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Volley femminile, Qualificazione Europei 2017 – Italia, anno zero. Azzurre in crisi, l’Ucraina sembra una montagna: si può tornare grandi?

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L’Italia del volley femminile è in crisi. C’è concretamente qualcosa che non funziona nel nostro movimento se la Nazionale rischia di dileguarsi contro la modesta Ucraina e se il nostro sestetto è stato addirittura costretto a rimontare dall’1-2 e soprattutto dal 10-12 nel tie-break contro una squadra lontanissima dall’elite planeteria.

Ieri a Yuzhny si è concretamente rischiata la figuraccia contro le padrone di casa, formazione indubbiamente coriacea e volitiva ma priva di giocatrici di primissimo piano e certamente poco esperta. Le ragazze del CT Cristiano Lucchi sono state a un passo da un tracollo autentico che avrebbe indubbiamente segnato il punto più basso della nostra pallavolo negli ultimi 16 anni: un Mondiale, due Europei, due Coppe del Mondo, cinque qualificazioni consecutive alle Olimpiadi sono ormai un vago ricordo.

 

Questa partita, la terza del torneo di qualificazione agli Europei 2017, rappresenta il momento zero di una scalata che si preannuncia faticosa, lunga, difficile. Il ritorno agli “antichi” fasti al momento sembra un miraggio, nonostante ci siano delle potenzialità che però devono ancora esplodere. L’Italia sta affrontando un difficile ricambio generazionale, è vero che abbiamo tantissime valide giovani (Paola Egonu ha brillato ancora una volta, come a Rio 2016 quando è stata una delle poche a salvarsi), sicuramente c’è spazio per maturare e per crescere ma queste partite contro avversarie di bassa caratura non possono trasformarsi in un calvario.

Fortunatamente ne siamo usciti vittoriosi grazie a un maggior tasso tecnico che però ieri si è visto solo a tratti. C’è tanto da lavorare: dovrà farlo il nuovo Commissario Tecnico anche se la Federazione tarda ancora a comunicare il tanto atteso nome, nonostante sapesse da mesi che Marco Bonitta avrebbe terminato il proprio ciclo dopo le Olimpiadi 2016.

Le pessime prestazioni esibite al Maracanazinho (quattro sconfitte contro però quattro squadre che avrebbero poi disputato le semifinali per le medaglie) si sono riviste in un anomalo pomeriggio di Yuzhny contro un’avversaria che fatica anche a essere tra le migliori 16 formazioni del Vecchio Continente. Era da 12 anni che l’Italia non era costretta al torneo di qualificazione degli Europei: nel 2004 le allora Campionesse del Mondo persero all’esordio con l’Azerbaijan, rischiarono una clamorosa eliminazione poi alla lunga nel doppio round robin riuscirono a salvarsi.

 

Già dover passare per questa fase preliminare è un sinonimo di crisi per un Paese come il nostro in cui il volley è lo sport più praticato in assoluto tra le donne (numeri ufficiali alla mano). Soffrire in questo modo sembra davvero impossibile.

Ora valigie in mano si va a Montecatini Terme dove il prossimo weekend si disputerà il secondo e decisivo round robin: l’Italia ha bisogno di tre successi per staccare con certezza il pass. Contro Austria e Lettonia (davvero modeste, demolite con un doppio 3-0 tra venerdì e sabato sia dalle azzurre che dalle gialloblù) non ci saranno problemi ma stando così le cose prepariamoci a una nuova battaglia contro l’Ucraina: domenica 25 settembre (ore 20.30) si lotterà per non rimanere fuori dagli Europei.

 

Promossa Paola Egonu, Cristina Chirichella ha dato il suo contributo ma è tutta la squadra che deve alzare il proprio livello e soprattutto trovare l’intesa vincente. Alessia Orro, Anna Danesi, Miriam Sylla sono tutte giovani che giocheranno per tutto il prossimo quadriennio insieme ad altri innesti (Beatrice Parrocchiale, Anna Nicoletti, Anastasia Guerra, Sara Bonifacio) che abbiamo già visto in Ucraina, sperando di ritrovare la migliore Caterina Bosetti e in attesa del recupero di Monica De Gennaro (verosimilmente l’unica “veterana” che sarà in gruppo). È da qui che bisogna ripartire ma non è il giorno giusto per essere ottimisti.

 

(foto CEV)

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