Scherma
Scherma: spada maschile, dall’Inferno al (quasi) Paradiso
Il 23 febbraio 2014 l’Italia di spada maschile a squadre vinse la tappa di Coppa del Mondo di Tallin con questo quartetto: Enrico Garozzo, Paolo Pizzo, Matteo Tagliariol e Gabriele Bino. Da quel momento, però, gli azzurri incontrarono più problemi che gioie anche a causa di un rapporto burrascoso con il ct Sandro Cuomo, che alla fine di marzo del medesimo anno fu attaccato dagli atleti stessi, i quali ne chiesero l’addio in una lettera inviata al presidente del Coni Giovanni Malagò.
Al termine di un’estate contraddistinta dall’argento europeo individuale di Paolo Pizzo e soprattutto dal bronzo mondiale di Enrico Garozzo, ma priva di medaglie di squadra, la stagione 2014-2015 cominciò in sordina ma soprattutto finì nel peggior modo possibile, con un imbarazzante 12° posto agli Europei di Montreux (10 giugno) all’inizio del cammino di qualificazione olimpica. Matteo Tagliariol era ormai uscito dal quartetto in favore di Marco Fichera, Lorenzo Bruttini e Andrea Santarelli si alternavano invece nel ruolo di “quarto”. Ma l’Italia non ingranava e sembrava a un passo dall’addio anticipato a Rio 2016.
Il 18 luglio a Mosca si disputò la prova di spada maschile a squadre dei Mondiali 2015. In difficoltà già agli ottavi di finale contro la Repubblica Ceca, gli azzurri superarono il turno (37-36) ma si trovarono di fronte alla fortissima Francia nei quarti. L’impresa culminata con la chiusura di Enrico Garozzo a 44-42, però, rappresentò il turning point dell’avventura di un quartetto (ormai con Santarelli in pianta stabile) unito nonostante le difficoltà nel raggiungere i risultati. Il quarto posto in terra russa fu dunque solo il punto di partenza.
Perhé il 25 ottobre l’Italia chiuse terza in Coppa del Mondo a Berna. Poi arrivò seconda, il 15 novembre a Tallinn. E infine prima, il 23 gennaio a Heidenheim, battendo ancora la Francia in finale e chiudendo un primo grande cerchio chiamato “riscatto“. Grandi meriti gli atleti li attribuirono alla novità del mental coach Luigi Mazzone, siciliano come lo sono Garozzo, Pizzo e Fichera, i tre “titolari”.
Il 24 giugno 2016 il destino disse ancora Italia-Francia per l’oro europeo: finì 45-40 per i transalpini, ma gli azzurri diedero l’impressione di poter tentare un nuovo colpaccio alle Olimpiadi. La finale di stasera purtroppo è terminata con un netto 31-45, riguardandosi alle spalle però gli azzurri devono essere orgogliosi di tutto il cammino percorso remando spesso contro vento.
Clicca qui per mettere “Mi piace” alla nostra pagina Facebook
Clicca qui per iscriverti al nostro gruppo
Clicca qui per seguirci su Twitter
francesco.caligaris@oasport.it
Foto da: Augusto Bizzi/Federscherma