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Volley, Ivan Zaytsev: “Fermata l’Italia intera per la Finale. Occasione da sfruttare ma la Federazione…”

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Ivan Zaytsev ha fatto visita alla Gazzetta dello Sport rilasciando una lunga intervista durante la quale ha ripercorso l’avventura delle Olimpiadi di Rio 2016, analizzando il clamore che la Nazionale di volley maschile ha generato in Italia, parlando anche delle potenzialità del suo sport, avanzando anche qualche critica e parlando della prossima stagione a Perugia con il tanto atteso ritorno nel nostro campionato.

 

Lo Zar si è voluto soffermare sulle emozioni provate dall’intero Paese qualche settimane fa: “La soddisfazione è tanta per aver fatto appassionare tanti italiani. In molti non ci conoscevano visto che siamo, come gli altri sport, offuscati dal calcio. Siamo molto contenti di aver fermato quasi un intero Paese a guardare la finale. Peccato per il risultato”.

Le potenzialità del volley sono davvero elevate come hanno dimostrato i numeri: “Sarebbe un’occasione da sfruttare se ci fosse una Federazione e dei club che costruissero qualcosa. Pensate che nella Fipav manca un ufficio marketing decente. Non c’è chi pensa al merchandising. In tanti mi hanno chiesto dove comprare la maglia azzurra, ma non c’è modo di farlo”.

 

L’Italia è però crollata sul più bello, perdendo la finale contro il Brasile: “Per vincere l’oro è mancata l’energia mentale. Dopo la vittoria da fuori di testa in semifinale abbiamo avuto un grande scarico. In finale poi l’inizio sembrava una partita di Serie C. e lì, dopo i primi errori loro che ci hanno dato un vantaggio di 3-4 punti, non siamo riusciti a sfruttare il momento.

Senza parlare dell’arbitro che si è inventato quel “non tocco” che poi anche Lucarelli ha ammesso. Però non è un alibi, il Brasile ha vinto con merito”.

 

Ivan Zaytsev spiega anche i motivi dell’inversione di rotta dopo la novità Chicco Blengini sulla panchina, succeduto a Mauro Berruto la scorsa estate dopo la celeberrima cacciata di Rio in cui rimase coinvolto lo stesso giocatore: “Abbiamo avuto meno vincoli, meno regole rispetto al passato e a Rio ci siamo molto compattati. Eravamo divisi in due appartamenti da 6 con tre camere ciascuno. Io ero con Sottile, Juantorena con Colaci e Birarelli con Piano. Gli altri 6 erano nell’altro appartamento. Ma poi la sera ci trovavamo nel nostro per condividere tutto. Dalle sensazioni sulla partita, alle impressioni sui prossimi avversari. Fino alle tavolate di poker”.

 

L’opposto della nostra Nazionale ha parlato anche della prossima stagione a Perugia: “L’Italia mi è mancata tantissimo (nelle ultime due stagioni ha giocato con la casacca della Dinamo Mosca in Russia, ndr). Mi è mancato il calore dei tifosi, della gente. In Russia c’è molta più freddezza.

Sono tornato da dove sono partito, nel palazzetto dove ho esordito, dove ho avuto il primo contratto vero. I tifosi di Perugia non devono temere che dopo l’Olimpiade ci sia un periodo di rilassamento. Sono già in modalità “On”, la testa s’è già riaccesa. Ho voglia di mettere radici a Perugia”.

Ivan Zaytsev dovrebbe tra l’altro cambiare ruolo e giocare di banda: “Mi sono già dimenticato tutto del lavoro fatto con la Nazionale durante la World League. Ma la cosa che mi preoccupa di più non è la ricezione come in tanti pensano e dicono. Piuttosto l’attacco da posto 4”.

 

Rilevante anche un passaggio sul beach volley, disciplina in cui Lupo/Nicolai hanno conquistato uno stoico argento: “Sono molto contento. Ho giocato a beach e sono ancora il più giovane campione italiano della storia. Penso che come disciplina il beach volley sia più bello della pallavolo”.

 

1 Commento

  1. Nany74

    11 Settembre 2016 at 11:52

    Sono d’accordo circa l’incapacità di sgomitare al momento giusto da parte delle federazioni, sembra quasi che abbiano paura di esporsi per poi rimediare una figuraccia e, magari, rimetterci pure a poltrona (non dimentichiamoci che sono pur sempre dei “politicanti”…). Riguardo interviste e confronti con il microfono, beh, mi viene anche da sottolineare: quante volte, dopo un insuccesso, qualche tg o testata giornalistica ha richiesto interviste o cose del genere? Tralasciamo OA ovviamente che raccoglie ogni brandello di informazione possibile su questo sport, ma siamo sicuri che altri “servizi” (magari con ancora più visibilità) si facciano in quattro per intervistare i protagonisti dopo un insuccesso? Secondo me, cavalcano l’onda solo se vinciamo….perchè tanto sanno che se non è calcio non frega niente a nessuno. Inutile dire che ODIO questo pregiudizio, ma è quello che traspare accendendo la tv. Nel calcio fanno vedere anche le partite della lega pro giocate negli stadi di paese (con tanto di signorotte sul terrazzo….): qualcuno ha visto immagini televisive degli Europei U20 appena terminati? …e finchè sento Malagò dire che ORA non vuole dare più soldi a scatola chiusa, l’idea che mi faccio sul passato (e sul presente) non può certo essere bella……………

  2. Gabriele Dente

    9 Settembre 2016 at 23:48

    Molto spesso sentiamo atleti e dirigenti di varie federazioni lamentarsi dell’eccessivo spazio concesso al calcio sui media a discapito delle altre discipline. E su questo hanno ragione. Ma l’intervista dello zar sottolinea che lo spazio bisogna anche meritarselo. Ci sono federazioni che sull’onda dei successi sportivi avrebbero potuto segnare, se avessero voluto e saputo, un cambiamento epocale della percezione dello sport in Italia. E invece fanno poco e niente per attirare l’interesse del pubblico. Penso a quando spesso, soprattutto dopo un insuccesso, atleti, tecnici e dirigenti letteralmente spariscono, forse perché il confronto con un microfono o con un taccuino è difficile da sostenere. Comprensibile. Ma se i primi a sparire sono loro, poi non ci si lamenti del fatto che la propria disciplina sparisce per quattro anni.

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