Pallanuoto
Pallanuoto, Tania Di Mario IN ESCLUSIVA: “Il Setterosa troverà il suo equilibrio vincente anche senza di me. Vorrei diventare mamma adesso…”
Quello agli Stati Uniti, nella finale per l’oro della pallanuoto femminile a Rio 2016, è stato l’ultimo gol in carriera di Tania Di Mario, ad oggi l’unica italiana capace di conquistare due medaglie olimpiche nello sport acquatico della calottina. Record-woman in quanto a presenze e reti in Nazionale, capitano, leader riconosciuta, simbolo indiscusso di due generazioni in vasca diverse ma entrambe vincenti: TDM7 lascerà un vuoto difficile da colmare, in seno al Setterosa. Tuttavia, come tutte le belle storie, bisognava porre la parola “Fine” e farlo nel modo in cui ha salutato lei, segnando e vincendo, l’ha resa semplicemente “la persona più felice del mondo”… Soddisfatta, tranquilla e fiduciosa, perché conscia di aver dato/ricevuto tutto il possibile dal suo mondo e certa che la sua eredità non andrà dispersa in acqua, la Tania atleta e la Tania donna sono attese ora da nuove avventure, inedite sfide e dolcissimi progetti che non potevano più essere rimandati… Ti cediamo la parola, Capitano, e grazie grazie grazie da parte dell’Italia sportiva, dalle Alpi alla tua amata Sicilia.
Anche se sei ormai catanese d’adozione (quasi 20 anni di residenza nella città etnea), sei nata e cresciuta a Roma. E il Lazio in questi giorni è tristemente in prima pagina per il terremoto nel reatino: come hai vissuto da italiana-laziale questa infinita tragedia? Pensi che il mondo dello sport possa fare qualcosa per aiutare in qualche modo le popolazioni in lutto?
“Sicuramente. Si sta facendo qualcosa di importante nel mondo dello sport ed anche noi ragazze del Setterosa stiamo pensando a qualcosa da fare sottotraccia, senza ‘pubblicità’. Di sicuro ci siamo rese conto che in un momento di grande gioia per noi c’è chi sta vivendo una tragedia… Abbiamo più di una ragazza in squadra del Centro Italia, gli stati d’animo sono turbati”.
Minuto 7:32 della finale per l’oro alle Olimpiadi di Rio. Tania Di Mario realizza il gol del platonico 12-5: cos’hai pensato in quel momento? Se mi rispondi “niente”, non ci credo…
“Ho pensato: ma porca miseria! (in realtà l’espressione è stata più colorita, ma bisognava ‘filtrarla’…ndr). Non mi sono nemmeno resa conto, al momento, che quello era il mio ultimo in gol in carriera, perché pensavo al fatto che stessimo perdendo, quindi era una rete inutile… Se la rigiochiamo altre cento volte, la partita con gli Usa, magari la riperdiamo cento volte, ma oggi io sono comunque la persona più felice del mondo. Potevamo giocarla diversamente, ma pazienza…”.
Tu sei l’unica pallanuotista italiana ad aver conquistato due medaglie ai Giochi: oro ad Atene 2004, argento a Rio 2016. Analogie e differenze tra questi due Setterosa vincenti.
“Ho vissuto due epoche diverse ed anche per questo sono felicissima, per aver contribuito alla conquista di una medaglia che rompe un tabù! Le mie compagne erano considerate quelle che non arrivavano mai… Finalmente posso dire che abbiamo scritto una nuova, bellissima pagina di storia della pallanuoto femminile italiana. Sono troppo contenta per loro, davvero. Giulia Gorlero mi ha sempre ricordato Cristiana Conti, c’erano delle forti analogie ed io glielo dicevo; ma non è stato l’unico caso questo… Quando, prima di partire per il Brasile, ci hanno fatto compilare una scheda in cui c’era da indicare anche il mito sportivo di ognuna di noi e molte hanno indicato le mie compagne del Setterosa 2004, io ho detto loro: un giorno potrebbe esserci qualcuna che indicherà il vostro nome su queste schede… Queste due squadre hanno vinto perché hanno avuto entrambe l’equilibrio, che solo se perfetto può condurre alle vittorie”.
Hai esordito in Nazionale maggiore nel 1999, 17 anni fa. Non ti chiedo quali sono stati i momenti più belli, perché è troppo facile ricordare quelli, bensì i più difficili, i più tristi.
“Il momento più brutto di tutti è stato sicuramente quando non ci siamo qualificate per Sydney 2000. Abbiamo pagato uno sbaglio ma, nonostante fosse difficile, siamo state capaci di superare quel ‘trauma’, riprendendoci tutto ad Atene… Anche la delusione per i Mondiali di casa, a Roma nel 2009, e quella per la fallimentare partecipazione a Londra 2012 sono state pesanti da digerire ma decisive, fondamentali per vincere dopo…”.
Quali sono i tuoi progetti sportivi e non, a partire da settembre.
“A differenza di tanti altri atleti che si trovano un po’ spaesati a carriera agonistica archiviata, io so benissimo cosa fare. La mia società, l’Orizzonte Catania, mi ha dato il ruolo di Vicepresidente; si tratta di un nuovo progetto, ambizioso, stimolante. Dobbiamo tornare a vincere! Io non sarò più in acqua, ho preso tutto quello che potevo dalla pallanuoto, adesso devo andare a prendere/dare altrove. Ed esco dalla vasca sentendomi bene, pur consapevole che mi mancherà da morire… Il progetto non sportivo più importante è uno: diventare mamma”.
Ai primi di maggio, a Bari, in occasione dell’incontro di World League contro l’Olanda, mi dicesti, convinta: “Questa squadra ha grandi potenzialità…”. Le abbiamo viste tutte a Rio o c’è ancora del margine di crescita?
“Credo che ci sia un grandissimo margine di crescita in queste ragazze e ciò mi fa sentire meno in colpa per averle lasciate… Anche questa squadra troverà il suo nuovo equilibrio, senza le Di Mario e le Frassinetti e sarà divertente…”.
E la nuova Tania Di Mario chi sarà?
“Lo sai perché non te lo dico?! Perché ogni volta che hanno indicato, o io ho immaginato, la Tania Di Mario del futuro ha portato male…! E siccome voglio troppo bene a tutte queste ragazze, non posso portar loro sfortuna! Mi sbilancio solo un po’ dicendoti che c’è già chi diventerà molto più forte di me”.
Per chiudere con un sorriso: ma poi, anche senza oro al collo, il telefonino della famosa scommessa gliel’hai regalato a Fabio Conti?!
“Tutti volevano ‘sto telefonino regalato solo a noi atleti, compreso il coach, così io gli ho detto ‘se sei così bravo da farci vincere l’oro, te lo do!’. Abbiamo fatto argento, quindi niente, però se me lo chiede ancora glielo regalo lo stesso…”.
giuseppe.urbano@oasport.it
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