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Arrampicata Sportiva, Mondiali 2016 – Italia senza medaglie, ma la squadra c’è. Ghisolfi il diamante verso le Olimpiadi 2020

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Un paio di mesi fa l’arrampicata sportiva è entrata ufficialmente nel programma a cinque cerchi. Questa splendida disciplina farà il proprio debutto alle Olimpiadi di Tokyo 2020 quando, stando alle prime indicazioni, si assegneranno due titoli (uno per sesso, si dovrebbe stilare una classifica combinata sulle tre specialità).

Nell’ultima settimana si sono svolti a Parigi i Mondiali 2016, la prima rassegna iridata da quando l’arrampicata sportiva ha fatto il definitivo salto dell’olimpo. I riflettori erano così accesi sull’Arena di Bercy dove è accorso un mucchio di spettatori, riempiendo all’inverosimile il palazzetto: nella capitale francese abbiamo avuto la dimostrazione che questo sport riscuote notevole interesse, che è estremamente spettacolare e che è anche molto televisivo (i testa a testa dello speed sono palpitanti, la tecnicità e le altezze del lead ricalcano l’essenza dell’arrampicata come tutti la conoscono e affascinano per la loro difficoltà, la complessità del boulder non sarà invece facilmente leggibile dai profani).

 

L’Italia torna a casa senza essere riuscita a salire sul podio (nelle competizioni per normodotati) ma i risultati conseguiti oltralpe possono essere accolti positivamente, soprattutto considerando i tanti giovani ai nastri di partenza e gli ampi margini di miglioramento che molti elementi hanno lasciato intravedere.

La punta di diamante dell’intero movimento è ancora una volta Stefano Ghisolfi, come da pronostico della vigilia. Il 23enne di Torino era nel novero dei possibili favoriti per una medaglia nel lead. Ha conquistato la finale dopo un iniziale nono posto in semifinale che sembrava aver spezzato i sogni: al primo atto conclusivo in un Mondiale, dopo essere salito sul podio di Coppa del Mondo per tre volte negli ultimi anni, ha concluso in settima posizione dimostrando però che ha tutte le carte in regola per raggiungere traguardi importanti.

Un plauso a Leonardo Gontero che ha raggiunto i quarti di finale dello speed, inchinandosi solo all’iraniano Alipourshena che avrebbe poi vinto l’argento. La presenza anche di Ludovico Fossali tra i migliori 16 uomini nella specialità più veloce dimostra comunque che l’Italia è in salute.

La nostra Nazionale è ben presente in tutti i settori, come testimonia la semifinale raggiunta da Gabriele Moroni nel bouldering (decimo posto finale). Molto bene anche le semifinali di Francesco Vettorata e Alberto Gotta nel lead. Insomma l’Italia maschile c’è e non può fare altro che migliorare.

Qualche difficoltà in più, invece, per le ragazze che hanno faticato ad emergere nel complesso. Andrea Ebner 14esima nel bouldering, Elisabetta Dalla Brida ha raggiunto gli ottavi di finale nello speed, purtroppo tutte le azzurre sono state eliminate nel lead.

Ora bisognerà pianificare l’intero quadriennio: la possibilità di lottare per una medaglia olimpica è davvero troppo ghiotta. Stando a quando ci ha detto Stefano in un’intervista prima dei Mondiali, dovrebbe assegnare solo un titolo in base a una classifica combinata delle tre discipline. Quindi bisognerà lavorare molto per migliorare anche nelle prove in cui si è carenti. Nell’attuale panorama internazionale solo il ceco Adam Ondra si è portato avanti (ma già da diverso tempo): oro nel lead, argento nel boulder a questi Mondiali. Bisognerebbe prendere lezioni da lui.

 

(foto profilo Facebook Stefano Ghisolfi)

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