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Ciclismo
Ciclismo: Diego Ulissi, serve il salto di qualità
Sul fatto che Diego Ulissi sia forte, anzi fortissimo, non ci sono dubbi. Può vincere, e vince, in tanti modi: attaccando da lontano, in volata, su uno strappo. L’ha dimostrato e continua a farlo: nonostante questo, però, non è ancora riuscito a fare quel salto di qualità definitivo che ci si attende da un corridore con i suoi numeri.
Anche in questo 2016 Ulissi, ormai 27enne, ha fallito gli appuntamento più importanti, nonostante due belle vittorie di tappa al Giro d’Italia che rendono positivo il bilancio della sua stagione. Alla Liegi-Bastogne-Liegi non ha confermato quanto aveva fatto all’Amstel Gold Race e alla Freccia Vallone, non è stato convocato per le Olimpiadi (complici i soli 5 posti in squadra) e ai Campionai Europei ha offerto una prestazione anonima nel finale di gara, quando era più atteso.
Sin da quando è passato professionista, Ulissi ha sempre faticato più del dovuto nelle gare impegnative, che richiedono sforzi prolungati oppure alte andature. Le corse lunghe, oltre i 200 chilometri, e combattute spesso e volentieri lo respingono. In carriera ha vinto solo tre gare più lunghe di 220 chilometri: tre tappe al Giro d’Italia che per forza di cose hanno un’interpretazione tattica molto diversa da una Classica. Nelle Monumento, per fare un esempio, il toscano della Lampre-Merida fino ad oggi non è mai riuscito ad entrare tra i primi 20, nonostante quelle siano sulla carta le competizioni in cui dovrebbe emergere e fare la differenza.
A dispetto di qualche buon segnale, anche il 2016 sembra essere trascorso senza che Ulissi riuscisse a colmare queste lacune e ad imporsi in determinati palcoscenici. La stagione, fortunatamente, non è ancora finita e Diego avrà la possibilità di rifarsi a Il Lombardia, ultima Monumento della stagione. Prima correrà Giro dell’Emilia, Gp Beghelli e Milano-Torino, con la consapevolezza di dover però cambiare nella corsa più prestigiosa e che lo riesca a consacrare definitivamente. Che Ulissi sappia vincere, e bene, anche contro i migliori al mondo è ormai assodato. Quello che manca è riuscire a replicare determinate prestazioni anche in altri contesti, quelli che fanno la differenza tra un grande corridore e un buon atleta.
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gianluca.santo@oasport.it
Foto: Valerio Origo