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Nuoto, Olimpiadi Rio 2016: le principali controprestazioni dell’Italia

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Lasciando stare il quarto posto nei 200 stile libero di Federica Pellegrini, tanto doloroso quanto difficilmente spiegabile con il tempo per il bronzo nelle corde dell’azzurra e la preparazione delle ultime due stagioni gestita in maniera perfetta da Matteo Giunta, l’Italia del nuoto torna in patria da Rio 2016 con tante macchie che le tre grandiose medaglie firmate dal duo Gregorio Paltrinieri-Gabriele Detti cancellano solo parzialmente.

Pochissime infatti le finali raggiunte – sei contro le otto di Londra 2012, dove però a onor del vero ci furono zero podi – e tanti, troppi i peggioramenti di tutti quegli atleti (nel complesso l’83% della spedizione totale) potenzialmente in grado di stupire ma rimasti invece ingabbiati da un mix di tensione, condizione non al top e, in qualche caso, anche problemi fisici.

Dai ranking dei migliori tempi mondiali stagionali alla vigilia di Rio 2016 l’Italia sarebbe potuta entrare in finale con Gregorio Paltrinieri nei 1500 sl, Gabriele Detti nei 400 sl e nei 1500 sl, Federica Pellegrini nei 100 sl e nei 200 sl, Luca Dotto nei 100 sl, Federico Turrini nei 400 misti e, considerando il limite massimo di due atleti per nazione, anche con Martina Carraro nei 100 rana e con Piero Codia e Matteo Rivolta nei 100 farfalla.

Ebbene, su 9 carte (Pellegrini nei 100 sl non ha partecipato, come previsto) da top 8, l’Italia ne ha centrate solo 4, sempre ovviamente con le sue punte più prestigiose. Le altre due sono giunte con le staffette 4×100 sl e 4×100 mista femminile, entrambe autrici del record italiano in batteria. In un ipotetico pagellone di fine Olimpiadi, dunque, i voti sarebbero ovviamente massimi per Paltrinieri e Detti, mentre anche la veneta raggiungerebbe la sufficienza. Bocciato, invece, quasi tutto il resto del gruppo.

Accreditato del terzo crono del 2016 nella gara regina (47”96), il campione d’Europa Luca Dotto si è fermato in semifinale in 48”49, peggiorando di due centesimi persino il tempo della batteria. Martina Carraro è passata dal primato nazionale di 1’06”41 all’eliminazione al primo turno in 1’07”56, mentre Federico Turrini si è fermato a un inspiegabile 4’18”39 contro il 4’11”95 degli Assoluti di aprile. Quasi sette secondi in più. Discorsi diversi per i due delfinisti: Piero Codia (51”42 a Riccione) ha lottato toccando con tre decimi in più in batteria e quattro in semifinale (ma con il 51”72 sarebbe entrato negli otto), Matteo Rivolta è naufragato a 52”67.

Non valevano la finale per il ranking ma sarebbero potuti entrare viste le loro qualità pure Ilaria Bianchi (da 57”47 per il bronzo agli Europei di Londra a maggio a 58”48 per un ko prematuro), Simone Sabbioni (da 53”43 a 54”91, anche lui fuori subito ma con l’alibi virus) e Diletta Carli, finalista nei 400 sl ai Mondiali di Kazan che a Rio non si è spinta oltre un negativo 4’17”15. Pessimi anche i rilevamenti della 4×200 sl femminile argento iridato in carica: Alice Mizzau ha nuotato 1’59”16 in prima frazione, Martina De Memme e Chiara Masini Luccetti addirittura oltre i due minuti lanciate (2’00”54 e 2’00”98).

 

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francesco.caligaris@oasport.it

Twitter: @FCaligaris

Foto da: DeepBlueMedia/comunicato stampa Nuotatori Milanesi

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