Biathlon

Biathlon, Andrea Baretto: “Che emozione l’argento ai Mondiali Junior, ora vorrei crescere in Ibu Cup”

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Dopo Saverio Zini, abbiamo avuto il piacere di intervistare un altro giovane azzurro: ci siamo confrontati con Andrea Baretto, biathleta cuneese classe 1995, appartenente al gruppo sportivo dell’Esercito. Andrea, all’esordio in questa stagione nella categoria senior, si è messo in mostra ai recenti Mondiali Junior di Cheile Gradistei (Romania), dove ha saputo conquistare una fantastica medaglia d’argento nell’individuale. A lui chiediamo le sue sensazioni quando manca poco più di un mese al via delle competizioni.

Come valuti la tua performance nei Campionati italiani estivi in Val Martello, dove hai terminato le gare appena fuori dalla top ten?

“Ai campionati italiani purtroppo non ho fatto una buona prestazione sugli sci. Non ero in gran forma e faticando sugli sci sono arrivato mentalmente scarico al poligono e non ho lavorato come volevo. Però è sempre bello tornare a mettere il pettorale prima della preparazione invernale”.

Tra poco più di un mese prenderà il via la stagione invernale, come sta procedendo la preparazione sia atletica che al tiro? Hai cambiato qualcosa a livello di carabina e/o stile di sciata?

“La preparazione con la nazionale B sta procedendo bene, abbiamo lavorato tanto e curato ogni singolo particolare essendo solo in 5 in squadra. Gli allenatori stanno facendo proprio un bel lavoro e noi come gruppo di atleti andiamo molto d’accordo. Diciamo che ci sono tutti i presupposti per fare bene questo inverno, però come sappiamo il biathlon è il biathlon e non si sa mai”.

La passata stagione hai disputato delle ottime gare in Coppa Italia, risultati che hanno permesso di qualificarti per i Mondiali giovanili. In Romania, è arrivata una splendida medaglia d’argento con una gara perfetta al tiro. Che emozione è stata?

“Ai Mondiali posso dire che stavo proprio bene, i tecnici del gruppo sportivo dell’Esercito avevano fatto un ottimo lavoro per farmi arrivare in forma all’evento più importante della stagione. Vincere la medaglia d’argento è stata un’emozione grandissima, tanto che per alcune ore non mi sembrava vero: in più chiudere un individuale senza un errore al poligono è stata la ciliegina sulla torta”.

Guardando a te stesso, quale ritieni essere il tuo obiettivo in questa prima stagione tra i senior e dove devi lavorare di più per migliorare?

“L’obiettivo che mi ero imposto a inizio preparazione era quello di migliorare sugli sci per riuscire a tenere il livello degli altri miei compagni, sicuramente mi piacerebbe molto fare esperienza in IBU Cup, anche se so che sarà dura perché il livello è veramente alto. Essendo il mio primo anno con i senior non mi sono imposto chissà quali risultati, cercherò di fare il meglio possibile e poi vedremo dove arriverò”.

Come è il clima all’interno della squadra B, come ti trovi con i tuoi compagni e con lo staff e quali sono i prossimi raduni prima del via della stagione?

“Come ho detto in precedenza il clima in squadra è stupendo. Sia tra noi ragazzi che con i tecnici, dal momento che si possono concentrare al 100℅ curando i minimi particolari. Ora partiremo a fine settimana per Forni Avoltri dove staremo una settimana in raduno. In seguito l’idea era quella di andare in Scandinavia prima del via delle competizioni”.

Sui social ti vediamo spesso con il tuo compagno Luca Ghiglione, come è il vostro rapporto dentro e fuori la pista?

“Con Luca c’è sempre stato un rapporto di grande amicizia e stima reciproca, siamo cresciuti insieme e fin da piccoli abbiamo coltivato la passione per lo sport e per il biathlon. È un ottimo compagno di squadra, in più, abitando a soli 3 km di distanza, ci alleniamo sempre insieme e questo ci sprona a dare il meglio in ogni seduta di allenamento”.

Lo sci club Alpi Entracque, oltre a te e Luca, sta formando un bel numero di atleti di livello, come Pietro Dutto, che si sta allenando con il gruppo sportivo delle Fiamme Oro. Vi trovate spesso per gli allenamenti?

“Sì, posso dire che il nostro sci club Alpi Marittime sta facendo un gran bel lavoro, e il numero di iscritti è sempre in crescita. Anche con Pietro c’è un bellissimo rapporto, infatti quando siamo tutti e due a casa ci sentiamo sempre per combinare qualche allenamento insieme”.

Quale tra le diverse gare (sprint, inseguimento e individuale) si addice di più alle tue caratteristiche e quale pista preferisci tra quelle in cui hai gareggiato?

“In realtà non c’è un format che preferisco però l’inseguimento sicuramente è la gara che mi fa divertire di più! Una pista che mi piace molto è Anterselva anche se tecnicamente è molto dura poi direi Forni amche perché si addice di più alle mie qualità tecniche”.

Che cosa ti ha spinto a gareggiare nel biathlon e da che età lo pratichi? Cosa ti affascina di più in questo sport così complicato e intenso?

“Io, come la maggior parte dei miei compagni, avevo iniziato a fare fondo. All’età di 14 anni ho provato la carabina ad aria compressa e da quel momento ha preso piede la passione per questo sport. La cosa che più mi affascina del biathlon sono le sue variabili al tiro, il risultato è sempre incerto e arrivare ad ottenere una bella prestazione sugli sci e una al tiro è veramente una soddisfazione impagabile”.

C’è qualche atleta a cui ti inspiri e che vedi come un idolo nel circuito della nazionale o di Coppa del Mondo?

“Quando ho iniziato a guardare il biathlon ovviamente l’idolo era Ole Einar Bjoerndalen, in fondo quello che ha rivoluzionato un po’ tutto il movimento è stato lui. Ultimamente però continuo a guardare i miei compagni. Siamo una nazione che ha poco budget rispetto alle altre squadre, ma sta avendo una grande apertura a livello internazionale. Questo è solo uno spunto in più per crescere e continuare su una strada che ci porterà a salire sempre più in alto!”

Anterselva 2020: un obiettivo che aggiunge ulteriore motivazione, per te e per tutto il gruppo giovanile azzurro.

“Sì, penso sia un po’ il sogno di ogni atleta fare un Mondiale in casa, poi ad Anterselva il clima è fantastico. Poter prendere parte a una gara così sicuramente sarebbe un bellissima emozione. Per ora però è meglio pensare a lavorare che poi chissà, magari fra 4 anni potrebbe essere un obiettivo raggiungibile”.

Foto: pagina Facebook Andrea Baretto

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