Ciclismo
Ciclismo, Europei 2016: all’Italia manca solo la volata. Bene Moser, Cassani promosso
L’Italia convince ma non vince. È successo a Rio, dove anche la sfortuna ha giocato il proprio ruolo, ed è successo oggi anche a Plumelec. La formazione azzurra, guidata dal Ct Davide Cassani, è stata probabilmente la migliore del lotto ai Campionati Europei di ciclismo su strada ma sulla linea d’arrivo non è riuscita a fare meglio del nono posto di Diego Ulissi.
Da Ponferrada 2014 alla giornata odierna, ovvero le performance del ciclo-Cassani, troviamo un comune denominatore: l’Italia fa la corsa con decisione e forza, entrando in azione negli ultimi 60-80 chilometri per provare ad anticipare il finale con le seconde linee, spesso e volentieri più convincenti delle prime punte. Oggi gli azzurri non si sono mai sfuggire alcun tentativo d’attacco, inserendosi in particolare con tre uomini nell’azione che a due giri dal termine sembrava potesse addirittura arrivare a giocarsi il titolo continentale: in questo gruppo erano presenti Fabio Aru, Giovanni Visconti e Moreno Moser, tre atleti accreditati alla vigilia della possibilità di fare una buona prova.
Moser, addirittura, ha allungato anche all’inizio dell’ultimo giro, arrivando ad avere una trentina di secondi di vantaggio sul gruppo in attesa della côte finale che ha spezzato l sue flebili ambizioni di vittoria. Quando il gruppo è arrivato vicino al corridore della Cannondale-Drapac, è ripartito dal gruppo Davide Villella, suo compagno sia nel club che con la maglia della nazionale. Un’azione nata all’interno degli ultimi due chilometri, e per questo molto pericolosa, che poteva appoggiarsi su un punto di riferimento come Moser, consentendo ai velocisti della squadra di gestirsi in gruppo in attesa della volata finale.
Tornando un attimo a Moser, medagliato nella prova a cronometro, fa enorme piacere ritrovare su questi livelli e con continuità un talento che si è mostrato a sprazzi negli ultimi anni e che ha faticato a trovare la propria dimensione all’interno del mondo del professionismo. Ora, con tanta umiltà e senza proclami, sta dimostrando di valere un posto in squadre di alto livello e di poter consegnare risultati concreti al team.
Diego Ulissi e Sonny Colbrelli, però, non hanno avuto le gambe per giocarsi le medaglie. Colbrelli, meno adatto ad un arrivo così impegnativo, non è riuscito a reggere il ritmo, un rischio comunque calcolato alla vigilia. Ulissi, invece, è uscito nettamente sconfitto nel testa a testa con i capitani delle altre formazioni, incapace di sviluppare la progressione cui ci ha abituato in altre situazioni. Probabilmente, sono emersi nuovamente i limiti che spesso ne hanno contraddistinto le prestazioni in campo internazionali al termine di gare lunghe e dure come quella odierna. Rispetto al passato ci sono stati dei piccoli passi avanti e il toscano si è comunque difeso, pur lontano dal podio.
L’operato di Davide Cassani, in ogni caso, non può che essere promosso: troppo fumo, vero, ma senza una prima punta affidabile l’Italia ha provato a mescolare le carte con attacchi anche interessanti nel finale salvo tenere due uomini veloci per la volata. Fare meglio di così, dato anche l’infortunio di Nibali alle Olimpiadi, era quasi impossibile. In attesa dei risultati, la squadra ha maturato un’identità ben precisa. Il Sagan di turno non c’è e neanche Cassani ha la bacchetta magica.
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gianluca.santo@oasport.it
Foto: Valerio Origo