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Calcio
Calcio, Champions League 2016/2017: Sarri e il suo Napoli debuttano a casa Lobanovski
Nove reti, miglior attacco della Serie A e prima rivale della Juventus. La perdita di Gonzalo Higuain non ha per il momento intaccato l’incisività e la fluidità di gioco del Napoli di Maurizio Sarri, pronto a fare il suo debutto domani in Champions League contro la Dinamo Kiev. Accompagnata da 400 tifosi la squadra partenopea tornerà a giocare nello stesso stadio dove nel maggio 2015 venne sconfitta dal Dnipro nella semifinale di Europa League.
QUI NAPOLI Cancellare quel ricordo è proprio l’obiettivo di Sarri, pronto a schierare il consueto 4-3-3 con il Mertens-Milik-Callejon come terminali offensivi. Reduce dalla doppietta contro il Palermo, lo spagnolo si è rivelato il miglior marcatore estivo con ben quattro reti. Destro che gioca a destra, capace di fornire in egual misura copertura e pericolosità in attacco, Callejon è fondamentale nel sistema corale del tecnico toscano, un giocatore più unico che raro in un campionato dove è più facile vedere esterni alternati. Le redini del centrocampo saranno affidate come al solito a Jorginho, accompagnato dalle mezze ali con licenza di inserirsi Allan e Hamsik. Pochi dubbi anche in difesa con Hysaj schierato sulla fascia destra – affidata a Maggio in Sicilia – Ghoulam a sinistra e la collaudata coppia Albiol-Koulibaly davanti a Reina. Probabile l’utilizzo a partita in corso di Zielinski, giocatore con enormi margini di crescita che può considerarsi il 12° titolare di una rosa sicuramente attrezzata per competere ad alti livelli sia in campionato che in Europa.
QUI DINAMO KIEV Attenzione agli ucraini. L’ex stella del calcio locale Serhiy Rebrov, in due anni è riuscito a costruire una squadra organizzata, agguerrita e vincente, capace di portarsi a casa due titoli nazionali, due Coppe d’Ucraina e una Supercoppa nazionale. Se a questo aggiungiamo gli ottavi di Champions conquistati nella passata stagione, è facile intuire la forza di questa compagine dal passato glorioso, la prima squadra dell’Europa dell’Est a conquistare un trofeo fuori dalle mura amiche battendo il Ferencváros 3-0 in finale di Coppa delle Coppe e pochi mesi dopo il Bayern Monaco nella doppia sfida di Supercoppa Europea. Tempi leggendari in cui Valery Lobanovski e il suo laboratorio composto da informatici e da tecnici dell’atletica leggera forgiavano futuri palloni d’oro come Oleg Blochin e Andriy Shevchenko. Metodi militari accostati alla tecnologia – il campo veniva suddiviso in nove zone con un computer a calcolare i passi compiuti da ciascun calciatore in ciascuna zona – che fanno sorridere se si pensa ai droni di Sarri che pattugliano il cielo di Castel Volturno. Domani all’Olympic Stadium non ci saranno campioni del calibro di quelli citati, ma un buon undici titolare in cui spicca il talento di Andriy Yarmolenko in attacco. Attenzione anche al Buffon ucraino Oleksandr Shovkovsky, 42 candeline il prossimo gennaio e titolare quando Shevchenko e compagni sfiorarono l’accesso alla finale della Champions 1998/99.
francesco.drago@oasport.it
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Foto di Gianfranco Carrozza