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Olimpiadi Rio 2016, il Pagellone dell’Italia: tiro a volo da 10 e lode; alcuni sport da 0
Terminate le Olimpiadi di Rio 2016, è arrivato il momento dell’atteso pagellone sport per sport. Scopriamo promossi e bocciati della spedizione azzurra.
Atletica, 0: zero, come il numero di medaglie vinte: non accadeva dal 1956! Da anni si brancola nel buio e l’assenza per infortunio della stella Tamberi non può nascondere le lacune di un movimento completamente allo sbando. Al di là dei podi mancati, l’Italia ha raggiunto appena quattro finali complessive (Grenot, 4×400 femminile, Trost, Rossit), nessuna in campo maschile. Inesistenti nei lanci, nella velocità e nel mezzofondo, siamo scomparsi anche in settori tradizionalmente favorevoli come marcia (Palmisano a parte, ottima quarta) e maratona. Il presidente Fidal Alfio Giomi parla di ‘anno zero’, noi riteniamo invece che l’atletica tricolore viva una sorta di Età della Pietra rispetto al resto del mondo.
Badminton, 0: due incontri, due sconfitte pesantissime e nessun set vinto per Jeanine Cicognini. Niente di più di una partecipazione decoubertiniana. Il badminton, da Pechino 2008 in poi, ci ha purtroppo abituato a questo. Malgrado il grande lavoro impostato dalla Federazione con i giovani, per ora non si intravedono risultati all’altezza. L’auspicio è compiere qualche passo avanti nel prossimo quadriennio.
Beach volley, 9: Lupo-Nicolai sono nella storia per aver conquistato il primo podio di sempre per l’Italia in questo sport. Gli azzurri sono stati bravi a sfruttare un tabellone favorevole e ad agguantare una meritata finale. Qualche rammarico per l’esito dell’atto conclusivo con i brasiliani Alison-Bruno, superiori ma non imbattibili. Discreto anche il rendimento di Ranghieri-Carambula, mentre il settore femminile è da rifondare completamente: servirà trovare una compagna all’altezza da affiancare a Marta Menegatti.
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Canoa velocità, 7: le medaglie erano fuori portata, ma la nazionale (maschile) ha un futuro. Manfredi Rizza era il più giovane in gara nella finale del K1 200 metri ed ha chiuso sesto. Stesso piazzamento per Dressino-Ripamonti nel K2 1000. Carlo Tacchini ha raggiunto una finale importante nella canadese. Se si lavora bene, a Tokyo il podio non sarà un miraggio. Servirà più tempo, invece, per il settore femminile.
Canoa slalom, 6: Giovanni De Gennaro e Stefanie Horn hanno agguantato la finale, senza tuttavia riuscire a lottare per le medaglie. Comunque due atleti su cui investire per il prossimo quadriennio.
Canottaggio, 6.5: il 4 senza campione del mondo non è mai stato in lotta per il successo, dunque il bronzo non può soddisfare. Al contrario il due senza di Abagnale-Di Costanzo ha raggiunto un terzo posto insperato e chissà che non si sia composta (casualmente) una coppia giovane in grado di regalare grandi soddisfazioni nei prossimi anni. Sono mancati sul più bello i pesi leggeri, mentre il doppio senior di Fossi-Battisti ha colto un quarto posto senza rimpianti. Due podi complessivi non sono un brutto risultato, soprattutto se paragonato con altre discipline, ma rimane il forte sospetto che si potesse fare molto di più.
Ciclismo su strada, 7: Elisa Longo Borghini ha dato spettacolo, vincendo il bronzo nella prova in linea e chiudendo sorprendentemente quinta la cronometro. A 24 anni i suoi margini di miglioramento sono ancora ampi. Grande rimpianto per la sfortuna in cui è incappato Vincenzo Nibali, caduto (e fratturatosi una clavicola) proprio mentre era lanciato verso una medaglia, forse quella d’oro. Peccato, perché l’Italia aveva corso in maniera impeccabile.
Ciclismo su pista, 9: non solo l’oro di Viviani. Il giovane quartetto dell’inseguimento, trascinato dal fuoriclasse Ganna, già campione del mondo in carica dell’individuale a soli 20 anni, ha sfiorato un incredibile accesso alla finale per il bronzo. Se tecnici e Federazione continueranno a coltivare questo progetto, a Tokyo si potrà davvero far saltare il banco. Bene anche il settore femminile, dove da dietro spingono diverse ragazzine interessanti anche nel settore della velocità.
Mountain bike, 6: Luca Braidot ha ottenuto una settima piazza insperata, mentre Marco Aurelio Fontana ha forato proprio quando si trovava nel gruppo di testa. Eva Lechner, invece, ha confermato la parabola discendente dell’ultimo biennio.
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Ginnastica artistica, 5: al di là della maledizione olimpica di Vanessa Ferrari, ancora una volta quarta al corpo libero, pesa molto il mancato accesso alla fine della squadra femminile. Si trattava di un obiettivo ampiamente alla portata. Per Tokyo il talento più puro da coltivare sarà quello di Sofia Busato, già tra le migliori in Europa al volteggio. Preoccupano molto le macerie del settore maschile: tramontata l’era dei Cassina, Morandi e Busnari, non si intravede chi possa prenderne il posto per garantire un livello quanto meno accettabile.
Ginnastica ritmica, 6: un quarto posto amarissimo, ma in linea con i piazzamenti stagionali ottenuti dalle Leonesse nelle tappe di Coppa del Mondo.
Golf, 4: non che vi fossero speranze di medaglie, ma gli azzurri hanno disputato una competizione anonima e senza guizzi. Uno sport arenatosi da qualche anno dopo il boom all’inizio degli anni Dieci.
Judo, 9: nessuna medaglia ai Mondiali dal 2011, ma il judo azzurro alle Olimpiadi non tradisce mai. Un oro e un argento nel carniere: chi l’avrebbe mai detto? Fabio Basile ed Odette Giuffrida garantiscono successi a lungo termine, ma attenzione anche ad Elios Manzi, Antonio Esposito e Maria Centracchio. A Rio si è materializzata la rinascita del judo tricolore.
Lotta, 6: il bronzo di Frank Chamizo è un contentino che non può soddisfare l’italo-cubano, presentatosi per vincere l’oro dall’alto del suo titolo iridato. Due sconfitte onorevoli per Daigoro Timoncini nella greco-romana. La lotta italiana è tutta qui: un campione giunto dall’estero e poco altro. Sarà fondamentale provare a creare un movimento utilizzando Chamizo come traino.
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Nuoto, 7.5: sostanzialmente la media tra i risultati ottenuti dalle punte (Gregorio Paltrinieri e Gabriele Detti, da 10 e lode) ed il resto della squadra (4.5). I ‘Gemelli Diversi’, ancora giovani, garantiscono medaglie a grappoli anche nei prossimi eventi. L’errore, gravissimo, sarebbe accontentarsi di questo. Oltre a Paltrinieri e Detti, ad oggi, non intravediamo altre possibili carte da podio in vista di Tokyo 2020. Il tempo per lavorare c’è, a patto da cambiare radicalmente approccio ed evitare che gli atleti nuotino alle Olimpiadi tempi decisamente più alti rispetto ai propri standard.
Nuoto di fondo, 7.5: Rachele Bruni ha suggellato con un argento la crescita prorompente avuta nell’ultimo biennio. In campo femminile andrà assolutamente recuperata anche Aurora Ponselé, talento purissimo che ha bisogno solo di affinarsi tatticamente. Tra gli uomini continua a mancare l’acuto.
Nuoto sincronizzato, 7: il quinto posto della squadra è un risultato sensazionale. Un traguardo straordinario che premia un gruppo migliorato a dismisura. Tra quattro anni si potrebbe puntare al podio, magari confidando anche nell’inserimento nel programma a cinque cerchi del duo misto, dove il Bel Paese potrebbe calare l’asso Giorgio Minisini.
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Pallanuoto, 8: l’Italia è stata l’unica nazione a conquistare un podio sia nel torneo femminile sia in quello maschile. La sensazione è che, in entrambi i casi, si sia raggiunto il massimo risultato possibile. Il Setterosa, pur senza Tania Di Mario, ha un futuro, perché composto da una rosa di giocatrici sostanzialmente giovani; discorso similare per il Settebello: il processo di rinnovamento attuato da Sandro Campagna ha portato i suoi frutti.
Pallavolo maschile, 8: l’amarezza della finale persa al Maracazinho sarà difficile da digerire in tempi brevi. L’oro olimpico resta un tabù ed il rimpianto è accresciuto dal fatto che il Brasile, questa volta, non sembrava così superiore all’Italia. A soli 20 anni Simone Giannelli ha già dimostrato di essere uno dei migliori palleggiatori al mondo: attorno a lui bisognerà costruire la squadra del futuro, di cui sicuramente farà ancora parte Ivan Zaytsev. Da valutare le scelte dei più datati Birarelli e Juantorena. La sensazione, comunque, è che il volley azzurro non sia finito a Rio, anzi.
Pallavolo femminile, 0: 4 sconfitte in 5 partite, le azzurre sono state spazzate via da Stati Uniti, Olanda, Serbia e Cina. L’Italia sembrava (o è…) una nazionale di terza fascia. Un’Olimpiade fallimentare e non all’altezza, nella quale le veterane hanno dimostrato di non aver più molto da dare, mentre le giovani si sono rivelate acerbe e fuori luogo in un contesto di tale portata.
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Pentatlon, 6.5: Riccardo De Luca ha perso solo negli ultimi metri una medaglia che avrebbe messo la ciliegina sulla torta ad una carriera importante. Il settore, nel complesso, gode di buona saluta e, soprattutto in campo femminile, nei prossimi anni potrebbero emergere alcuni elementi interessanti come Aurora Tognetti.
Sollevamento pesi, 7: Giorgia Bordignon e Mirco Scarantino, rispettivamente sesta e settimo, hanno ottenuto il massimo possibile. Applausi per loro, bravi a rendere al meglio nell’appuntamento più importante. Il podio, in questo sport, sembra oggettivamente inarrivabile al cospetto dei Paesi asiatici e dell’Est Europa.
Pugilato, 2: tutto fumo e niente arrosto. Le speranze di medaglia erano sostanzialmente due: Clemente Russo ed Irma Testa. Tatanka è stato eliminato ai quarti con un verdetto discutibile dal russo Tishchenko, mentre la 18enne di Torre Annunziata, talento purissimo, è tornata bruscamente sulla terra dopo la rapida celebrità raggiunta in seguito alla qualificazione a Rio. Per raggiungere l’Olimpo la strada è ancora lunga, ma la campana ha le carte in regola per arrivarci, se lo vorrà. Per il resto, sono fioccate eliminazioni premature, anche al cospetto di avversari non eccelsi. Gli anni d’oro dei Russo, Cammarelle, Picardi e Valentino sono alle spalle. L’Italia ha perso tanto terreno ed ora dovrà lavorare sodo partendo dai giovani ed anche creando finalmente una sinergia tra dilettantismo e professionismo.
CLICCA PAGINA 7 PER SCHERMA, EQUITAZIONE E TENNIS
Scherma, 6: 4 medaglie, di cui una d’oro. Per qualsiasi altro sport avremmo messo un voto altissimo. Non alla scherma. La disciplina regina dello sport italiano questa volta ha portato a casa il minimo sindacale, soprattutto in termini di vittorie. Il fioretto femminile ha perso una leadership ventennale, ma è arretrata anche la sciabola. Buono il rendimento della spada, anche se in campo femminile ha pesato molto l’assenza della squadra.
Equitazione, 0: non ci siamo proprio. Il ruolo dell’Italia tra dressage, completo e salto a ostacoli può essere riassunto in una parola sola: comparsa. Un settore che versa da troppi anni in questa condizione.
Tennis, 3: la medaglia manca dagli anni Venti e, probabilmente, questa era l’ultima occasione per sfatare il tabù in tempi brevi. Errani-Vinci non hanno sfruttato l’eliminazione delle sorelle Williams, arenandosi ai quarti di finale. Incredibile come non si sia investito sul doppio misto, con la coppia Vinci-Fognini improvvisata all’ultimo momento ed eliminata ai quarti. Una colossale occasione persa per uno sport in declino dopo i fasti (al femminile) dell’ultimo decennio.
CLICCA PAGINA 8 PER TIRO A SEGNO, TIRO A VOLO E TIRO CON L’ARCO
Tiro a segno, 9: il voto andrebbe assegnato al solo Niccolò Campriani, ormai uno dei più grandi sportivi di sempre per l’Italia. 2 ori conquistati che si aggiungono a quello conquistato a Londra 2012. Ha soli 28 anni, pochi per un tiratore: se vorrà, potrà ancora dominare a lungo. Ha deluso, invece, Petra Zublasing, favorita per l’oro nella carabina 3 posizioni e fermatasi ai piedi del podio. Giordano, De Nicolo e Mazzetti, invece, hanno fatto ampiamente il proprio dovere approdando in finale.
Tiro a volo, 10 e lode: 5 medaglie in 5 gare, di cui 2 d’oro! Senza giri di parole, lo sport che ha tenuto in piedi l’Italia a Rio. Indimenticabile la doppietta Cainero-Bacosi nello skeet, così come l’apoteosi del giovanissimo Rossetti. Pellielo ha dovuto rinunciare ancora una volta al suo sogno d’oro, ma siamo certi che ci riproverà ancora a Tokyo, quando avrà 50 anni. Da recuperare assolutamente anche una fuoriclasse come Jessica Rossi, unica ombra di un settore che ha incantato.
Tiro con l’arco, 5: la medaglia non è arrivata ed era un obiettivo fattibile. Dopo una buona qualifica, la squadra maschile si è smarrita ai quarti di finale, stesso risultato conseguito da Mauro Nespoli nell’individuale. Grande rammarico per la compagine femminile per una finale sfumata in extremis per il ‘3’ di Guendalina Sartori. Ma fa parte del gioco.
CLICCA PAGINA 9 PER TRIATHLON, TUFFI E VELA
Triathlon, 2: passano gli anni, ma l’Italia resta malinconicamente nelle retrovie. Gli azzurri pagano un dazio eccessivo nella decisiva frazione podistica. Anche nelle categorie giovanili non si intravede il talento in grado di puntare alle medaglie nei grandi eventi, almeno per ora.
Tuffi, 8.5: Tania Cagnotto ha coronato una carriera memorabile con due splendide medaglie. Una fuoriclasse leggendaria, difficilmente sostituibile. Il testimone passa idealmente ai giovani Tocci-Chiarabini, sesti nel sincro da 3 metri.
Vela, 1: uno sport che storicamente raccoglie poco o nulla per l’Italia alle Olimpiadi. Le carte da medaglia non mancavano ed erano sostanzialmente tre. Flavia Tartaglini e Bissaro-Sicouri sono affondati nella medal race quando erano in lotta per un podio, mentre le attesissime Conti-Clapcich hanno fallito proprio l’appuntamento più importante dopo un quadriennio ai massimi livelli.
federico.militello@oasport.it
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Luca46
22 Agosto 2016 at 22:03
Intanto darei un giudizio generale positivo. Molti non credevano che l’Italia potesse entrare nelle 10. Io ero dell’avviso contrario quindi non faccio i salti di gioia, dico solo che abbiamo fatto il nostro. Credo che dovremmo avere sempre l’obbiettivo minimo dei 10 ori e 30 medaglie.
Dare 0 al Badminton mi sembra una cattiveria. Pensavate forse di fare di meglio?
Anche 1 alla Vela è basso. L’insufficenza va bene ma qualcosina si è visto. Partivamo con altri auspici quindi un 4 va più che bene.
0 lo darei giustamente ad atletica e pugilato. Il pugilato ha davvero deluso perchè al di la delle sconfitte, alcune opinabili ma non abbiamo disputato un incontro che sia uno dove un nostro pugile abbia prevalso nettamente sull’altro.
Il Judo a mio avviso merita 10 e lode come il tiro a volo.
Secondo me per il futuro dobbiamo assolutamente risollevarci o migliorare su queste discipline: ciclismo su pista, mountain bike, nuoto, atletica, canottaggio e pugilato. Ed inoltre portare più sport di squadra all’evento olimpico.