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Olimpiadi Rio 2016: gli Stati Uniti confermano il proprio dominio nel medagliere

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Per la quinta volta nelle ultime sei edizioni dei Giochi Olimpici, gli Stati Uniti d’America hanno chiuso al primo posto nel medagliere della rassegna a cinque cerchi. A Rio 2016, la delegazione a stelle e strisce ha collezionato 46 titoli olimpici, ai quali vanno aggiunte 37 medaglie d’argento e 38 medaglie di bronzo, per un totale di 121 podi.

Se a Pechino 2008 gli statunitensi erano stati superati, almeno in fatto di ori, dalla Cina, con gli stessi cinesi che ne avevano poi insidiato il primato anche a Londra, questa volta non hanno avuto rivali nella conquista della leadership della tabella delle medaglie. Con quarantasei medaglie d’oro come a Londra, il Team USA ha eguagliato il massimo numero di titoli a cinque cerchi vinti lontano da casa, un numero inferiore solamente ai 78 di St. Louis nel 1904 ed agli 83 di Los Angeles nel 1984, quando però non parteciparono i Paesi del blocco comunista, ma superiore ai 44 di Atlanta 1996 ed ai 44  di Los Angeles 1932.

Come se non bastasse, gli Stati Uniti hanno addirittura incrementato il numero di medaglie totali vinte, superando sia le 103 di Londra 2012 che le 110 di Pechino 2008, e portandosi così a quota 121. Anche in questo caso si tratta di un numero superiore a quello dell’ultima edizione casalinga dei Giochi, visto che ad Atlanta 1996 la bandiera a stelle e strisce fu issata sul podio in 101 occasioni, anche se restano distanti le 174 medaglie di Los Angeles 1984 e soprattutto le inarrivabili 239 di St. Louis 1904.

Non c’è dubbio, dunque, sulla conferma del primato degli Stati Uniti nelle gerarchie dello sport olimpico: dalla creazione dei Giochi moderni, ovvero dall’edizione di Atene 1896, gli USA si sono sempre piazzati sul podio del medagliere finale, naturalmente con l’esclusione di Mosca 1980, quando non parteciparono. Con una Cina che sembra aver oramai perso la spinta propulsiva dell’organizzazione casalinga di Pechino 2008 e la Russia che sta uscendo con le ossa rotte dalle vicende doping, anche per Tokyo 2020 si prevede lo stesso copione.

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giulio.chinappi@oasport.it

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