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Ginnastica, Simone Biles: uso di sostanze dopanti per motivi terapeutici. Quali? Certificati accettati alle Olimpiadi, non c’è illecito ma… Rischio squalifica?

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Gli hacker entrati nei server della WADA (l’agenzia mondiale dell’antidoping) hanno scoperchiato il vaso di Pandora. Nella rete anche Simone Biles, la ginnasta che ha letteralmente dominato l’ultimo quadriennio e che ha vinto ben quattro medaglie d’oro alle Olimpiadi di Rio 2016, riscrivendo una sfilza di record e primati.

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La 19enne di Columbus, stando sempre a quanto riportano le suddette carte (la cui validità è ormai confermata da più fonti), avrebbe gareggiato ai Giochi Olimpici sotto l’effetto di anfetamine. La statunitense aveva ricevuto i permessi dalla Federazione Internazionale che aveva riconosciuto dei motivi terapeutici per questa assunzione.

Quando Simone si è sottoposta ai vari controlli antidoping ha presentato i relativi certificati e le dovute autorizzazioni, non incappando dunque in squalifiche. Resta però da capire perché la FIG abbia permesso l’utilizzo di certi farmaci, proibiti dalla WADA a meno che non vengano riconosciuti dei fini terapeutici per la loro assunzione.

In quattro anni la stessa atleta non aveva mai parlato di determinate problematiche fisiche. Sarebbe dunque una novità se ora dovessero emergere della malattie. Si attende una risposta convincente dal massimo organo della Polvere di Magnesio.

 

Spesso e volentieri i certificati medici che spiegano la necessità dell’uso di determinate sostanze vengono utilizzati per nascondere l’uso di sostanze dopanti.

Come riporta La Gazzetta dello Sport, il cuore dello scandalo sembra essere la Federazione Internazionale di Ginnastica e in particolar modo il settore delle esenzioni terapeutiche. Il problema è la concessione per periodi lunghi delle esenzioni terapeutiche e per sostanze dal valore terapeutico da dimostrare (ed è il caso delle anfetamine).

Simone Biles corre seriamente di perdere le medaglie conquistate alle Olimpiadi di Rio 2016? Attualmente no: ha portato dei certificati e la FIG li ha accettati, quindi non ha commesso illeciti. È chiaro che la situazione è da approfondire anche perché nell’occhio del ciclone c’è la numero 1, il simbolo dell’intero movimento.

Riccardo Agabio, Presidente della nostra Federginnastica ormai a fine mandato, ha commentato alla rosea: “Non ne sapevamo niente. Speriamo che tutto sia stato fatto come si deve, abbiamo la massima fiducia nella WADA”. Possibilità per Vanessa Ferrari di raccogliere la medaglia di bronzo, recuperando una posizione nella Finale di Specialità delle Olimpiadi vinta proprio dalla Biles: “Sarebbe bruttissimo per tutto il movimento se si accertasse il doping della Biles, speriamo davvero di no”.

 

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