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Pentathlon, Gloria Tocchi: “Appena mi hanno comunicato la positività non ci ho creduto. Ora sono pronta per raggiungere il sogno olimpico”

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Gloria Tocchi è uno dei profili più interessanti e prospettici del pentathlon moderno italiano. La (quasi) ventitreenne romana, nonostante la giovane età, è già da tempo una fulgida realtà azzurra dei Cinque Sport “dei grandi” ed il suo palmarès parla chiaro: tre titoli nazionali Assoluti, due podi continentali a squadre, svariati piazzamenti internazionali nella top-10, per ciò che concerne le gare individuali. Per non parlare dei successi a livello giovanile… Il 25 marzo scorso le è stata comunicata la positività (Zeranolo) ad un controllo antidoping a sorpresa effettuato 18 giorni prima; il più classico dei fulmini a ciel sereno che ha compromesso irrimediabilmente il prosieguo di una stagione agonistica che si preannunciava come quella del riscatto, visti i recenti guai fisici, e della possibile qualificazione olimpica… Martedì, la bella, giusta notizia tanto attesa: la Prima Sezione del Tribunale Nazionale Antidoping, vista la dettagliata richiesta di archiviazione avanzata dall’Ufficio di Procura Antidoping il 20 giugno 2016, ed esaminati gli atti a supporto della predetta richiesta sulla base dei complessi accertamenti svolti, ha disposto l’archiviazione del presente procedimento. In parole povere, Gloria Tocchi non era una “dopata”, è stata appiedata ingiustamente e può tornare alle gare ufficiali. Dopo essere stata costretta a rinunciare al Sogno di ogni sportivo: le Olimpiadi. L’abbiamo contattata appena reso noto il responso, per conoscere e condividere il suo stato d’animo; sono emerse tante – talvolta contrastanti – sensazioni, pensieri e parole simili ad un fiume in piena. Ma senza odi, rancori vendicativi o espressioni velenose. Buona lettura, gentili lettori e lettrici, buon lavoro, Gloria.

Ciao Gloria, spiegheresti ai nostri lettori cos’è successo esattamente a marzo?

“Il 25 marzo scorso mi è stata comunicata la positività al controllo antidoping a sorpresa effettuato il precedente 7 marzo. La sostanza in questione era lo Zeranol. La quantità della sostanza considerata dopante nelle mie urine era davvero bassa, ma l’indagine era di tipo qualitativo e non quantitativo, non essendo rilevante la quantità riscontrata. Dal 25 marzo 2016 sono così partiti i sessanta giorni di sospensione cautelare, periodo colmo di competizioni valide per la qualificazione ai Giochi Olimpici, a cui però non ho potuto partecipare…”.

In tutta onestà, cos’hai pensato quando hai appreso la notizia dello stop? T’è cascato il mondo addosso…?

“Appena mi hanno comunicato la positività non ci ho creduto. Pensavo fosse un errore. Sono un’atleta che raramente assume integratori, quindi essere risultata positiva ad un controllo antidoping per me sapeva davvero di assurdo. Ci ho messo un po’ per realizzare il tutto e per razionalizzare le conseguenze che avrebbe avuto tutta la faccenda in ottica olimpica”.

In questi mesi, ha prevalso lo scoramento, la rabbia o semplicemente la voglia di sapere la verità?

“All’inizio, sei un po’ incosciente, continui ad allenarti al meglio perché sei sicura che presto tutto si risolverà. Dopo subentra la rabbia, perché sai di non avere colpe e di non essere stata negligente. Quando inizi a capire che il tempo stringe e che forse non ne hai abbastanza, ti scoraggi…”.

Se ci riesci, dicci come ti senti oggi…

“Ad oggi, l’unica cosa che mi viene da dire è ‘ero innocente, ve l’ho sempre detto, fin dal primo giorno!’… L’Olimpiade è andata oramai e sto già guardando avanti. C’è tanto amaro in bocca, ma ripensare a tutto ciò che ho perso non mi aiuterebbe a cambiar pagina”.

Nei circa sei mesi di stop forzato, hai seguito le vicende agonistiche (Olimpiadi incluse) o hai preferito non farlo? E a livello “atletico”, ti sei sempre allenata con intensità nel periodo senza gare?

“Le Olimpiadi ho preferito non guardarle. Avevo ancora troppa rabbia per non essere andata a Rio. In quei giorni ero in vacanza per distrarmi un po’. Dalla comunicazione della positività fino a luglio ho continuato ad allenarmi come potevo, anche se è stato difficile, lo ammetto. Non volevo sentir parlare di gare né di convocazioni… All’inizio ho mantenuto la preparazione ad un buon livello, ma poi capisci che le possibilità di raggiungere il tuo Sogno stanno volando via e per qualsiasi atleta, quando la testa non è sul campo, mantenere un’alta intensità negli allenamenti diventa impossibile…”.

Ora che possiamo definire archiviata questa spiacevole e torbida vicenda, illustraci come proseguirà il tuo cammino verso il ritorno alle competizioni.

“Finalmente tutta questa storia è finita. Ora ci sono altri quattro anni da affrontare ed un Sogno da raggiungere. Ci stiamo già allenando per questo, abbiamo voltato pagina, anche se ogni tanto il pensiero torna alla Rio de Janeiro che non c’è stata… Tuttavia mi sento pronta per ricominciare, perché è ora!”.

Pensi che il doping, quello “vero”, sia o possa diventare una piaga dilagante nel vostro mondo come lo è già in altre discipline? Non siamo molto abituati a vedere lo Sport del Soldato come lo Sport del Dopato, anche se prima di Rio qualche pentatleta di fama mondiale è stato fermato…

“Credo che il doping ci sia nel nostro sport come in tutti gli altri. La bravura degli esperti dell’antidoping dovrebbe essere quella di differenziare una situazione di assunzione volontaria delle sostanze da una priva di colpa o dolo. Giusto per non privare un’atleta di chance importanti”.

Hai avuto la solidarietà dei tuoi colleghi in questi mesi?

“Assolutamente sì! E’ quella che mi ha dato la forza di andare avanti”.

Infine, ti lascio uno spazio, un ideale foglio bianco per lasciarti andare con ringraziamenti, pensieri personali vari ed eventuali, sfoghi…

“Ringrazio innanzitutto il mondo delle Fiamme Azzurre (la sua società, ndr). Mi hanno appoggiata e sostenuta fin dal primo giorno. Sono stati a mia completa disposizione e di questo gli sono davvero grata. Ringrazio il mio avvocato Enrico Lubrano ed il professor Giuseppe Pieraccini, perché senza di loro probabilmente non avrei raggiunto questo risultato. Ed un grazie va a tutti coloro che mi sono stati accanto in questo periodo, senza mai dubitare della mia innocenza; le persone che per me contano non hanno mai dubitato della mia onestà e della mia incolpevolezza. Ed è questo quello che pesa in positivo. Non faccio nomi, potrei dimenticarne qualcuno, sono tantissimi! Poi ci sarà sempre qualcuno che giudicherà e criticherà, ma non sarà mai un mio problema…”.

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giuseppe.urbano@oasport.it

Foto: archivio privato Gloria Tocchi

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