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Scherma, Di Francisca e Montano al veleno: “Due stoccate discutibili. Solita Russia”

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Sono dichiarazioni non prive di note polemiche quelle di Elisa Di Francisca (a Sportmediaset) e Aldo Montano (a Sport Leonardo) al termine dei propri assalti, persi, contro i russi Inna Deriglazova e Nikolay Kovalev. Ben più importante quello della jesina, sconfitta nella finale del fioretto femminile per 11-12. “Mi ero ripromesso di non parlarne, ma diciamo che ci sono state un paio di stoccate discutibili: ma ora sono felice per quest’argento – ha detto la vicecampionessa olimpica -. Diciamo che sono stata stupida io, sapevo che contro un russo devi esser perfetto. Ho dato tutto quello che avevo in questa giornata. Non il meglio di me, perché comunque so fare altre cose, altra scherma. Però ho avuto momenti di paura, momenti in cui ero bloccata. Per cui non c’ero, non ero lì. Mi immobilizzavo. Fino alla fine non sono riuscita a trovare l’equilibrio. Il tentativo di rimonta del finale? Sono stata una leonessa che non si è voluta rompere il naso, perché memore di quanto successo a Torino mi son detta: o mi rompo il naso per l’oro o me la prendo con calma“.

13-15 invece per il livornese negli ottavi di finale del torneo di sciabola vinto dall’ungherese Aaron Szilagyi per il primo back-to-back della scherma a Rio 2016. “Ho tirato bene, pur essendo partito molto male – racconta -. Poi mi sono sciolto, ho recuperato, sono andato anche in vantaggio. A volte capita, Kovalev non è uno scemo, è forte. E’ stato campione del mondo. Si può perdere, l’avevo anche messo in conto. Quattro mesi di stop per me proprio quando ero in alto nel ranking mi hanno costretto a scendere in classifica e quindi a trovare subito un campione in pedana. Rode un po’, ma l’Olimpiade è l’Olimpiade. Aspetti, lavori quattro anni e poi c’è un verdetto, che a volte è così. Bisogna saperlo accettare. L’arbitro? Due stoccate erano mie. Non è amico degli italiani? E’ amico dei russi… E’ brutto, sai, a volte si pensa male. Quando ci sono queste situazioni… ti rode il culo!“.

E sul futuro, l’oro di Atene 2004 non chiude le porte nonostante i suoi 37 anni: “Tokyo 2020? Forever young, perché no. Se ho voglia, se i risultati vengono e guadagno il posto in squadra, mi vedrete anche là. L’importante è starci dentro bene, da competitivo, dentro la squadra. Farlo solo per esserci e basta no, grazie”.

 

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Foto da: Augusto Bizzi/Federscherma

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