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Ginnastica, Simone Biles rischia una squalifica? I certificati giustificano le sostanze dopanti, l’Italia e Ferrari sperano in medaglie

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Simone Biles rischia una squalifica per aver assunto sostanze illecite negli ultimi quattro anni? Stando così le cose la risposta è negativa. Quanto emerso nella giornata di ieri, grazie a degli hacker che hanno bucato i server della WADA, ha sicuramente alzato un polverone ma attualmente l’atleta è al sicuro.

La 19enne di Columbus era infatti autorizzata ad assumere le anfetamine e il methylphenidate. Fin dal settembre 2012, quando era ancora una junior sconosciuta al grande pubblico e nota solo tra le frange dei più ferventi appassionati della ginnastica artistica. La Federazione Internazionale ha più volte rinnovato la concessione per fini terapeutici: l’utilizzo di quei medicinali sarebbe infatti fondamentale per la vita di Simone Biles che, stando alle sue dichiarazioni di ieri, soffre della sindrome ADHD.

La motivazione è molto seria ma un certificato quadriennale (2014-2018) sembra oggettivamente molto lungo e soprattutto certe sostanze, se utilizzate per un lungo periodo, possono aiutare le prestazioni sportive. Va precisato però che non può essere considerato doping (quantomeno a livello legale): doping è infatti quando un’atleta assume delle sostanze vietate dall’agenzia mondiale antidoping ma senza averne il permesso per fini terapeutici.

Avendo quei certificati Simone può stare al sicuro e non rischia di perdere tutte le medaglie che ha conquistato. Ora partiranno le dovute indagini per provare che i certificati medici esposti fossero corretti e che quelle medicine fossero realmente necessarie all’atleta per guarire la sua malattia. Sarebbe anche importante capire l’incidenza che questi farmaci hanno avuto sulle prestazioni della dominatrice indiscussa della Polvere di Magnesio nell’ultimo quadriennio. Rimaniamo naturalmente in attesa di ulteriori sviluppi.

 

L’Italia potrebbe ottenere risultati importanti se la Biles dovesse essere squalificata. Su tutte ne beneficerebbe Vanessa Ferrari che si metterebbe al collo la tanto agognata medaglia olimpica: a Rio 2016 salirebbe lei sul terzo gradino del podio per la sua performance al corpo libero, alle spalle di Aly Raisman e Amy Tinkler. Questa è l’unica certezza perché la positività si è palesata più volte durante le ultime Olimpiadi.

Se la statunitense dovesse perdere tutti i risultati del quadriennio, Vanessa Ferrari si laureerebbe Campionessa del Mondo al corpo libero 2013 (ad Anversa trionfò proprio la Biles). Sempre in quella rassegna iridata la bresciana conquisterebbe il bronzo alla trave (Simone fu terza in una finale ricca di polemiche con Carlotta Ferlito che concluse al quinto posto, passata alla storia per certe dichiarazioni ritenute razziste dagli USA). Non finisce qui: Vanessa si metterebbe al collo anche il bronzo al corpo libero dei Mondiali 2014 (trionfo della Biles), Erika Fasana salirebbe fino al secondo gradino del podio della American Cup 2015.

Tantissimi altri podi iridati e olimpici verrebbero riscritti, ma considerando le carte attuali…

 

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