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Ginnastica, la WADA risponde sul caso Biles: “Nessuna violazione dall’atleta. Per l’antidoping è un’atleta pulita”

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Non c’è stata nessuna violazione da parte degli atleti. Nella documentazione non si evidenzia nessuna irregolarità”.

Questo è il succo dell’intervista rilasciata alla BBC da Craig Reedie, Presidente della WADA. Il numero 1 dell’agenzia mondiale antidoping ha così “assolto” Simone Biles, le sorelle Williams ed Elena Delle Donne, cinque atlete statunitensi che avevano il permesso di utilizzare sostanze illecite a fini terapeutici.

Il vaso di Pandora è stato scoperchiato da degli hacker che l’altro ieri hanno bucato il server della WADA. Stando a questi documenti, la cui veridicità è stata definitivamente provata, Simone Biles aveva il permesso di utilizzare metilfenidate e anfetamine: una certificazione data per la prima volta nel 2012, poi estesa annualmente nel 2013 e 2014, ora valida addirittura fino al 2018.

Stando alle parole della ginnasta statunitense, dominatrice indiscussa della disciplina negli ultimi quattro anni e vincitrice di quattro medaglie d’oro alle Olimpiadi di Rio 2016 (dove è risultata positiva proprio a quelle sostanze), questi medicinali servono per curare la sindrome ADHD di cui soffre fin da bambina.

Simone Biles è un’atleta pulita stando alle parole del massimo organo internazionale che si occupa di antidoping. Ripetiamo che la 19enne di Columbus non ha commesso illeciti: i certificati medici le hanno permesso di assumere determinate sostanze. L’illecito per doping sussisterebbe solo nel caso in cui i fini terapeutici non venissero dimostrati.

Craig Reedie ha puntato il dito sulla Russia, da cui sembrano provenire gli hacker. La Russia è stata decimata a Rio 2016 proprio per problemi di doping e quella di questi giorni suona come una vendetta.

 

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