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Tiro a segno, il post Rio 2016: Campriani simbolo di un movimento in ottima salute

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Le Olimpiadi 2016 di Rio de Janeiro si sono ufficialmente concluse ieri e come sempre al termine di una kermesse di questa importanza per il tiro a segno italiano è tempo di tracciare un bilancio di quello che si è visto allo Shooting Centre della città carioca.

Con una spedizione di soli cinque atleti qualificati, il Bel Paese ha fatto capire al mondo di essere in ogni caso uno dei migliori movimenti planetari in circolazione.

Ben sei infatti sono state le finali centrate, con un bottino di due medaglie (d’oro) raccolte.

E’ vero: Campriani è stato l’unico a salire sul podio, ma questo non può essere un limite. L’ingegnere toscano in fin dei conti era quello più accreditato di andare a trovare degli allori olimpici e non ha tradito le aspettative.

Riccardo Mazzetti ha compiuto già di per sé una grande impresa entrando nella finale a sei della pistola automatica maschile da 25m, dove l’Italia mancava da oltre trent’anni, mentre Giuseppe Giordano e Marco De Nicolo, rispettivamente sesti nelle specialità di pistola ad aria compressa da 10m e nel contest di carabina libera a terra da 50m, hanno dimostrato di essere due veterani dal sicuro rendimento legittimando sul campo la carta olimpica conquistata nel precedente biennio.

I rimpianti più grandi, per un’eventuale terza medaglia che avrebbe eguagliato lo storico bottino di Londra 2012, rimangono quindi a Petra Zublasing: l’altoatesina infatti, pur non trovando l’accesso alla finale di carabina ad aria compressa da distanza 10m, dove ad eccezione del titolo mondiale del 2014 non aveva poi trovato eccellenti risultati, deve rammaricarsi per l’esito della gara delle 3posizioni da distanza 50m.
Un cedimento mentale sul più bello che l’ha costretta a rimanere per un soffio giù dal podio e a rinviare l’appuntamento con la medaglia a Cinque Cerchi.

Il direttore tecnico Valentina Turisini quindi può in ogni caso ritenersi più che soddisfatta di come si sono comportati i suoi atleti in quel di Rio al cospetto del gotha del tiro a segno internazionale.

Foto: ISSF / Voice 2 Media

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michele.cassano@oasport.it

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