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Ciclismo, Paralimpiadi Rio 2016: la storia di Luca Mazzone. In Brasile per conquistare l’oro mancante…

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Tra pochi giorni, la città di Rio de Janeiro vedrà in scena i XV Giochi Paralimpici estivi, kermesse in cui gli azzurri hanno spesso e volentieri avuto un ruolo da protagonisti assoluti. Uno dei nostri atleti di punta in Brasile sarà sicuramente Luca Mazzone, asso del paraciclismo – categoria MH2, pluricampione mondiale e con un medagliato passato a Cinque Cerchi nel nuoto: doppio argento a Sydney 2000, nei 50 e 200 metri stile libero – categoria S4. A Rio, senza ipocriti giri di parole, il pugliese andrà a caccia del suo (o dei suoi…) primo oro olimpico. Eccovi la sua storia.

Luca Mazzone nasce a Terlizzi (Bari) nel 1971 e la sua è una storia lunga, piena di momenti significativi e di successi. La doppia vita sportiva di Luca affonda le radici nel lontano 1990, quando un tuffo nel mare della vicina Giovinazzo lo rende tetraplegico, diciannovenne: è l’inizio della fine? No, è il principio di tutto quello che sarà… Avendo trascorsi in diversi sport come body building, pugilato e calcio, il pugliese decide di continuare a praticare attività fisica, dedicandosi al nuoto.

La scalata natatoria di Mazzone è travolgente, tanto che nel 2000 a Sydney, alla sua prima partecipazione ai Giochi, coglie subito due argenti nei 50 e nei 200 stile libero, categoria S4. Nel suo palmarès, anche record nazionali e mondiali, titoli italiani nei 50, 100 e 200 metri stile libero, un oro e tre bronzi ai Mondiali, podi continentali e affermazioni in Coppa del Mondo.

Nel 2004 prende parte alle Paralimpiadi di Atene ma non riesce a salire sul podio, finendo per due volte in quinta posizione. Partecipa nel 2008 ai Giochi Paralimpici di Pechino, ma non riesce a tornare a casa con una medaglia e annuncia il suo ritiro dalle vasche. Negli anni successivi, Mazzone mette su famiglia e consegue il diploma in ragioneria: l’intimo puzzle esistenziale andava giustamente completato. Missione compiuta.

Ma un “animale da gara”, seppur in letargo, non si può ingabbiare, così Luca lascia le comodità domestiche, si lascia sedurre dall’omerico richiamo della sfida ai propri limiti e decide di intraprendere una nuova avventura chiamata handbike.

Il paratleta barese aveva praticato l’handbike già nel 2004, come integrazione all’allenamento pro nuoto, ma risulteranno decisivi due successivi “abboccamenti” per sancire il passaggio definitivo dall’acqua e le corsie all’asfalto e le tre ruote: l’incontro con l’amico-mentore Vittorio Podestà (paraciclismo, categoria MH3) a Pechino e il colpo di fulmine avvenuto nel garage di casa dove il mezzo utilizzato anni prima giaceva silenziosamente.

Luca ha iniziato subito ad andare forte, infatti, puntuale, arriva la chiamata del CT della Nazionale di ciclismo paralimpico Mario Valentini per spingerlo ad ottenere una classificazione. Il ritrovato Mazzone agonista ha ormai capovolto del tutto le sue abitudini, i suoi allenamenti: prima andava in handbike per integrare la preparazione fisica in ottica nuoto, adesso nuoterà solo per vincere in handbike.

Inizia così, a ridosso delle quaranta primavere, la sua seconda vita da campione, tanto da meritarsi subito l’appellativo di “cannibale” , perché gli avversari di Luca resteranno spesso a bocca asciutta…
Nel 2011 viene tesserato dall’AVIS Bike di Ruvo di Puglia, città limitrofa alla natia Terlizzi nella quale si era stabilito fin dal 2005. Trasferitosi per ragioni logistiche al Circolo Canottieri Aniene nel 2012, Mazzone conquista ripetutamente gli ori individuali nella prova in linea individuale ai Mondiali di paraciclismo su strada 2013, 2014 e 2015, altri due ori (2013 e 2015) e un argento a cronometro (2014, un’autentica beffa, poiché era in lotta per il successo prima che un’ammiraglia non lo scaraventasse in un parcheggio!). En plein clamoroso anche nella staffetta mista, componendo con Alex Zanardi (MH5) e il suddetto Vittorio Podestà una staffetta strabiliante, imbattuta negli ultimi tre appuntamenti iridati. Non a caso, ci piace chiamarlo Dream Team Relay Azzurro.

Campionati italiani prima, Coppa del mondo poi, otto ori conquistati su nove disponibili ai Mondiali a cui ha partecipato: in appena tre anni di handbike ai massimi livelli, Luca Mazzone ha messo al collo chili e chili di medaglie, ma ne manca ancora una. Bisogna chiudere un cerchio a Rio de Janeiro…

giuseppe.urbano@oasport.it

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Foto: archivio privato Luca Mazzone

 

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