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Scherma, Olimpiadi Rio 2016 – Montano: “Tutto dipende da come ti svegli, senti subito se vincerai”

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Chiamatelo il Mister Olimpiade d’Italia. Se a Rio 2016 il più medagliato di tutti sarà ovviamente il nuotatore statunitense Michael Phelps (18-2-2 per un totale di 22), Aldo Montano con quattro podi (1-2-2, sempre con qualcosa al collo nelle sue tre precedenti partecipazioni a cinque cerchi) guida la speciale classifica in chiave azzurra. E lo sciabolatore livornese oro individuale ad Atene 2004, dodici anni fa, sarà presente anche in Brasile per i noni Giochi di famiglia, una tradizione iniziata con nonno Aldo tra il 1936 e il 1948 e continuata con papà Mario tra il 1972, il 1976 e il 1980.

Giunto a 37 anni, tuttavia, l’avvicinamento di Aldo Montano a Rio 2016 non è stato tutto rose e fiori. Tra dicembre e gennaio i successi in Coppa del Mondo a Boston e Padova sembravano poterlo eleggere a favorito per il trionfo, ma ad aprile è stato costretto a operarsi alla spalla e i tempi di recupero non gli hanno permesso ulteriori test prima della partenza per il Sudamerica. La gara del 10 agosto, dunque, sarà la prima del nuovo Montano dopo essere finito sotto i ferri. Un all in con il palio le medaglie olimpiche.

La rincorsa a Rio non è stata buona, ma va bene – ha dichiarato alla Gazzetta dello Sport -. Non mi sono allenato in condizioni ottimali ma mi è già successo. Gli acciacchi ti aiutano a scaricare un po’ le aspettative. Il segreto per vincere è un altro“. Ovvero: “Nelle tre edizioni che ho già disputato ho capito che devi cercare di essere sereno, che a vincere è chi è più tranquillo, che pensa chi se ne importa. Gli strafavoriti salgono in pedana con difficoltà. Il jolly è quello: divertimento, piacere, la leggerezza di competere nella gara più importante che ci sia“.

E ancora, da veterano, un consiglio per tutti che sa anche di promessa speciale: “L’Olimpiade devi sentirla. Ti prepari, fai tutto al meglio. Poi sai che tutto dipenderà da come ti svegli quel giorno. Fai colazione, arrivi in palestra, e senti subito se c’è la magia che si potrebbe incendiare. Mi è successo ad Atene, poi a Catania ai Mondiali. Lo senti subito. E’ un fuoco che si accende. Dopo 25 anni di carriera ho capito che non puoi farlo rivivere a comando. Viene in automatico“.

 

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francesco.caligaris@oasport.it

Twitter: @FCaligaris

Foto da: Augusto Bizzi/Federscherma

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