. La nuotata potente a ritmi non elevatissimi è un aspetto molto interessante dal punto di vista tecnico che però, paragonato a quello delle più forti, risulta essere non sufficientemente prestazionale.
EMMA MCKEON
Tra le outsider della vigilia, grazie al quarto tempo siglato nei trials australiani (1’54″83), la McKeon può inserirsi nella battaglia per i metalli pregiati. Le sue caratteristiche sono molto simili a quelle di Sarah Sjoestroem: potenza e passaggio veloce. Su queste basi, l’aussie potrebbe davvero stupire tutti.
CHARLOTTE BONNET
L’1’56″26 ottenuto dalla francese, in quel di Rio, non sembrerebbe dare molte possibilità alla Bonnet in ottica top 3. Tuttavia, anche i cugini d’Oltralpe, ultimamente, stanno dimostrando di farsi trovare sempre pronti nel contesto olimpico. Per questo, se la gara dovesse essere su ritmi non eccessivamente veloci, la transalpina potrebbe rientrare in gioco.
BRONTE BARRATT
L’1’56″63 delle semifinali parrebbe tener fuori da ogni velleità di podio l’australiana. Dotata sempre di uno spunto estremamente veloce nell’ultima vasca, la Barratt non ha esibito in Brasile questa propensione non riuscendo praticamente mai a cambiare ritmo. Pertanto è difficile pensare che possa essere un pericolo per le altre.
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giandomenico.tiseo@oasport.it
Foto: pagina facebook Federica Pellegrini