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Pallanuoto, Olimpiadi Rio 2016: Campagna artefice dell’ennesimo trionfo del Settebello

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Sfortuna, infortuni, delusioni continue: in molti lo hanno messo in discussione, ma Alessandro Campagna a fine Olimpiadi di Rio ha dato l’ennesima risposta di una carriera meravigliosa, prima da giocatore e poi da allenatore. Il ct del Settebello è andato a conquistarsi un’altra medaglia olimpica, questa volta un bronzo che, viste le premesse, vale come un oro.

Si era ripartiti dopo un quadriennio trionfale, che si era concluso con la vittoria al Mondiale di Shanghai e l’argento alle Olimpiadi di Londra alle spalle della Croazia. Subito una delusione, a Barcellona, con il quarto posto iridato a Barcellona 2013, che è significato anche l’addio di molti giocatori, da Felugo a Presciutti, passando per Fiorentini e Perez. Campagna ha dovuto ricostruire tutto, andando a pescare nel vivaio sempre florido del Settebello. Ha inserito a mano a mano giocatori che sono andati a diminuire l’età media della squadra, nonostante la presenza di molti punti cardine (da capitan Tempesti a Matteo Aicardi).

L’avvicinamento all’obiettivo più importante di questi quattro anni è stato tutt’altro che positivo: tralasciando il bellissimo bronzo europeo di Budapest nel 2014 sono arrivate molte controprestazioni, restando comunque al top mondiale. Si è addirittura rischiata una clamorosa eliminazione, nel preolimpico di Trieste, ma alla fine gli azzurri sono riusciti a volare a Rio al completo (con Presciutti che ha voluto dare il suo ultimo contributo a questa nazionale), nonostante i mille contrattempi (infortunio di Tempesti su tutti).

Campagna ci ha sempre creduto, pur non dicendolo chiaramente. Il Settebello ha continuato a soffrire: il girone preliminare è stato positivo, ma non esaltante (bruttissima la sconfitta con gli Stati Uniti, dalla quale sono arrivate le ennesime critiche a squadra e allenatore). La crescita decisiva è arrivata nello scontro diretto con la Grecia, dominato in lungo e in largo, ma si è placata nella semifinale contro l’imbattibile Serbia, patita oltre che a livello fisico e tecnico, anche mentalmente. Nella sfida più importante, quella con il Montenegro che è valsa il bronzo, ogni tassello è stato messo a suo posto. Il Settebello non muore mai, anzi, vince e si rilancia verso i prossimi obiettivi. 

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gianluca.bruno@oasport.it

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