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Cantami Italia, l’arte classica si fonde con lo sport. Alla scoperta di uomini diventati leggenda
«Avrebbero forse attraversato i secoli le peripezie di Achille e Odisseo, se a raccontarle non fosse stato il magnifico Omero?»: solo chi è veramente innamorato del mondo classico può posare uno sguardo di questo tipo sulle imprese sportive di atleti dei nostri tempi. E se a farlo è un ex-studente di liceo scientifico, allora vuol dire che i veri valori che rendono grande l’uomo non hanno limiti di spazio né di tempo.
D’altra parte, scrivere è il gesto che dona immortalità a chi lo compie con passione e amore, proprio come con semplicità e profonda comprensione dello spirito di Olimpia hanno fatto gli autori di quel piccolo scrigno di delicati camei che è Cantami Italia, una lettura originale e singolare del mondo dello sport, che con i suoi protagonisti, è da sempre palestra di vita.
Si leggono proprio con immenso piacere le snelle e avvincenti paginette di questo “libretto”, che ci fa sfilare davanti agli occhi l’avventura di uomini come noi, che hanno scelto di dedicare la loro vita a fare del loro corpo uno strumento capace di compiere incredibili azioni e imprese memorabili, che da sempre fanno sognare tutti quelli che ne condividono le emozioni e le accompagnano con entusiasmo.
Ecco allora, per citarne qualcuno, il Pirata con la sua bandana “zampettare sui pedali”, o ancora Tania Cagnotto, resa vincente dalle sconfitte “come il divino Achille” e in attesa del “responsi” delle Sibille, e poi il meraviglioso ritratto di Vanessa Ferrari “elegante farfalla” che mostra come “l’amore divino trasforma la ricerca in arte e l’ansia umana in bellezza”…
E il tutto si conclude con quell’immagine della nostra Italia, in una perfetta Ringkomposition con il titolo stesso dell’opera, che “Orgogliosa e indomita, insaziabile Insegui la corona di Cesare”.
E a chi avesse ancora qualche dubbio sull’utilità dello studio della cultura classica, la conferma che quest’ultima “non serve” a nessuno, appunto nel senso latino del verbo: “servire”, essere schiavo, essere sottomesso. Questo è il messaggio che la “voce” dei due autori di questo libro fa risuonare tra le righe: solo l’amore e la passione per quello che si fa permettono di far divenire realtà il sogno della vita, vincendo – come ha saputo fare Carolina Kostner – le Parche.
Grazie, per questa “lezione all’umanità che cieca ha scelto la violenza”: che davvero le vostre parole non siano “cenere sigillata in un’urna”.
A cura della Professoressa Alessandra Silva
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