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Taekwondo, Olimpiadi: una nuova generazione per cancellare Rio 2016 e puntare a Tokyo 2020

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Dalle due medaglie di Londra 2012, il taekwondo italiano è passato al non avere neppure un rappresentante quest’anno ai Giochi di Rio 2016. Se è vero che la situazione, nell’arco di quattro anni, può trasformarsi da trionfale a catastrofica, è altrettanto vero che ora, nello stesso arco di tempo, ci sarà la possibilità di ribaltare nuovamente il tutto, per rivedere nuovamente gli atleti italiani brillare in questa disciplina verso Tokyo 2020.

Il nuovo corso del taekwondo azzurro ha in realtà già avuto inizio con i Campionati Europei di Montreux, in Svizzera, dove sono arrivate due medaglie di bronzo. Se è vero che uno dei due podi è stato conquistato dall’esperto Claudio Treviso, classe 1988, è altrettanto vero che nell’altro caso è stata la diciannovenne Daniela Rotolo a guadagnarsi la medaglia nella categoria 62 kg.

Oltre a Rotolo, vi è poi quella schiera di atleti emergenti che tanto ha brillato nelle categorie giovanili, e che ora dovrà dimostrare il proprio valore anche a livello assoluto. Roberto Botta, Elena Nicoli e Licia Martignani hanno già vissuto un’esperienza importante prendendo parte al torneo di qualificazione olimpica, e, pur non essendo riusciti a conquistare il pass, potranno farne tesoro per gli anni a venire, trattandosi di atleti nati tra il 1995 ed il 1997.

Dopo un periodo di stop, è tornato a combattere anche il diciannovenne Davide Spinosa, e tra gli altri elementi provenienti dai settori giovanili non vanno dimenticati Antonio Flecca, Simone Crescenzi e Matteo Milani, con quest’ultimo che è stato designato come erede di Carlo Molfetta nella massima categoria di peso. Nel settore femminile, oltre alle atlete già citate, saranno da seguire con attenzione le due campionesse europee junior, Laura Giacomini e Natalia D’Angelo.

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giulio.chinappi@oasport.it

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