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Tiro a segno: un’Olimpiade sottotono per Petra Zublasing

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Il bersaglio da mirare, la partenza del colpo, poi l’attesa, il responso: l’errore e la perdita di una medaglia che sarebbe stata meritata, ma che purtroppo alla fine non è arrivata.

È tutto qui il rapporto conflittuale, almeno dal punto di vista sportivo, di Petra Zublasing con le Olimpiadi.

Una consacrazione che non arriva nello scenario più importante e che si porta dietro anche le scorie di Londra 2012, quando l’altoatesina mancò per un soffio la doppia finale di specialità sia dai 10m sia nella 3posizioni.

Tornando a Rio però, l’analisi deve essere piuttosto chiara: l’azzurra ha vissuto una rassegna a Cinque Cerchi sottotono.

Già dall’esordio, nella gara di carabina ad aria compressa da distanza 10m, si era capito che qualcosa non andava. È vero che Petra non aveva brillato negli ultimi due anni nella specialità, ma il titolo di campionessa mondiale colto a Granada nel 2014 lasciava legittimamente sperare in qualcosa di meglio che un scialbo 33esimo posto di cui lei stessa ha fatto ammenda davanti a tutti.

Poi, la gara da lei preferita, quella delle 3posizioni. Una qualifica strepitosa, con 589/600 ed il nuovo record olimpico, lasciava ben sperare. Una finale vissuta da protagonista per oltre quaranta dei quarantacinque colpi in programma ed infine l’errore che faceva precipitare la Zublasing giù dal podio.

Un colpo duro da incassare, ma una clamorosa occasione di crescita per una donna dello spessore di Petra che coglierà sicuramente questo insegnamento per riproporsi in futuro ancora a livelli più alti e riuscire finalmente a sfatare il tabù a Cinque Cerchi.

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michele.cassano@oasport.it

Foto: ISSF / Voice 2 Media

 

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