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Volley, Olimpiadi Rio 2016 – Cuore, passione, grinta, gruppo: l’Italia, uno spettacolo teatrale verso l’oro

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Cuore, passione, grinta. Non hanno mai mollato, hanno sempre creduto di poter fare l’impresa e di regalarsi un sogno. È con questi ingredienti che l’Italia del volley maschile è diventata grande, ha superato l’ostacolo più arduo e ha rimontato gli USA regalandosi la finale per l’oro alle Olimpiadi di Rio 2016.

È tutto bellissimo perché un gruppo estremamente forte ha traballato e barcollato contro la corazzata USA, trovando sotto 1-2 e 19-22. In sostanza con un piede e mezzo (per non dire di più) fuori dai Giochi Olimpici. Sarebbe stato un peccato considerando il gioco espresso nell’arco delle due settimane in cui avevamo già sconfitto gli States oltre agli altri colossi Brasile e Francia.

 

La reazione d’orgoglio, quella che ti fa scattare una scintilla e ti convince a provarci fino all’ultimo è arrivata proprio nel momento di massima difficoltà. È quella che ha fatto la differenza, impersonata dagli aces di un Ivan Zaytsev ai limiti della leggenda.

Tante volte durante il quadriennio l’Italia si era fermata sul più bello, incappata in black-out inspiegabili. Anche ieri ci siamo finiti dentro (da 21-18 nel secondo set, a un passo dal 2-0 che avrebbe chiuso l’incontro, ci siamo presi tre muri in faccia e abbiamo letteralmente non giocato il terzo parziale), ma alla lunga gli azzurri sono stati eccezionali, abili nel ritrovarsi e a uscire vittoriosi da un Maracanazinho caldissimo.

 

Questo gruppo può davvero regalarsi il tanto agognato oro olimpico. È un oro olimpico che nel caso sarà solo ed esclusivamente loro. Birarelli e compagni non devono vincere il titolo scappato alla Generazione dei Fenomeni. La finale di domani contro il Brasile non è la rivincita di un qualcosa che non finì mai al collo della squadra più forte di tutti i tempi.

Questo sestetto è rigenerato da se stesso, solido, compatto, più squadra che mai. L’ha detta giusta lo Zar: “Ci siamo guardati negli occhi e ci siamo detti di crederci ancora”. Questa è la differenza rispetto al recente passato. Individualità di spicco proprio come Zaytsev, Juantorena, Giannelli inserite in un contesto in cui tutti danno il proprio contributo per fare la differenza. Per raggiungere l’impossibile.

È stato un ottovolante di emozioni e per questo motivo tutto è ancora più bello: sofferenza, intensità, pathos, dramma. Ieri la Nazionale ha inscenato uno spettacolo teatrale che ha i crismi di una piece epica e ai limiti del surreale. E per questo si sta ancora vivendo un sogno.

 

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